DAFNE - Decostruzioni Artistiche Femministe Non violentE
Particolare di Apollo e Dafne - Gian Lorenzo Bernini
Visitando una mostra, un museo, una galleria succede spesso di incontrare scene di violenze e di abusi nelle opere d’arte. Ma quante volte ci fermiamo a osservare con attenzione quello che sta davvero succedendo nella scena? Oppure ci accontentiamo delle spiegazioni offerte da didascalie, titoli e cataloghi che non danno il giusto peso alla violenza, normalizzandola o addirittura romanticizzandola secondo le tracce della cultura patriarcale?
Noi siamo Michela Capris e Federica Cavazzuti, dottorande dell’Università di Torino, e con DAFNE (Decostruzioni Artistiche Femministe Non violentE), di cui siamo ideatrici e curatrici, proviamo a dare risposte a queste domande.
Una delle opere più conosciute di Galleria Borghese a Roma è Apollo e Dafne di Gian Lorenzo Bernini, un vero e proprio capolavoro dell’arte barocca italiana. Nella scheda curata dalla galleria, il dio viene descritto come un innamorato inconsapevolmente vittima della freccia di Eros, talmente accecato dall’amore verso la ninfa da non essere in grado di controllare le sue pulsioni. La deresponsabilizzazione di Apollo porta a giustificare il tentativo di stupro nei confronti di Dafne che, terrorizzata e disperata, chiede al dio Peneo, suo padre, di essere salvata. Peneo la trasforma in un albero di alloro che, ironia della sorte, da quel momento diventa emblema del suo abuser.
È evidente che questa narrazione normalizzi e romanticizzi l’aggressione annullando completamente il punto di vista di Dafne, la vera e unica vittima del celeberrimo gruppo statuario. Il progetto parte proprio da qui: dal ribaltamento della prospettiva, dalla critica verso la narrazione dominante che trae spunto dalla cultura tutta patriarcale dello stupro, dalla denuncia dell’esposizione assuefatta che si ha della violenza e della violenza di genere.
Abbiamo pensato DAFNE come un percorso visuale, un incontro collettivo e partecipativo femminista di decostruzione e ricostruzione. Ma come avviene la decostruzione? Abbiamo realizzato una serie di video, composta da brevissime puntate, che simula una chat di messaggistica istantanea in cui due giovani femministe studiose di arte ragionano insieme, facendo emergere quelle che noi pensiamo siano le criticità delle narrazioni tradizionali. Le due ragazze propongono altri punti di vista, che tengono conto della vittima e non solo del carnefice.
Il pubblico è parte attiva di questo processo: chi vede le puntate di DAFNE può compilare un questionario in cui chiediamo di riflettere con noi sulla violenza di genere, sui modi in cui i mass media ne parlano e di suggerire nuove opere e nuovi titoli. Il pubblico diventa così parte attiva del processo creativo, continuando i ragionamenti avviati grazie ai video e interrogandosi sulla propria esposizione alla violenza di genere.
Abbiamo presentato DAFNE per la prima volta a U*Night Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici, Torino, 30 settembre 2022. Le persone erano davvero incuriosite e interessate, molte si sono fermate a parlare con noi e ci hanno raccontato le loro esperienze personali. Questo fa capire come ci sia bisogno di parlare e riflettere sulla violenza in cui siamo immersз. Siamo state invitate a presentare DAFNE a FASCinA - Forum Studiose di Cinema e Audiovisivi, Sassari, il 15 ottobre 2022, e a Trento al convegno Gender R-Evolutions. Immaginare l’inevitabile, sovvertire l’impossibile, il 25 di novembre.
La decostruzione continuerà nel 2023 con la creazione di nuovi video e altre presentazioni pubbliche in diverse realtà. Tutti gli aggiornamenti sulla pagina Instagram del progetto.