Crisi climatica nel Mediterraneo: verso pomodori e peperoni resistenti a caldo e siccità
L’agricoltura del prossimo futuro avrà bisogno di una gestione integrata e moderna dell’acqua per fronteggiare gli effetti della crisi climatica e rispondere al bisogno crescente di acqua per l’irrigazione. Il Progetto VEG-ADAPT riunisce agricoltori, industrie sementiere e ricercatori di otto paesi del Mediterraneo per aumentare la tolleranza di pomodori, peperoni e meloni allo stress idrico, salino e da calore.
L’acqua è essenziale per ogni essere vivente e gioca un ruolo da protagonista nell’agricoltura. Oggi circa il 65% di acqua dolce è destinato proprio all’agricoltura e la FAO prevede che entro il 2030 l’utilizzo per l’irrigazione delle colture agricole aumenterà del 14%, poiché l’80% delle sostanze alimentari deriveranno dall’agricoltura irrigua. Il miglioramento della gestione dell’acqua assumerà un ruolo chiave nella lotta contro la crisi idrica. L’obiettivo sarà ottenere la maggior quantità di raccolto possibile, per ogni litro d’acqua utilizzato. Oggi per produrre 1 Kg di canna da zucchero servono circa 175 litri d’acqua, una fetta di pane costa 40 litri d’acqua e una tazza di tè ne richiede 30 litri. Le sfide lanciate dai cambiamenti climatici all’agricoltura mondiale impongono che la gestione dell’acqua sia affrontata in maniera integrata e moderna, considerando tecniche di risparmio idrico e adattamento dei processi agronomici e delle colture.
Una delle zone colpite dagli effetti della crisi climatica è l’area mediterranea, dove vengono registrate temperature notturne e diurne più elevate, insieme a una diminuzione generale delle precipitazioni. Questi effetti danneggiano in particolare l'agricoltura mediterranea, minacciando la sicurezza alimentare e mettendo a rischio la sostenibilità economica delle aziende agricole. Periodi secchi inaspettatamente lunghi stanno ponendo limiti severi alle colture orticole irrigue e le risorse idriche potrebbero diventare insufficienti per coltivare con successo le varietà commerciali. Un ulteriore problema indotto dalla crisi climatica è l'aumento del rischio di stress salino, causato dalla riduzione dell'irrigazione e delle precipitazioni, o dall'uso di acqua salata di bassa qualità. Non solo. Il calore, la siccità e lo stress salino sono strettamente interconnessi, e causano una diminuzione della quantità di acqua disponibile per le colture.
Il programma di ricerca PRIMA (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area), approvato e cofinanziato dalla Commissione Europea, supporta progetti di ricerca orientati alla gestione dell’acqua e alla sostenibilità ambientale in ambito mediterraneo, con la partecipazione di paesi europei, africani e asiatici affacciati sul Mediterraneo, tra cui in prima linea l'Italia. In questo panorama si inserisce il progetto VEG-ADAPT (2019-2022) coordinato dal Prof. Andrea Schubert del DISAFA dell’Università di Torino. Il progetto riunisce agricoltori, industrie sementiere e ricercatori di otto paesi del Mediterraneo in un partenariato il cui obiettivo è aumentare la tolleranza allo stress idrico, salino e da calore di tre importanti colture orticole: pomodoro, peperone e melone. Per affrontare queste sfide VEG-ADAPT sta caratterizzando e selezionando varietà locali più resistenti e nuovi ibridi; ricercando i processi fisiologici che contribuiscono alla tolleranza e studiando i modelli e i marcatori genetici che ne sono alla base, ma anche ottimizzando le tecniche di gestione delle colture.
A oggi sono state selezionate 16 varietà di pomodoro, 4 di melone e 4 di peperone che sono le più resistenti in esperimenti condotti in serra. La ricerca sta proseguendo concentrandosi sullo studio dei determinanti genetici e fisiologici alla base della migliore resistenza naturale.
Il progetto sta anche valutando l’impatto socio-economico, con particolare riguardo agli equilibri di genere, agli strumenti e alle tecniche innovative di coltura attraverso interviste a cooperative orticole appartenenti a realtà diverse presenti in Marocco. VEG-ADAPT vuole fornire infatti risultati e soluzioni concrete ai diversi attori coinvolti: agli agricoltori dei paesi del Mediterraneo che combattono in prima linea gli effetti del cambiamento climatico; all’industria con genotipi e tratti genetici da utilizzare nei programmi di produzione; ai ricercatori, contribuendo alla ricerca sui processi metabolici e molecolari che inducono la tolleranza delle colture; nonché alla società in generale, contribuendo alla sostenibilità ambientale delle colture.