Torino e la Riserva Collina Po, territori di sperimentazione per una nuova politica del cibo
Come nutrire le città in maniera sostenibile? Una risposta può arrivare dal rapporto tra città e campagna e, nel caso specifico di Torino, con la Riserva della Biosfera UNESCO Collina Po. Questo territorio, dove si intrecciano natura e attività umane, è un laboratorio perfetto e ha un grande potenziale: coinvolgendo agricoltori, cittadinanza e istituzioni sarà possibile costruire una politica del cibo che valorizzi l’ambiente, riduca gli sprechi e promuova l’inclusione sociale.

Parlare di città significa affrontare la realtà di un mondo in cui la maggior parte delle persone vive sempre più in aree urbane. Questo fenomeno in continua crescita ci mette di fronte a sfide cruciali, tra cui quella di garantire cibo, sano e sostenibile, a tutte e tutti.
Torino, come molte altre città, si sta interrogando su come nutrire i propri abitanti affrontando contemporaneamente problemi globali come la crisi climatica, la perdita di biodiversità e le disuguaglianze socio-economiche che sempre di più minano l’accesso a servizi e risorse di qualità.

Una possibile risposta arriva dai territori che circondano la città. È questo il cuore dell’idea dell’approccio City-Region Food System: costruire un legame forte tra città e campagna per garantire un sistema alimentare più integrato e sostenibile.
La mia ricerca si concentra sul territorio della Riserva della Biosfera Collina Po, un’area che comprende numerosi comuni tra Torino e le colline circostanti. Le aree “Man and Biosphere” (MAB) UNESCO sono territori di particolare interesse per quanto concerne la convivenza tra essere umano e ambiente e vengono designati nel quadro del programma MAB, ideato dall’UNESCO nel 1971, in cui si ricerca un migliore equilibrio tra tutela della natura, sviluppo sostenibile e ricerca scientifica.
Ogni riserva è suddivisa in zone, come da Statuto del programma; vi sono una parte centrale dove la natura viene rigorosamente tutelata (detta core area), una zona intermedia dove si sperimentano soluzioni innovative (detta buffer zone), e una zona di transizione dedicata allo sviluppo economico e sociale (detta transition area).

Collina Po, coinvolgendo una grande città come Torino, rappresenta un caso interessante per interrogarsi su questi temi, a partire proprio dal cibo come perno di un rinnovato legame tra essere umano e natura.
A partire da una ricostruzione completa del sistema del cibo - con approfondimenti sul numero di imprese agricole, aziende di trasformazione e punti di distribuzione, oltre che una ricognizione cartografica degli usi del suolo agricolo - per quanto riguarda le produzioni agroalimentari svolte su questo territorio, dai miei studi si evince che, in teoria, sarebbe possibile produrre abbastanza cibo per soddisfare le necessità della popolazione locale. Nella pratica, tradurre questa possibilità in realtà richiede un lavoro su tutto il sistema alimentare: dalla produzione alla distribuzione, fino al consumo, tenendo anche conto dell’ovvia difficoltà a rendere alcune filiere, come quelle relative a cacao e caffé, più di prossimità o a “km 0”.
Ma non basta produrre cibo in maniera più sostenibile; è necessario anche garantire che sia accessibile a chiunque, oltre che ridurre gli sprechi e promuovere abitudini di consumo più consapevoli. In questo contesto, il cibo non è solo un bisogno quotidiano, ma anche un mezzo per stimolare un rinnovato senso di comunità, ridurre le disuguaglianze e proteggere l’ambiente.
La sfida principale riguarda quindi lo sviluppo di una politica alimentare specifica per Torino e Collina Po, e per far ciò è essenziale coinvolgere tutte le parti interessate, incluse realtà agricole, istituzioni, associazioni e la cittadinanza, in un percorso di collaborazione e dialogo.
Negli ultimi anni, sono state avviate alcune iniziative per rafforzare il legame tra città e campagna, mostrando quanto queste siano interdipendenti. In particolare, si evidenzia la costruzione, anche a partire dal progetto europeo FUSILLI, di un Gruppo Interdipartimentale per le Politiche Alimentari (GIPA), con lo scopo specifico di creare le condizioni per la costituzione di una Politica locale del cibo di Torino. Inoltre, parallelamente, è nata una rete di reti e di associazioni chiamata Paesaggi e Comunità Urbane Nutrenti Torino (Punto al Cibo) che, aggregando progetti, realtà e iniziative che già operano sul territorio, raccoglie spunti e bisogni che la futura politica del cibo dovrà tenere in considerazione.
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Il lavoro svolto su questi temi ha un forte impatto sulla società, perché aiuta a ripensare il rapporto tra città e territori limitrofi e offre soluzioni pratiche a sfide globali come la sicurezza alimentare e la sostenibilità. In un momento storico in cui le crisi ambientali e sociali sono sempre più pressanti, sviluppare sistemi alimentari locali e resilienti è una priorità.
Guardando al futuro, sarà importante continuare a rafforzare la collaborazione tra le diverse realtà locali e valorizzare le esperienze positive che emergeranno proprio a partire dal ruolo della Riserva Collina Po.
Torino ha l’occasione di diventare un modello per altre città, dimostrando che nutrire la popolazione rispettando l’ambiente, valorizzando il territorio e costruendo una società più giusta e inclusiva è possibile.