Il punto debole dello stambecco: incroci pericolosi in alta quota
Lo stambecco alpino, animale simbolo del Parco del Gran Paradiso, è minacciato da sporadiche epidemie che ne riducono la popolazione locale. Un’altra minaccia è rappresentata dall’inquinamento genetico dovuto all’ibridazione con la capra domestica. Il nostro gruppo di ricerca sta raccogliendo informazioni sulla portata di questo fenomeno da tutto il territorio delle Alpi, al fine di programmare futuri piani di conservazione di questo animale.
Lo stambecco alpino, animale simbolo di forza e possenza, in grado di sopravvivere ai rigidi inverni delle Alpi, è in realtà ad oggi una specie piuttosto vulnerabile. Fino a non molto tempo fa, organi e corna di stambecco venivano usati come medicinali e amuleti e la caccia eccessiva lo aveva quasi portato all’estinzione a inizio ’800, con solo pochi esemplari rimasti sul Gran Paradiso.
Grazie alla protezione e alle successive operazioni di reintroduzione, lo stambecco è stato salvato dall’estinzione e riportato su tutte le Alpi. La sua quasi scomparsa ha tuttavia causato un drastico impoverimento del patrimonio genetico di questo animale, che è ora meno capace di adattarsi ai cambiamenti ambientali ed è più suscettibile alle epidemie.
Un altro fenomeno potenzialmente pericoloso per la sua conservazione, ma del quale si conosce ancora poco, è rappresentato dall’inquinamento genetico dovuto all’ibridazione, causata dall’accoppiamento con la capra domestica. La capra domestica e lo stambecco hanno un antenato comune non molto distante nel tempo e, pur essendo due specie diverse, possono accoppiarsi generando ibridi fertili.
Ma come avviene in natura l’incontro tra capre e stambecchi? L’incontro tra queste due specie può verificarsi quando le capre vengono abbandonate o si disperdono alla fine della stagione di alpeggio, il tradizionale pascolo estivo del bestiame in montagna. Ciò dimostra ancora una volta il ruolo fondamentale dell’essere umano nella storia dello stambecco.
In tempi relativamente recenti, episodi documentati di ibridazione tra stambecco e capra domestica sono stati riportati in Svizzera. Sono invece scarse sia le informazioni sull’entità di questo fenomeno sull’arco alpino nel suo complesso sia le conoscenze sulle caratteristiche degli ibridi dal punto di vista morfologico, genetico e comportamentale.
Lo studio che abbiamo condotto si è posto come scopo principale quello di raccogliere informazioni e testimonianze inedite sull’ibridazione tra stambecco e capra domestica in tutte le nazioni in cui lo stambecco è presente (Italia, Svizzera, Francia, Austria, Germania e Slovenia). Ci siamo avvalsi da una parte della cosiddetta “citizen science”, raccogliendo foto e testimonianze di escursionisti, fotografi e appassionati di fauna selvatica attraverso un questionario online, dall’altra di un network scientifico di esperti, contattando guardiaparco e ricercatori che avessero ulteriori segnalazioni. Inoltre, abbiamo registrato la presenza di capre incustodite e/o rinselvatichite in zone in cui lo stambecco è presente.
I risultati del nostro studio mostrano che l’ibridazione dello stambecco sia un fenomeno più comune e diffuso di quanto si pensasse: esemplari ibridi sono stati avvistati in almeno quattro paesi alpini in un range temporale di più di quarant’anni (1977-2021). Un numero importante di ibridi è stato identificato in Piemonte, da dove sono pervenute ben 22 segnalazioni.
L’ibridazione tra stambecco e capra domestica sembra dunque un fenomeno sottostimato e sottovalutato, nonostante abbia importanti implicazioni sia dal punto di vista della conservazione genetica dello stambecco, sia del controllo di malattie infettive e parassitarie nell’interfaccia domestico-selvatico. Auspicabilmente, i nostri risultati serviranno come riferimento per la programmazione di futuri piani di conservazione dello stambecco alpino.