Della pianta non si butta via niente! Le proprietà benefiche dei prodotti di scarto
Le piante, già lo sappiamo, sono fonte di sostanze con diversi effetti benefici e salutistici. Quello che emerge dalle nostre ricerche, però, è che queste sostanze si possono trovare anche nei prodotti di scarto. Ad esempio le foglie del melograno e i prodotti provenienti dalla potatura della vite stanno rivelando interessanti proprietà, rispettivamente antivirali e antiossidanti. Il vantaggio è duplice: evitare l’immissione di composti tossici e inquinanti nell'ambiente e trovare alternative a farmaci sintetici.
Le piante sono oggetto di un crescente interesse da parte dell’opinione pubblica, soprattutto in questo periodo in cui la loro importanza per la vita sulla Terra si sta sempre più affermando nella discussione su ambiente e cambiamenti climatici. Le specie vegetali sono parte integrante dell’ecosistema, contribuiscono alla produzione di ossigeno e l’essere umano ha imparato a sfruttarle come preziose fonti di cibo e di sostanze con effetti salutistici, tanto da decidere di addomesticarle e coltivarle per rispondere a un fabbisogno sempre maggiore di materia prima. Le componenti responsabili delle proprietà benefiche, i cosiddetti metaboliti primari e secondari, sono biosintetizzate dall’organismo vegetale con complicati processi metabolici e la loro produzione e l’accumulo possono avvenire in specifiche parti della pianta e variare in base alle condizioni di crescita e allo stato di salute della specie vegetale.
Oltre a essere contenuti nelle parti delle piante che si utilizzano comunemente, questi composti si trovano anche nei prodotti di scarto, che possono essere una fonte significativa di sostanze biologicamente attive, ad esempio come antimicrobici.
Il gruppo di ricerca di Biologia Farmaceutica e Chimica degli Alimenti del Dipartimento di cui faccio parte si occupa dell’estrazione e dell’analisi di metaboliti sintetizzati da specie vegetali che trovano impiego in ambito farmaceutico, alimentare, cosmetico. Oltre però a piante o loro derivati noti per scopi terapeutici o alimentari, nell’ultimo periodo ci siamo interessati anche allo studio di prodotti di scarto provenienti da matrici vegetali, per un loro potenziale riutilizzo come risorsa secondaria.
Per prodotto di scarto si intende ad esempio l’acqua residua ottenuta in seguito alla distillazione di una pianta aromatica, così come i residui di processi estrattivi o ancora le porzioni della pianta che solitamente vengono scartate perché la la droga vegetale si trova in una specifica parte. Per citare alcuni esempi concreti, l’analisi fitochimica dei prodotti derivanti dalla potatura della vite (Vitis vinifera L.) ci ha permesso di individuare, negli estratti ricavati da questa matrice di scarto, numerosi composti polifenolici, responsabili di un’eccellente azione antiossidante. Al tempo stesso, le foglie di melograno (Punica granatum L.) che, a differenza del frutto consumato per l’alimentazione, non vengono di solito adoperate, sono risultate ricche di principi con potenziali attività biologiche. In collaborazione con il laboratorio di virologia molecolare e ricerca antivirale del Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche, abbiamo verificato le proprietà antivirali da parte degli estratti di foglie di melograno nei confronti di Zika virus, osservando incoraggianti risultati in particolare per un composto, l’acido ellagico.
La raccolta e l’analisi dei prodotti di scarto è quindi molto importante: da un lato, per la ricerca di nuove molecole come interessanti alternative a farmaci sintetici, verso cui alcuni batteri o virus possono aver sviluppato una resistenza; dall'altro, in un discorso di sostenibilità ambientale ed economia circolare, per valorizzarne un uso alternativo ed evitare l’eventuale riversamento nel suolo o nei corpi idrici di composti tossici e inquinanti, possibile causa di danni ambientali.