Biodiversità e conflitti: la via verso una “Pace ambientale giusta”
Biodiversità e guerra. Nel discorso comune sembrano tematiche distanti e slegate, ma in realtà il loro rapporto è molto complesso e ambivalente. Le crisi sociali e ambientali in corso a livello mondiale - tra cui la drammatica invasione dell’Ucraina - che riguardano diversi epicentri della biodiversità sono qui a ricordarcelo. Un nostro progetto di divulgazione punta a sensibilizzare e a stimolare la riflessione sugli impatti sociali e ambientali di questa inestricabile relazione.
I conflitti, oltre agli incalcolabili drammi umani, hanno pesanti conseguenze anche a livello economico, territoriale e ambientale. Il loro impatto ambientale è molteplice: distruzione fisica dei manufatti umani e degli eco e agrosistemi naturali, cambiamento d’uso del suolo, spesso in senso semi-permanente, dispersione di sostanze inquinanti, sia in termini macroscopici (come ordigni e mine inesplose) che microscopici (metalli pesanti, idrocarburi, impossibile gestione dei rifiuti e reflui urbani, ecc.), distruzioni e danneggiamenti dei territori coinvolti dallo spostamento di popolazioni coinvolte nei conflitti, e altro ancora.
Oltre ai danni diretti in termini di impatti ambientali, la guerra determina un notevole impatto in termini di emissioni, tanto da contribuire attivamente ai cambiamenti climatici, come racconta la professoressa Elisa Palazzi in Come la guerra cambia il clima. Ulteriori danni indiretti dei conflitti sono rappresentati dai dietrofront delle politiche pubbliche e gli spostamenti di budget in tema di ambiente. La guerra in Ucraina da questo punto di vista rappresenta un tragico esempio: incide su un territorio estremamente popolato, già esposto a drammatiche crisi ambientali (Chernobyl e inquinamento industria nel Donbass) e socioeconomiche (abbandono rurale, accaparramenti fondiari, ecc); ridefinisce la priorità degli interventi anche in campo ambientale e,oltre a danneggiare il territorio sia in senso naturalistico sia in termini produttivi, minaccia i mercati agricoli mondiali relativamente alla disponibilità di energia e materie prime1, 8,9,10,11,12.
I conflict studies, il campo di studi di cui mi occupo, si concentrano sul ruolo a lungo termine e di ampio raggio dei conflitti in paesi quali Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo e Colombia. Impatti che comprendono la riduzione della biodiversità e dell’agrobiodiversità, l’inquinamento ambientale, l’esposizione del territorio e gli investimenti e acquisizioni fondiarie speculative anche in senso conservazionistico, come nei casi di water e land grabbing. In questo caso il controllo territoriale locale e nazionale e l’accumulazione e capitalizzazione della risorsa terra provocano gravi danni ambientali e alla biodiversità, spesso con ripercussioni anche sulle comunità indigene locali, come nel caso della deforestazione in Amazzonia e nel Cerrado brasiliano, una grande savana tropicale caratterizzata da una grande biodiversità di fauna e flora. Il fenomeno stesso è infatti accompagnato da tensioni ed eventi violenti, specie nelle aree di ex conflitto (per esempio in Colombia, Indonesia, Cambogia), da qui l’interesse nell’ambito dei Post conflict studies di approfondire i drivers, le dinamiche e di comprendere quali siano le buone pratiche fondiarie - cioè relative alla gestione della terra - possibili per minimizzare l’acuirsi di questi fenomeni3,7,8,9,10,11.
Ma se l’ambiente e la biodiversità vengono danneggiati dai conflitti, lo stesso mondo della conservazione e della green economy spesso non è esente da esplicite forme di militarizzazione ed esclusione (tanto da far coniare il termine Green Grabbing), come nel caso del Parco Transnazionale Kruger-Limpopo, una delle riserve faunistiche più grandi dell'Africa, laddove l’istituzione dello stesso Parco ha comportato per gli abitanti nelle aree coinvolte lo spostamento forzato e l’esclusione dall’utilizzo delle risorse nei sistemi agro-pastorali locali. In tal senso la biodiversità gioca un complesso ruolo bidirezionale di “vittima-carnefice”, in cui la biodiversità stessa è vittima delle attività antropiche, ma al tempo stesso iniziative tese a promuoverla spesso generano tensioni perché poco inclusive e perché si scontrano con le istanze sociali ed economiche locali. In tal senso un approccio di studio multidisciplinare che coinvolga e integri le scienze sociali e ambientali può essere la chiave per “paci ambientali giuste”. La biodiversità stessa resta un’importante risorsa da valorizzare in una chiave di uscita post-conflitto e pare indicare lo sviluppo di nuove filiere ambientalmente e socialmente sostenibili, come alcuni esempi virtuosi di ecoturismo in Colombia paiono mostrare (è il caso, per esempio, dei delfini rosa sul Rio delle Amazzoni, in cui un progetto di osservazione e tutela di questi animali sta creando posti di lavoro e promuovendo la riconciliazione dopo una guerra durata 50 anni)1,3,4,5,7,8,9,10,11,17
Ma qual è la consapevolezza della popolazione su questi temi?
Per rispondere a questa domanda, insieme ad alcuni miei colleghi ricercatori ho realizzato, nei mesi di Marzo e Aprile 2023, il progetto “La Geopolitica della Biodiversità”, invitando la cittadinanza a riflettere su quali impatti potessero avere i grandi investimenti fondiari, al pari di altre attività antropiche - conflitti inclusi - sulla biodiversità naturale, esplorando le dinamiche sociali, economiche e ambientali nei territori coinvolti. Abbiamo quindi organizzato eventi informativi dedicati al tema “biodiversità e conflitti” in ambito universitario e di cittadinanza attiva (presso l’Università degli Studi di Milano e l’Università del Tempo Libero del Comune di Senago (MI).
Lezioni teoriche, l’analisi partecipata di casi studio e interviste con attivisti in loco, oltre che la gaming simulation dei partecipanti sotto forma di "decisori politici per un giorno" sono state alcune delle attività proposte. In particolare, le interviste con gli attivisti sul campo (come gli attivisti ambientali in Colombia) e le discussioni aperte col pubblico riguardo le possibili soluzioni attuabili da tutti gli attori in gioco sono fondamentali per risolvere una crisi ecologica secondo un modello di pace giusto anche dal punto di vista ambientale3,4,11,12.
Bibliografia:
1 Rini Astuti & Andrew McGregor (2017) Indigenous land claims or green grabs? Inclusions and exclusions within forest carbon politics in Indonesia, The Journal of Peasant Studies, 44:2, 445-466, DOI: 10.1080/03066150.2016.1197908
2 Barchielli, B.; Cricenti, C.; Gallè, F.; Sabella, E.A.; Liguori, F.; Da Molin, G.; Liguori, G.; Orsi, G.B.; Giannini, A.M.; Ferracuti, S.; et al. Climate Changes, Natural Resources Depletion, COVID-19 Pandemic, and Russian-Ukrainian War: What Is the Impact on Habits Change and Mental Health? Int. J. Environ. Res. Public Health 2022, 19, 11929. https:// doi.org/10.3390/ijerph191911929
3 Brigitte Baptiste, Miguel Pinedo-Vasquez, Victor H. Gutierrez-Velez, Germán I. Andrade, Pablo Vieira, Lina M. Estupiñán-Suárez, Maria C. Londoño, William Laurance and Tien Ming Lee. Greening peace in Colombia. Nature Ecology & Evolution, March 2017
4 Natacha Bruna. Land of Plenty, Land of Misery: Synergetic Resource Grabbing in Mozambique. Land 2019, 8, 113; doi:10.3390/land8080113
5 Gabriel Cardoso Carrero, Robert Tovey Walker, Cynthia Suzanne Simmons, Philip Martin Fearnside. Land grabbing in the Brazilian Amazon: Stealing public land with government approval. Land Use Policy 120 (2022) 106133
6 Rogério de S. Nóia Júnior, Frank Ewert, Heidi Webber, Pierre Martre, Thomas W. Hertel, Martin K. van Ittersum, Senthold Asseng. Needed global wheat stock and crop management in response to the war in Ukraine. Global Food Security 35 (2022) 100662
7 https://www.theguardian.com/uk/environment
8 https://landmatrix.org/
9 Elizabeth Lunstrum (2014) Green Militarization: Anti-Poaching Efforts and the Spatial Contours of Kruger National Park, Annals of the Association of American Geographers, 104:4, 816-832, DOI: 10.1080/00045608.2014.912545
10 https://www.mightyearth.org/
11 https://news.mongabay.com/
12 Stuart Parkinson, Scientists for Global Responsibility (SGR) with Linsey Cottrell, Conflict and Environment Observatory (CEOBS). Estimating the Military’s Global Greenhouse Gas Emissions. November 2022
13 Paulo Pereira, Ferdo Bašić, Igor Bogunovic, Damia Barcelo. Russian-Ukrainian war impacts the total environment. Science of the Total Environment 837 (2022) 155865
14 Francesca Racioppi, Harry Rutter, Dorit Nitzan, Anja Borojevic, Zhanat Carr, Tanya Jean Grygaski,Dorota Jarosińska, Sinaia Netanyahu, Oliver Schmoll, Karien Stuetzle, Amber Van Den Akker, Hans Henri P Kluge. Comment: The impact of war on the environment and health: implications for readiness, response, and recovery in Ukraine. www.thelancet.com Vol 400 September 17, 2022
15 Deepak Rawtani, Gunjan Gupta, Nitasha Khatri, Piyush K. Rao, Chaudhery Mustansar Hussain. Environmental damages due to war in Ukraine: A perspective. Science of the Total Environment 850 (2022) 157932
16 A. Sokhanvar, E. Bouri, Commodity price shocks related to the war in Ukraine and exchange rates of commodity exporters and importers, Borsa İstanbul Review, https://doi.org/10.1016/j.bir.2022.09.001
17 Stein Sundst Eriksen (2009). The Liberal Peace Is Neither: Peacebuilding, State building and the Reproduction of Conflict in the Democratic Republic of Congo, International. Peacekeeping, 16:5, 652-666, DOI: 10.1080/13533310903303289
18 Zalakeviciute, R.; Mejia, D.; Alvarez, H.; Bermeo, X.; Bonilla-Bedoya, S.; Rybarczyk, Y.; Lamb, B. War Impact on Air Quality in Ukraine. Sustainability 2022, 14,13832. https://doi.org/10.3390/