Storie di ricerca

Le sentinelle del clima e il futuro delle praterie dell'Appennino

Questo contenuto fa parte del tema del mese: Montagne in movimento

Nei primi anni Duemila un network di ricerca ha iniziato a lavorare a un progetto molto ambizioso: monitorare gli effetti del cambiamento climatico sugli ecosistemi montani. Ora, dopo vent’anni di dati raccolti, il progetto PRIN-SENTINEL prova a mettere a sistema quei dati per raccontare il futuro degli ecosistemi e capire come agire per tutelarne la ricchezza e il valore ecologico.

Dipartimento / Struttura
Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari

Le montagne rappresentano circa il 27% delle terre emerse e ospitano, secondo stime FAO del 2017, circa il 15% della popolazione del pianeta. Esse non sono importanti solo per le persone che vi abitano, ma per tutti noi, poiché ospitano un’enorme biodiversità e svolgono numerosi servizi ecosistemici legati alla produzione di cibo e biomassa, alla regolazione del clima e stoccaggio del carbonio, nonché funzioni ricreative e paesaggistiche.

Tuttavia le montagne sono tra le aree geografiche più fragili e maggiormente colpite dal cambiamento climatico in atto che si ripercuote - oltre che sull’atmosfera- anche su flora, fauna e suolo, costretti a reagire e adattarsi a condizioni sempre nuove.

Infatti, le variabili climatiche quali temperatura e precipitazioni possono influenzare significativamente gli habitat delle specie animali e vegetali montane, costringendole a spostarsi progressivamente verso condizioni più adatte, a quote maggiori, in competizione con le specie naturalmente presenti nel piano nivale e subnivale.

Pensando alle praterie di alta quota e a come muteranno nel futuro, potremmo chiederci che aspetto avranno nei prossimi decenni, o come cambierà la composizione floristica. Compariranno nuove specie? Ci saranno migrazioni tra le diverse fasce altitudinali? Come si modificheranno nel tempo la temperatura e l’umidità del suolo, e con quali conseguenze a lungo termine sugli habitat naturali? Quali specie usciranno sconfitte dalla competizione in atto e quali si affermeranno?

Per rispondere a queste domande, già nei primi anni 2000 il mondo scientifico aveva compreso l’importanza di monitorare gli effetti del cambiamento climatico sulla vegetazione attraverso reti di sorveglianza e siti sperimentali permanenti ad alta quota. Lo studio della fragile interfaccia tra gli ecosistemi terrestri montani e l’atmosfera può aiutarci proprio a comprendere come il suolo e gli organismi viventi (piante, insetti, microrganismi) che lo abitano e lo colonizzano potranno reagire nel tempo al cambiamento climatico. 


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Le Università di Torino, Parma, Padova e il CNR hanno avviato nell’ottobre 2023 il progetto “PRIN – SENTINEL - The responses of Italian mountain ecosystems to climate change”, sotto la guida dell’Università di Pavia. Il progetto, che durerà 2 anni, si avvarrà del network di ricerca a lungo termine GLORIA, che dal 2001 svolge un monitoraggio delle comunità vegetali in 130 siti d’alta quota in tutto il mondo, e si concentrerà su due siti di prateria dell’Appennino settentrionale (Monte Cimone e Cima Borra Grande).
Le due aree di studio diventeranno vere e proprie sentinelle del clima, e aiuteranno il team di ricerca a esplorare i complessi meccanismi del cambiamento climatico e i principali effetti sulla biodiversità in ambiente montano. 
I dati climatici e vegetazionali raccolti negli ultimi vent’anni circa saranno elaborati e integrati con approfondimenti sul regime termico e di umidità dei suoli, sugli stock di carbonio e le emissioni gassose, e sulle principali proprietà del suolo che potrebbero subire variazioni a seguito dei processi in atto. 

fotografia del Monte Cimone
Il sito SENTINEL - Monte Cimone (Emilia Romagna)

A partire dai risultati ottenuti, sarà possibile approfondire le dinamiche degli ultimi anni, studiare modelli previsionali, sviluppare scenari e preparare strategie di mitigazione e resilienza per il futuro che ci aiuteranno a limitare la perdita di biodiversità e gli impatti irreversibili sulle diverse componenti degli ecosistemi.