CONSCIOUS: il progetto europeo che previene la recidiva di uomini abusanti
“Non voglio tornare in prigione”, “Vorrei essere un padre migliore per i miei figli”, “Non voglio che la mia partner mi lasci o che abbia paura di me”. Sono alcune delle ragioni che portano gli uomini abusanti a frequentare il programma europeo CONSCIOUS, che ha sviluppato un modello di prevenzione della recidiva lavorando con gli autori dei reati e con le carceri, costruendo una cooperazione tra i diversi attori della società coinvolti. I risultati? Prevenire è meglio che curare, anche in termini di costi giudiziari.
In Europa, 1 donna su 3 subisce violenza fisica o sessuale già durante l’adolescenza, mentre 8 uomini su 10 che commettono violenza sono a rischio recidiva, a meno che non vengano coinvolti in interventi mirati un intervento non li raggiunga. Eppure in molti paesi europei gli interventi si concentrano soprattutto sulle vittime, cercando di intervenire a livello psicologico, giuridico e sociale sulle conseguenze delle violenze. Tuttavia, occuparsi solo delle vittime non garantisce la tutela della salute della collettività, perché non va alla radice del problema: l’autore della violenza, le sue motivazioni e le cause socio-culturali che portano a determinati agiti. “Buttare la chiave di una cella”, per usare una metafora, non garantisce la non reiterazione del comportamento perché il carcere congela le emozioni e i pensieri.
Per cercare di colmare questa lacuna, CONSCIOUS, il progetto di cui facciamo parte, ha sviluppato un modello per prevenire la recidiva da parte di autori di reati a sfondo sessuale e violenza domestica. Fin dal nome il progetto esprime con chiarezza il suo intento: rendere la persona più consapevole non solo del proprio comportamento, ma dei danni che subisce la vittima di quel comportamento. CONSCIOUS vuole aumentare l’empatia, accrescere la capacità di riconoscere e gestire i propri impulsi, le proprie emozioni e i propri vissuti. Si basa su una rete di cooperazione inter-sistemica tra autorità e servizi socio-sanitari, personale dell’amministrazione penitenziaria, organizzazioni della società civile e pubblica sicurezza. L’intento è quello di intervenire sugli autori di reato all’interno e all’esterno delle carceri, accompagnandoli nel percorso di reinserimento sociale.
Per farlo sono stati coinvolti soggetti detenuti per reati di abuso sessuale (42 sex offenders, di cui 9 recidivi, e 12 colpevoli di maltrattamenti in famiglia nel carcere di Cassino, FR) o di violenza in famiglia verso le donne o verso i minori (presso il carcere di Frosinone), ma anche soggetti in stato di libertà che abbiano risposto a specifici criteri di appropriatezza clinica. Una prima parte è stata la creazione un toolkit (vedi in “Approfondimenti”) composto da questionari progettati e destinati a essere utilizzati sia con gli uomini che hanno aderito a un programma di trattamento sia con le donne i cui (ex) partner abbiano partecipato a un programma per aiutarli a porre fine alla violenza domestica e agli abusi. Il toolkit si è rivelato un ottimo strumento per la valutazione del rischio recidiva: agile, pensato in inglese per la sua più ampia diffusione, risulta applicabile all’interno dei contesti regionali, nazionali ed europei, come hanno dimostrato le ricerche in ambito socio-giuridico.
Il modello CONSCIOUS ha inoltre fornito e migliorato, tramite corsi di formazione specifici, le competenze professionali degli operatori sanitari per il trattamento e la gestione di perpetratori e ha reso accessibili servizi di trattamento sia in carcere, dove devono essere costruiti ad hoc, sia all’esterno, dove solitamente i programmi ambulatoriali sono gratuiti. Ha inoltre attivato le sinergie operative, a livello locale, nazionale ed europeo, per la lotta contro la violenza e per la prevenzione della stessa.
I risultati? Per i soggetti in stato di libertà abbiamo dimostrato come la riduzione della recidiva consenta di ridurre i costi generali (dei procedimenti penali) relativi alle vittime di violenza, ma non solo. I costi della prevenzione sono infatti nettamente minori rispetto a quelli del trattamento ex post a riprova del fatto che maggiori investimenti nella prevenzione producono risultati più duraturi ed efficaci, non solo a livello individuale ma anche per l'intera società e i servizi pubblici coinvolti.
CONSCIOUS ha risposto in modo concreto alla necessità diffusa ed espressa a più livelli (sociale, culturale, delle politiche governative) di procedere nella direzione di un trattamento specifico degli autori di reati sessuali. Il fine ultimo è quello di poter tutelare anche il loro diritto alla salute, e cioè il diritto ad avere una vita sessuale e comportamentale più adeguata, nel rispetto delle imprescindibili esigenze gius-penalistiche e di sicurezza sociale della comunità. Non solo. Uno dei punti cardini del progetto è aver strutturato interventi di carattere culturale (pari diritti e principi di uguaglianza tra uomo e donna, empowerment femminile, ecc.) come premessa indispensabile all'implementazione di attività di prevenzione e sensibilizzazione sui reati di violenza. È infatti solo attuando azioni globali e sistemiche a più ampio spettro che si può pensare di contrastare quel rischio di recidiva specifica e iniziare a ragionare in termini di reale protezione della società e prevenzione dei reati di violenza, abuso e sfruttamento sessuali.
Leggi il report finale con i risultati del progetto.
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Ringraziamenti e partnership
Il progetto è stato cofinanziato da Rights, Equality and Citizenship Programme of the European Union, capofila il Dipartimento di Salute Mentale e Patologie da Dipendenza della ASL Frosinone in partenariato con il Garante dei Detenuti del Lazio e il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino con l’European Network for the Work with Perpetrators of Domestic Violence e il Centro Nazionale Studi e Ricerche sul diritto della Famiglia e dei Minori. CONSCIOUS è stato sostenuto, oltre che dalle Case Circondariali di Cassino e Frosinone, dal Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria del Lazio, Abruzzo e Molise, dal Tribunale di Sorveglianza di Roma, dall’Ufficio Esecuzione Penale Esterna di Frosinone, dall’Ordine degli Avvocati di Frosinone e di Cassino, con il supporto di Be Berlin e in collaborazione con Insieme Verso Nuovi Orizzonti ONLUS e CNCA Lazio.