Memorie che curano, memorie da curare. Storie della liberazione dai manicomi
Un progetto di ricerca e una scuola che raccolgono la memoria e le eredità della rivoluzione psichiatrica iniziata alla fine degli anni '70 con l’approvazione della legge Basaglia. Il cuore della nostra indagine è la storia orale: archivi, documenti, interviste, memorie e pratiche di quelle persone, cooperative e associazioni che hanno preso parte al processo di deistituzionalizzazione e di chiusura dei manicomi in Italia.
Che cosa rimane oggi della rivoluzione psichiatrica iniziata in Italia alla fine degli anni sessanta, culminata nel 1978 con l’approvazione della legge 180 e con l’istituzione del Servizio sanitario nazionale e proseguita per anni, fino alla definitiva chiusura di tutti gli ospedali psichiatrici alle soglie del nuovo millennio? Al di là degli aspetti normativi e di settore, qual è la memoria di questa straordinaria, e per certi versi unica, trasformazione culturale che investì l’intera società?
Una trasformazione che fu possibile perché un largo movimento anti-istituzionale lavorò per abbattere i muri di mattoni che circondavano i manicomi, dove erano rinchiuse a vita migliaia di persone private di ogni diritto, anzitutto di quello alla cura, ma anche e soprattutto per eliminare le barriere dello stigma, dell’emarginazione e della separazione tra presunta “follia” ed esibita “normalità”.
La risposta a tali domande è oggetto di una ricerca portata avanti da alcuni anni dal Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino che riguarda proprio le memorie della deistituzionalizzazione, con una particolare attenzione al caso torinese, contesto a lungo dimenticato, ma che permette di analizzare la complessità e la contraddittorietà di tale processo in una grande città industriale. Torino contava infatti quattro manicomi tra i più grandi d’Italia, con quasi 5000 ricoverati negli anni Sessanta, una rete di altre “istituzioni totali” da chiudere o da trasformare (dedicate per esempio a minori, a malati cronici e ad anziani), l’assenza di servizi territoriali, una cultura psichiatrica avversa al cambiamento, in un quadro in cui le pratiche della deistituzionalizzazione erano in gran parte da inventare e sperimentare.
Per indagare più a fondo il processo di deistituzionalizzazione, il suo carattere sperimentale e innovativo declinato diversamente nei vari contesti territoriali, le modalità di applicazione della legge 180 (o legge Basaglia, da Franco Basaglia, lo psichiatra che se ne fece promotore), gli esiti e le eredità politiche e culturali, abbiamo deciso di aprire un cantiere di lavoro molto variegato che prevede, oltre alla ricerca storica, azioni che valorizzano la storia dei luoghi (le aree degli ex ospedali psichiatrici torinesi) e i patrimoni culturali (anzitutto gli archivi), censimento di fonti e di archivi personali, iniziative formative.
Nasce così Memorie che curano. Storia orale del superamento degli ospedali psichiatrici, un progetto di ricerca che mira a ricostruire la storia del superamento degli ospedali psichiatrici in Italia dagli anni settanta fino alla loro definitiva chiusura tra la fine del Novecento e l’inizio del nuovo millennio. L’approccio è quello della storia orale, che si occupa delle memorie individuali e collettive ricostruite attraverso le interviste ai protagonisti, e l'obiettivo di questo nostro progetto è quello di dar vita a un archivio di memorie orali della psichiatria italiana.
Dedicheremo una linea di lavoro interamente ai patrimoni culturali del terzo settore e privati, con una particolare attenzione agli archivi e ai documenti conservati dalle cooperative sociali e dalle associazioni nate tra la fine degli anni sessanta e gli anni ottanta, soggetti con fisionomia, funzione, scopi molto diversi tra loro, ma accomunati dalla vicinanza di storie e di persone, oltre che, soprattutto, dall’aver conservato in armadi, stanze, computer, scatole, dossier e album fotografici parti rilevanti della storia della deistituzionalizzazione in provincia di Torino.
Grazie a questa collaborazione, che mescola le attività di ricerca “pura” con quelle di Terza Missione, nel 2022 abbiamo organizzato il primo appuntamento pubblico Memorie che curano/Memorie da curare. Terzo settore e patrimoni culturali della storia della deistituzionalizzazione, immaginato come volano e come acceleratore di progettualità mirate al recupero degli archivi cooperativi, associativi e personali.
Subito dopo, per mettere in pratica gli insegnamenti della storia orale, per estenderli a un numero più ampio di persone con professioni e interessi molto diversificati e per iniziare a condividere le memorie della deistituzionalizzazione, abbiamo dato vita alla prima edizione di Voci oltre il muro. Scuola di Storia orale nel paesaggio della liberazione dal manicomio; la seconda edizione Restituire parola/Riprendere parola è prevista a Torino e a Collegno dal 26 al 28 maggio 2023.
Aperti a mettere al servizio di un’esplorazione più ampia le competenze e il lavoro degli storici, stiamo oggi operando per costruire proficue occasioni di dibattito e di lavoro condiviso proprio a partire dalle memorie di questa rivoluzione sociale e culturale e dai nodi problematici che riguardano l’attualità, e che le testimonianze dei singoli e le eredità culturali aiutano a identificare con estrema chiarezza. Ci riferiamo per esempio alla concezione (oggi fortemente in crisi) dei servizi sociali e sanitari nella logica di integrazione, decentramento, centralità del territorio e prevenzione, alla centralità o subalternità del lavoro sociale rispetto alla “clinica”, ai rischi e alle forme di re-istituzionalizzazione e alle contraddizioni tra le pratiche di cura o di sostegno delle persone sofferenti e in difficoltà, le soggettività degli individui fragili e la loro libertà.