Il kit per le imprese che analizza i metalli pesanti presenti nel pesce
I pesci possono accumulare nei propri tessuti sostanze potenzialmente tossiche presenti nelle acque. Abbiamo sviluppato un metodo per la determinazione in campo della concentrazione di mercurio nei pesci, utile per la tutela dei consumatori e la valorizzazione dei prodotti ittici di buona qualità.
Gli organismi marini possono accumulare nei propri tessuti sostanze potenzialmente tossiche (PTE) presenti nelle acque, raggiungendo concentrazioni superiori a quelle contenute nelle acque stesse. Si parla di bioaccumulo. Con questo meccanismo i cosiddetti “metalli pesanti”, come mercurio, cadmio e piombo, possono entrare nella catena alimentare. Per tutelare la salute dei consumatori, la normativa europea prevede limiti severi per il contenuto di molti PTE nei prodotti ittici, e gli enti di controllo vigilano sulla loro osservanza.
Il nostro gruppo di ricerca ha sviluppato un metodo elettrochimico per la determinazione di mercurio nei pesci: si sfrutta la riduzione del mercurio (cioè il passaggio dello ione Hg2+ allo stato elementare Hg, tramite “l’acquisto” di due elettroni), il suo accumulo su un elettrodo in oro, e la sua successiva riossidazione. Gli elettroni ceduti dal mercurio durante la riossidazione danno luogo a una corrente elettrica di intensità proporzionale alla concentrazione del mercurio stesso. Questa tecnica prende il nome di voltammetria di stripping anodico (ASV), è molto sensibile, e può essere utilizzata per analisi in campo con strumenti portatili: in questo caso, il “campo” può essere una nave, un porto, un’azienda di commercio all’ingrosso di prodotti ittici, un’azienda di trasformazione (ad esempio di produzione di tonno in scatola), una mensa, ecc.
A questo scopo abbiamo messo a punto un kit che prevede: un sistema portatile di digestione del campione, cioè di decomposizione della materia organica e dissoluzione dei componenti inorganici; un analizzatore voltammetrico portatile, gli elettrodi e gli altri accessori; un semplice apparato che permette di distinguere tra mercurio inorganico e metilmercurio (molto più tossico per l’essere umano), per il quale abbiamo depositato un brevetto. Quest’ultimo apparato ce lo racconta nel dettaglio la collega Agnese Giacomino in Sensori a misura di territorio per monitorare il mercurio nei pesci di allevamento.
In uno studio condotto in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte e della Valle D’Aosta abbiamo trovato un ottimo accordo tra i risultati ottenuti con il nostro sistema e quelli forniti da uno strumento più sofisticato (il DMA, Direct Mercury Analyzer) utilizzato per analisi di routine in molti laboratori.
Abbiamo analizzato campioni di tonno in scatola e tranci di tonno fresco: tutti i campioni rientravano perfettamente nei limiti di legge. Abbiamo applicato l’ASV anche su altri tipi di pesce, come il palombo, lo smeriglio e il pesce spada.
Il procedimento da noi sviluppato permette di effettuare controlli capillari sui prodotti ittici e di evidenziare immediatamente situazioni di contaminazione. Inoltre, all’opposto, l’analisi offre l’opportunità di dimostrare e valorizzare la qualità di pesci salubri, quindi può avere un impatto positivo sull’economia. L’apparato di misura ha bassi costi e richiede poco spazio per l’utilizzo: pertanto è adatto anche per piccole aziende.
In conclusione, la tecnica di analisi in campo di prodotti ittici tramite ASV può essere un utile strumento per la tutela della salute dei consumatori, e per la valorizzazione di attività economiche legate all’acqua.
Gruppo di lavoro: Agnese Giacomino, Ornella Abollino, Mery Malandrino, Paolo Inaudi