Storia di sinergia

Archeologie intrecciate: portare l’archeologia tra i banchi di scuola

Di cosa si occupa l’archeologia? Siamo andate a chiederlo agli alunni e alle alunne delle scuole secondarie di secondo grado, riuscendo a instaurare un dialogo aperto e costruttivo, attraverso cui è stato possibile sfatare falsi miti e avvicinare il nostro giovane pubblico a questa disciplina.

Dipartimento / Struttura
Studi Storici


“Cosa vi viene in mente quando si parla di archeologia?” è ciò che noi studentesse della scuola di specializzazione in Beni Archeologici abbiamo chiesto agli alunni e alle alunne dell’ISS Santorre di Santarosa all’inizio degli incontri del progetto Archeologie Intrecciate. Le risposte sono state le più disparate: “scalpello”, “tesori” e “dinosauri” erano alcune tra le parole più gettonate, dimostrando una gran confusione sull’argomento.

Archeologie intrecciate è il progetto del Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino che ha l’intento di sfatare i miti e chiarire i dubbi riguardanti l’archeologia e di accorciare le distanze tra chi si occupa di archeologia per mestiere e chi s’interessa per passione, creando un dialogo aperto e uno scambio costruttivo.

Ma cos’è veramente l’archeologia? Questa disciplina ha tante anime, ma il suo intento più nobile è sicuramente quello di ricostruire il passato, non con la visione fantascientifica che caratterizza l’adolescenza, ma con uno sguardo scientifico e metodico. L’archeologia, inoltre, può aiutare gli studenti e le studentesse a concepire la storia come qualcosa di pratico e tangibile, non solo come un elenco di fatti da ricordare per la verifica di fine quadrimestre.

Abbiamo portato come esempio le nostre esperienze dirette, tutte diverse, che spaziano dal lavoro come guida al Museo Egizio e ai Musei Reali di Torino alla ricerca archeologica universitaria con UniTo e CRAST (Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino), all’archeologia preventiva nei cantieri edili e di manutenzione delle infrastrutture della città.

Grazie alla disponibilità di tutte le docenti coinvolte e alla piena libertà che ci hanno dato nelle due ore di tempo con ciascuna delle sei classi a noi affidate, abbiamo costruito non una semplice lezione frontale in cui riversare dall’alto nozioni e informazioni sul nostro giovane pubblico, ma dei veri e propri incontri in cui il dialogo è stato uno degli elementi fondamentali.

I ragazzi e le ragazze dell’ ISS Santorre di Santarosa si sono dimostrati disponibili a liberarsi dai preconcetti sull’archeologia e a trovare una nuova prospettiva da cui osservare la storia che studiano nei manuali. Non si sono limitati ad ascoltare, ma hanno posto domande e manifestato curiosità interessanti.

Il risultato è chiaramente visibile dalla nuova nuvola di parole generata dopo gli incontri (vedi photogallery), con nuove risposte alla stessa domanda iniziale. L’archeologia per loro non è più legata al concetto di “maledizioni” o “dinosauri”, ma è attività di scavo e post-scavo che richiede “pazienza”.

Tra i nuovi termini risaltano “trowel”, lo strumento utilizzato dall’archeologo, e “stratigrafia”, ossia la sovrapposizione dei livelli del terreno nel corso del tempo che ci permette di individuare i rapporti cronologici tra i diversi elementi rinvenuti durante lo scavo archeologico. Questo è un concetto spesso non immediato per i non addetti ai lavori, ma che gli studenti hanno appreso con facilità.

L’archeologia, quindi, non sembra più essere vista come una ricerca acritica dei tesori del passato, ma un lavoro di studio approfondito che punta a ricostruire la storia attraverso l’analisi delle evidenze materiali raccolte seguendo una metodologia specifica.

Un progetto di Archeologia Pubblica delle studentesse della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici Giorgio Gullini: Federica Belotti, Martina Fissore, Ludovica Galli, Ilda Mata e Claudia Pacecca.

Con la supervisione dei prof. Carlo Lippolis e Vito Messina e la collaborazione delle professoresse Vanessa Iannone, Monica Bandella, Stefania Farina, Monica Marino, Sara Murgia, Luisa Ricossa, Rosalia Schilirò, Maria Caterina Semerano, Valentina Spitaleri dell’ISS Santorre di Santarosa.