
Uno scorcio sull’INFINI.TO. Intervista a Eleonora Monge, direttrice del Planetario di Torino
Nato sulla collina di Pino Torinese vicino all’Osservatorio Astrofisico di Torino, da 18 anni INFINI.TO - Planetario di Torino racconta le meraviglie dell’Universo al grande pubblico. Un impegno costante, portato avanti con passione e competenza, che ha reso il museo un interlocutore privilegiato sul territorio nell’ambito della divulgazione dell’Astronomia. Ci facciamo raccontare i suoi segreti dalla direttrice Eleonora Monge.

Infini.to, il Museo dell’Astronomia e dello Spazio “Attilio Ferrari” è un moderno Science Centre dove è possibile imparare tutti i segreti dell’Universo, ripercorrendo le tappe fondamentali della storia dell’Astronomia fino ai misteri ancora tutti da indagare come i Buchi Neri. Toccare e fare sono gli imperativi del Museo: qui la conoscenza passa prima di tutto dagli organi di senso, per poi diventare oggetto di riflessione. Questo modo di coinvolgere il pubblico nella ricerca scientifica, lo ha reso un punto di riferimento per persone appassionate di stelle e per chi lavora nell’ambito della diffusione della cultura scientifica. Ma partiamo dall’inizio.
Eleonora, quest’anno INFINI.TO compie 18 anni. Ci racconteresti da quale necessità è nato e come si è evoluto negli anni?
Con questa domanda mi fate notare in effetti che Infini.to ha raggiunto la “maggiore età” o “maturità”, siamo diventati grandi. INFINI.TO è nato nel 2007 accanto all’Osservatorio Astrofisico di Torino come centro dedicato alla didattica e divulgazione dell’Astronomia.
All’epoca Torino, grazie anche al grande fermento legato al periodo olimpico, viveva una particolare spinta per la nascita di luoghi che potessero raccontare la scienza alla comunità, ai giovani, alle scuole. Chi è stata/o bambina/o come me negli anni ‘80 e ‘90, ricorderà con entusiasmo il progetto di Experimenta. Il progetto di INFINI.TO è nato con questo spirito e in quel periodo, soprattutto grazie all’idea e alla visione pionieristica del suo fondatore, il professore Attilio Ferrari.
L’obiettivo era quello di creare un luogo permanente in cui si parlasse di astronomia e di scienza in modo adatto a tutte e tutti, sempre aggiornato e in stretto collegamento con le Istituzioni di Ricerca.
Ho avuto la fortuna di seguire il progetto fin dall’inizio e negli anni ho potuto vedere come si sia trasformato arricchendosi di persone, competenze e nuovi linguaggi, in un panorama soggetto a profondi mutamenti. Ciò che però resta sempre valido e continua a essere una chiave straordinaria per comunicare è la passione, ingrediente fondamentale con cui si creano le relazioni con i visitatori.

INFINI.TO è anche un science center. Qual è la differenza con un museo classico? Quale approccio usate per progettare percorsi di visita coinvolgenti?
A INFINI.TO ripetiamo spesso che “è vietato non toccare”, i nostri spazi espositivi sono stati pensati e poi aggiornati seguendo l’idea che facendo qualcosa, sperimentando in modo diretto e in prima persona un fenomeno, si attivi più facilmente un processo di trasformazione e di comprensione di qualcosa di nuovo. Per esempio parlando di massa, peso e gravità c’è una postazione in cui solleviamo una borsa su diversi oggetti celesti del Sistema Solare; oppure, per capire come funziona la luce, ci guardiamo attraverso uno specchio sulla Luna.
Il nostro è un dialogo aperto e bidirezionale con visitatori e visitatrici, cerchiamo perlopiù di creare un ambiente stimolante che favorisca la nascita di domande, anche difficili e profonde, a cui proviamo a dare risposta insieme. Se questo accade divertendosi o comunque abbinando un’emozione positiva, ancora meglio.
È sicuramente questo che lascia maggiormente il segno in una esperienza a INFINI.TO e che rafforza il processo di arricchimento di ciascuno.

Il vostro progetto è promosso dall’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e UniTo. In che modo la collaborazione con il mondo accademico arricchisce il vostro lavoro? E come la vostra esperienza può essere utile a chi fa ricerca?
Il legame e le connessioni con l’INAF, l’INFN e con l’Università sono continui e su più livelli, dalla programmazione e co-progettazione delle attività che realizziamo, alla formazione/aggiornamento dello Staff, dall’attivazione di stage o tirocini a progetti congiunti più articolati. Noi offriamo la nostra esperienza di comunicatori e comunicatrici, di chi lavora con un pubblico molto vario e conosce differenti linguaggi per attivare un dialogo.
Creiamo connessioni e occasioni di incontro tra mondi diversi, con l’obiettivo di fornire spunti e orientamenti utili, in particolar modo, per le giovani generazioni che hanno bisogno di immaginare il loro futuro.
In effetti sul vostro sito si legge che il vostro obiettivo è “ispirare i giovani e la comunità intera alla comprensione dell’Universo, condividendo e illuminando l’affascinante percorso di conoscenza della ricerca in campo Astrofisico e Spaziale”. C’è stato un momento in cui avete percepito particolarmente il vostro impatto sulla comunità?
Accade spesso nei fine settimana di incontrare in museo visitatori adulti che vengono portati in giro dai loro figli o nipoti che sono stati poco tempo prima in visita con la scuola. Vuol dire che abbiamo lasciato un segno e che siamo riusciti ad attivare un volano positivo. È capitato poi di incontrare studenti universitari che hanno “confessato” di aver scelto determinati studi perché erano stati da noi ed erano rimasti folgorati dalla passione con cui erano stati accolti a INFINI.TO. Una bella soddisfazione.

Cosa diresti a chi non conosce ancora il planetario per incuriosirla/o a venire? Qual è l’installazione o l’attività da non perdere?
La nostra è una struttura abbastanza unica: un science center interamente dedicato all’astronomia con un planetario e soprattutto accanto all’Istituto di Ricerca non è così facile da trovare. Ma oltre alla struttura, la nostra forza principale è proprio nelle persone che si possono incontrare venendoci a trovare. Persone competenti e appassionate che con le loro storie ti possono condurre in viaggi meravigliosi. Tra tutte le esperienze che proponiamo sicuramente ciò che non si può perdere è il planetario, il nostro teatro del cielo, dove ascoltare i nostri racconti diventa un'esperienza speciale.