Storie di ricerca

Tutto è interconnesso. Sfide ambientali e umanitarie per tutelare l'acqua e le comunità

La Terra sorridente e rilassata abbraccia continenti, mari, fiumi, corsi d’acqua, persone e cuori: è lei a guidarci nella ricerca di un modello di governance che protegge l’acqua, i suoi diritti e i suoi abitanti, insegnandoci l’empatia, la compassione e la cura. Con gli strumenti del diritto e il coinvolgimento diretto delle comunità marine italiane e quelle indigene del Mato Grosso (Brasile) e della valle del Tana (Sápmi - fig. 1), vogliamo ridisegnare una risposta alle sfide urgenti legate all’acqua, seguendo il principio di ecologia integrale.

Dipartimento / Struttura
Management
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[Mentre leggi questo racconto, ascolta Healing Water Relaxing Soundscape]

L’acqua è fonte di vita, incessante connettore di esseri viventi, luoghi e saperi. Eppure sono tante le sfide a cui è sottoposta: scarsità, contaminazione, sfruttamento, iniqua distribuzione. Per tutelare l’acqua e coloro che maggiormente interagiscono con essa - ecosistemi marini e ripari - abbiamo sviluppato tre idee progettuali che ripensano e reinterpretano i tre pilastri della governance ambientale, istituiti dalla Convenzione di Århus (1998) e dall’Accordo di Escazú (2018).
Lo abbiamo fatto insieme a ricercatrici e ricercatori italiani, norvegesi, canadesi e brasiliani, alle comunità marine e riparie italiane (Torre Guaceto, Parco delle Madonie, Parco Fluviale Gesso e Stura), alle comunità indigene del Mato Grosso (Pajé's Chiquitano peoples), del fiume Tarumã (No-su-ruch maku-numã), Mato Grosso, Brasile, e del fiume Tana, Finnmárku, Sápmi e con il prezioso aiuto di tre illustratrici: Valentina Russo (Terra Sorridente, fig. 2), Camilla Neema Haule (Storia illustrata, fig. 3), Loyuá Ribeiro Fernandes Moreira da Costa (Nambiquara Illustration, fig. 4 e 5). Il linguaggio delle illustrazioni infatti è fondamentale per superare barriere linguistiche, culturali e legali.

Ci stiamo occupando di rileggere l’accesso alle informazioni, la partecipazione ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia attraverso tre concetti chiave: l’etica ecologica dell’empatia, della compassione e della cura. Si tratta di tre dimensioni che vengono applicate al sistema di governance dell’acqua tenendo conto delle loro fondamenta: l’empatia intesa come abilità di entrare in comunione con gli altri; la compassione che implica il sentire e il provare emozioni insieme agli altri; la cura intesa come pratica ristoratrice, restauratrice e in grado di sanare ferite.

Il nostro modello di governance dell’acqua, riletto in questa triplice chiave, mira a ridisegnare la risposta del diritto alle sfide dell’acqua, focalizzandosi, da un lato, sui doveri/obblighi verso l’acqua, dall’altro, verso i popoli che subiscono danni o spostamenti forzati a causa della carenza, assenza o contaminazione dell’acqua (diritti umani all’acqua). La nostra risposta enfatizza il concetto di ecologia integrale e sviluppa un quadro collaborativo di governance dell’acqua. L’ecologia integrale è “un invito a una visione integrale della vita, a partire dalla convinzione che tutto è interconnesso e che siamo interdipendenti e dipendenti dalla nostra madre Terra” (Papa Francesco, 2020 e 2015).

La nostra metodologia è composita e integra l’analisi critica del diritto con la ricerca-azione partecipata insieme alle comunità. Questo secondo aspetto è il risultato di anni di studio e pratica, sviluppati grazie agli insegnamenti del gruppo di ricerca dell’Indigenous Law Research Unit (ILRU) dell'Università di Victoria, Vancouver Island (British Columbia), sotto la guida delle professoresse Val Napoleon e Rebecca Johnson. In una prima fase vengono individuate le problematiche da cui scaturisce la ricerca insieme alle comunità (marine e riparie). In una fase successiva, queste ultime identificano le domande della ricerca più vicine ai loro bisogni e formulano e verificano le ipotesi insieme ai gruppi di ricerca. Comunità e gruppo di ricerca si interrogheranno su domande di ricerca di questo tenore: “Qual è l’origine e la causa delle sfide ambientali e umanitarie legate all’acqua?”; “Come può la partecipazione, reinterpretata attraverso l’empatia, la compassione e la cura, aiutare a sviluppare strategie per superare tali sfide?”. Gli obiettivi sono (1) contribuire alla trasformazione della realtà sociale e a un cambiamento positivo degli ecosistemi coinvolti, (2) co-creare i risultati della ricerca e condividerli. I beneficiari della ricerca sono i membri stessi delle comunità (umane e non-umane), così come i gruppi di ricerca e le generazioni future.

L’analisi critica insieme alla ricerca-azione partecipata contribuisce allo sviluppo di un metodo scientifico accurato, preciso e in grado di restituire un’immagine autentica della realtà. Il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati è di per se stesso espressione del concetto di ecologia integrale: forma e sostanza si integrano e si completano in un incessante con-divenire.