Storie di ricerca

I grilli fanno bene all’intestino?

Questo contenuto fa parte del tema del mese: Cibo del futuro

L’interesse della ricerca verso fonti proteiche alternative è in crescita. Alimenti come legumi, alghe o insetti possono offrire benefici nutrizionali e favorire la transizione verso diete più sostenibili. Abbiamo valutato l’impatto di proteine di pisello, grillo e latte sul microbioma intestinale (i microrganismi presenti nell’intestino) utilizzando un simulatore del tratto gastro-intestinale umano. I risultati preliminari suggeriscono che le diverse proteine hanno effetti unici e positivi sul microbioma. Ulteriori approfondimenti sveleranno sia gli effetti sull’essere umano sia il possibile impatto ambientale.

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Scienze Mediche
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Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari
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Sostenibilità e salute? Un connubio possibile e necessario oggi.
Gli alimenti che consumiamo influiscono sul nostro benessere fisico e psichico e svolgono un impatto ambientale più o meno rilevante. L’incremento numerico della popolazione mondiale spinge a trovare soluzioni alimentari in grado di offrire a quante più persone possibili cibo sano, nutriente, facile da ottenere, ma rispettoso del pianeta.

È stato dimostrato che gli alimenti proteici tradizionali di origine animale, come carne, formaggi, pesce e uova comportano un elevato utilizzo di risorse naturali tra cui terra, acqua ed energia. In questo contesto, fonti proteiche alternative come legumi e insetti potrebbero rappresentare un’opportunità per garantire un’alimentazione sana e di ridotto impatto ambientale. Nel caso dei legumi, ci sono già evidenze scientifiche in merito. Gli insetti sono attualmente oggetto di studio come fonte alimentare alternativa per capire se, oltre all’apporto proteico, possano anche costituire un cibo adatto al corpo umano, finanche “sano”.

Gli alimenti che introduciamo vengono sottoposti non solamente ai processi digestivi e assorbitivi “umani”, ma anche “batterici”. Il microbioma intestinale è l’insieme dei microrganismi che popolano il nostro intestino e svolge funzioni cruciali per la nostra salute. La capacità di produrre sostanze e ormoni che possono agire sia a livello intestinale che a distanza lo rende importante per i processi digestivi, il sistema immunitario e molti organi e apparati. Le scelte alimentari possono influenzare profondamente l’equilibrio e la composizione del microbioma e, in definitiva, lo stato di salute globale.

Da queste premesse, è nata l’idea di condurre uno studio per valutare l’impatto di diverse fonti proteiche sul microbioma intestinale utilizzando uno strumento che è in grado di simulare l’intestino umano, cioè lo SHIME® (Simulator of the Human Intestinal Microbial Ecosystem).


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Per il nostro progetto di ricerca è stata utilizzata una configurazione avanzata di questa tecnologia, denominata Triple M-SHIME®, che permette di testare l’effetto di tre fonti proteiche: latte, pisello e grillo. Dopo essere stato “colonizzato” dal microbioma umano di un donatore sano, il sistema è stato nutrito con le tre diverse tipologie di proteine per verificarne l’influenza sul microbioma sia a livello del lume intestinale (contenuto intestinale) che della mucosa (la superficie che riveste l’intestino)

I risultati preliminari hanno rivelato un aspetto sorprendente: le proteine di grillo sembrano favorire una composizione batterica unica e differente rispetto a quelle di pisello e latte, le quali invece mostrano una composizione molto simile tra loro.

In particolare, è stata osservata un’abbondanza significativa di batteri appartenenti al phylum Firmicutes, noti per il loro ruolo nella produzione di sostanze benefiche per la salute intestinale, come gli acidi grassi a catena corta (per esempio il butirrato). Inoltre, è emerso che la chitina, uno dei principali componenti dell’esoscheletro degli insetti, potrebbe promuovere la crescita di batteri benefici con proprietà antinfiammatorie. Al contrario, le proteine di pisello e latte hanno mostrato un impatto più moderato sulle variazioni del microbiota. 

Se da un lato si è evidenziato come le diverse fonti proteiche possano avere effetti sul microbiota, migliorare la comprensione degli effetti specifici delle proteine di insetto sulla salute intestinale potrebbe, dall’altro, contribuire a superare almeno in parte alcune delle barriere culturali che ostacolano l'accettazione di novel foods.

I risultati del nostro studio devono essere confermati da ulteriori esperimenti, e soprattutto dalla valutazione degli effetti “in vivo” sull’essere umano.
È inoltre necessaria un’analisi di sostenibilità che consideri sia gli aspetti ambientali, come il minor impatto degli allevamenti di insetti su emissioni e risorse naturali, sia quelli culturali legati alla percezione e all'accettazione di questi novel foods nelle diverse società. 

Dal punto di vista ambientale, infatti, gli insetti mostrano un impatto ecologico minore rispetto alle fonti proteiche tradizionali: il loro allevamento produce fino al 90% in meno di emissioni di gas serra rispetto alla carne bovina, richiede circa 8-10 volte meno acqua e consuma meno suolo agricolo.

 Tuttavia, il potenziale beneficio di questa sostenibilità ambientale potrebbe essere vanificato dalla scarsa accettazione culturale nei paesi occidentali, dove il consumo di insetti è ancora visto con diffidenza perché associati tradizionalmente all’idea di sporcizia e contaminazione.

Sebbene gli insetti possano dunque avere un impatto ecologico inferiore rispetto ad altre fonti proteiche e siano già consumati in molte culture, la loro accettazione in Occidente potrebbe essere più complessa. Le preferenze alimentari e le percezioni sociali sono fattori cruciali da considerare per capire se l'adozione su larga scala di insetti come fonte proteica sia effettivamente realizzabile.

Si tratta di ricerche attualmente  in corso per le quali speriamo di poter fornire presto novità che illuminino una delle vie per il cibo del futuro!