La guerra in Ucraina: un’Europa geopolitica contro le armi di Putin
L’invasione russa dell’Ucraina ha sconvolto l’ordine internazionale, riportando la guerra in Europa e minandone la stabilità. Da studentessa di Studi Storici, dopo aver analizzato gli effetti del conflitto sull’approvvigionamento energetico italiano ed europeo, intendo ora approfondire il ruolo dell’UE nell’attuale scenario di guerra e dell’Europa come attore geopolitico, garante di pace e sicurezza entro e al di fuori dei propri confini.
“Una delle lezioni della guerra in Ucraina è che l’interdipendenza economica da sola non può garantire la nostra sicurezza. Al contrario, può essere strumentalizzata contro di noi.”
Josep Borrell, Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza.
Fin dall’inizio della guerra contro l’Ucraina, la Russia ha utilizzato energia ed esseri umani come armi, per indebolire l’Unione europea ed eroderne la coesione. Ha approfittato della dipendenza europea dagli approvvigionamenti di risorse energetiche russe per tramutare una vulnerabilità economica in sottomissione politica1. Ha confidato che i flussi di popolazione ucraina in fuga dalla guerra avrebbero causato nell’Unione tensioni e opposizioni tali da indurla a chiudere i propri confini, a negare diritti umani e libertà, rinnegando gli stessi valori su cui essa si fonda.
Le parole di autori come John Mueller e Thomas Friedman che negli anni Novanta esaltavano il ruolo pacificatore dei commerci e della globalizzazione - che, rendendo gli Stati tra loro interdipendenti, li avrebbero disincentivati dal ricorso alle armi e reso la guerra «impensabile e, quindi, obsoleta» - appaiono evaporare di fronte alle azioni belliche della Russia.
Nessuna obsolescenza della guerra. La guerra è nel cuore dell’Europa. È una guerra ibrida, che combina armi convenzionali con le armi di una propaganda che ha creato una falsa narrazione intorno al conflitto; una guerra di identità e allo stesso tempo un conflitto tra stati, così come non si ripresentava in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale.
Il 9 maggio 1950, Robert Schuman, uno dei padri fondatori dell’Unione europea, dichiarava che “la pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano”. Un monito sul fatto che la pace, una volta acquisita, vada permanentemente difesa.
In un saggio che mi è valso il primo posto dell’IAI-University of Turin Essay Prize2 ho esaminato le misure adottate dall’Unione europea e in particolare dall’Italia per far fronte alla crisi energetica innescata dalla guerra, e l’impatto del conflitto sul raggiungimento degli obiettivi climatici dell’UE. Giunta quasi al termine del mio percorso di laurea triennale, intendo ora approfondire - con gli strumenti di analisi propri degli studi storici e in linea con il percorso di laurea magistrale in European Affairs che intraprenderò l’anno prossimo - alcune questioni di mio interesse.
In primo luogo, indagherò gli strumenti impiegati dalla Russia per indebolire l’Unione europea, e la risposta di quest’ultima per resistere a tale tentativo e continuare a offrire supporto all’Ucraina con tutti i mezzi a propria disposizione.
In secondo luogo, mi interrogherò sulle “lezioni” del conflitto, e sulla nascita di un’Europa geopolitica. L’Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, ha sottolineato come l’Unione debba saper agire collettivamente, come attore geopolitico, rafforzando la propria politica estera e la propria capacità di difesa. Un sistema di sicurezza entro e al di fuori dei confini dell’Unione è necessario per difendersi “da coloro che vogliono usare i benefici dell’interdipendenza per danneggiarci o fare la guerra”.
I risultati di questa ricerca sono importanti per comprendere più in profondità la natura e i mezzi del conflitto russo-ucraino, e acquisire maggiore consapevolezza di una guerra che è una violazione del diritto internazionale e un attacco contro la democrazia, e riguarda, dunque, tutti e tutte noi da vicino. È inoltre necessario comprendere il ruolo dell’UE, che ha assunto come obiettivo primario, fin dalla sua nascita, la pacificazione del continente, interrogandosi sulla sua capacità di agire come attore internazionale di fronte alle sfide e alle minacce contemporanee.
"L'Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto."
Robert Schuman, 9 maggio 1950.
Racconto di ricerca supervisionato dal professor Lorenzo Kamel. Il contenuto rispecchia il punto di vista dell'autrice.
1 “Globo”, È tornata la guerra in Europa, con Vittorio Emanuele Parsi, Il Post, 14 dicembre 2022.
2 Costanza Galetto, The Ukrainian Conflict and the Energy Crisis: Sustaining the Energy Transition, in IAI Commentaries 22 | 62, December 2022.