NuVola di Comunità: quando l’archeologia diventa un mezzo di aggregazione interculturale
Può l’archeologia farsi ponte per coinvolgere e integrare comunità appartenenti a etnie e culture differenti?
È l’obiettivo del progetto NuVola di Comunità: attraverso la visita all’area archeologica paleocristiana di San Secondo e al Museo Lavazza, le comunità dei quartieri torinesi Aurora e Barriera di Milano vengono raggiunte, accolte e rese parte dell’identità storica e culturale della città.
Qui raccontiamo come l’iniziativa ha preso vita, dall’idea su carta al programma di Community Engagement di Lavazza, grazie alla collaborazione tra università, territorio e imprese.
Il progetto che vi stiamo per raccontare è nato durante alcuni difficili pomeriggi casalinghi passati tra interminabili video- call con amic* e colleg*, come un qualsiasi “progetto di gruppo” finalizzato a superare un esame, quello di Archeologia Pubblica alla Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici “Giorgio Gullini”.
Il progetto ha come fulcro il territorio torinese e in particolare i quartieri Aurora e Barriera di Milano, storiche aree industriali della città, oggi luogo simbolo di vivacità multiculturale, di mutamento e di sfide sociali, insieme all’area archeologica di San Secondo, custodita all’interno degli spazi di Nuvola Lavazza. La chiesa paleocristiana e l’annessa area cimiteriale, di grande rilievo nel contesto del patrimonio architettonico e archeologico cittadino, sono al momento avulse dalla realtà culturale delle comunità di quartiere (soprattutto quelle di origine straniera).
Il nostro compito era quello di sviluppare strategie sostenibili di community engagement basate sulla percezione del centro Lavazza e dell’area archeologica come simboli identitari dei quartieri citati, attraverso un processo di progressiva appropriazione culturale da parte delle comunità̀ residenti. L’area archeologica può diventare così luogo d’incontro, coinvolgimento e interferenza culturale con l’obiettivo di stimolare la formazione di una nuova identità di comunità, basata sulla percezione del presente e del passato come fasi di un processo in costante divenire. Un processo del quale comunità di cultura, lingua e religione differenti siano parti integranti e interagenti, e nel quale le persone possano identificarsi. NuVola di Comunità, così abbiamo chiamato il progetto, si propone di responsabilizzare alla cura del patrimonio, alla conoscenza di ciò che è conservato, di offrire formazione e supporto all’apprezzamento e alla fruizione differenziata di un’area archeologica musealizzata.
Il progetto si concretizza nell’organizzazione di tre eventi nel periodo compreso tra la primavera e l’inizio dell’estate 2022, nello specifico il 25 marzo, il 29 aprile e il 27 maggio 2022 Sono tutti venerdì e la durata di ogni evento è di circa 1 ora e 30 minuti in orario pre-serale. La prima parte dell’evento è dedicata alla visita all’area archeologica di San Secondo della durata di 45 minuti, in cui il gruppo dei partecipanti è accompagnato da due espert* in archeologia e mediazione culturale. La serata prosegue con una passeggiata all’interno del Museo Lavazza e termina con un momento conviviale all’interno dell’area Experience del Museo Lavazza, dove il caffè è ancora una volta il tramite di eccellenza per creare condivisione e dialogo.
Vi state chiedendo come siamo passate dalla “carta” del progetto, quello su cui stavamo lavorando per l’esame di Archeologia Pubblica, alla realtà? Tra il dire e il fare si è palesata una possibilità.
L’opportunità offertaci prima dai docenti della Scuola di Specializzazione, Vito Messina e Carlo Lippolis, di presentare questo progetto per il bando di Terza Missione del Dipartimento di Studi Storici e poi dal Museo Lavazza e dal Community Engagement di Lavazza, che hanno deciso di ospitare e sostenere le attività previste. Le associazioni di quartiere (Generazione Ponte, Gruppo Abele, Bagni pubblici di via Agliè, M.A.I.S.-Bunker e ACP), ben radicate nel territorio, sono state il tramite per coinvolgere la comunità e permettere la partecipazione al progetto anche alle persone che non padroneggiano la lingua italiana attraverso la presenza di mediatori e mediatrici culturali. Quindi, superata l’incredulità, il “ma davvero proprio il nostro progetto?”, adesso tre archeologhe con formazioni diverse, esperienze lavorative diverse e una comune passione per il coinvolgimento dell’Altr* nel mondo dell’archeologia, portano le proprie competenze, la propria voglia di imparare al servizio di NuVola di Comunità.
Ilaria Cimino è un’egittologa con anni di esperienza nella didattica museale e attualmente lavora come operatrice didattica al Museo Egizio; per lei il progetto su un’area archeologica paleocristiana è una sfida anche in termini contenutistici. Manuela Meloni è un’archeologa professionista da vent’anni, tra i primi archeologi ad accompagnare i visitatori all’interno del sito di San Secondo e mental coach del gruppo. Marianna Ceppa, la più giovane, ha esperienza come coordinatrice di musei e operatrice all’interno di progetti culturali. Il differente bagaglio culturale e formativo di ognuna di noi ci consente di apportare preziosi contributi al progetto e ne diventa il più grande di forza.
NuVola di comunità ci ha offerto lo spazio per metterci in gioco: di questo siamo molto grate e speriamo che il progetto abbia successo nelle serate previste e che sia di riferimento per attività future.
Le foto sono di Andrea Guermani