Una mappa “partecipata” per una gestione sostenibile delle risorse in Mauritania
Chi può conoscere un territorio meglio di chi lo vive? Con questa consapevolezza abbiamo lavorato insieme alle popolazioni di diversi villaggi della Mauritania per mappare la disponibilità sul territorio di risorse, come acqua e pascoli, e servizi (scuole, ospedali, strade) e rendere quindi visibili quelle aree così remote dell’Africa.
In molte aree dell’Africa, soprattutto in quelle più periferiche e rurali, è difficile sapere con esattezza dove vive la popolazione, spesso non stanziale, e qual è la situazione in termini di servizi (scuole, ospedali, trasporti pubblici) e di disponibilità di acqua e di pascoli. Questo rende difficile pianificare e indirizzare correttamente eventuali investimenti pubblici (magari derivanti da fondi per la cooperazione internazionale), non sapendo quali siano le aree veramente bisognose di interventi.
La figura 1 mostra, ad esempio, la situazione della regione dell’Hodh el Chargui, situata nella porzione sud-orientale della Mauritania, a circa 1000 km di distanza della capitale Nouakchott. Si tratta di una delle aree più povere del paese e, data la distanza dalla capitale, viene spesso trascurata a livello di investimenti pubblici. Di conseguenza ci sono grosse carenze nei servizi di base, quali ad esempio scuole, centri medici, trasporti e comunicazioni.
Per questo motivo, abbiamo tentato di realizzare delle cartografie aggiornate e attendibili di quest’area, rispecchiando la reale situazione della regione. Per farlo, abbiamo utilizzato un approccio di “cartografia partecipativa”, ovvero abbiamo chiesto direttamente alle persone che abitano nella regione di descriverne le caratteristiche, che nessuno può conoscere meglio di chi ci vive.
Abbiamo quindi preparato una serie di “questionari” da sottoporre alla popolazione locale, chiedendo di descrivere il loro territorio. Gli argomenti trattati nel questionario sono estremamente vari, partendo da temi socio-economici (numero di abitanti, ripartizione tra uomini e donne, presenza di scuole, ospedali, principali attività economiche svolte, …) a temi più legati alle risorse naturali (pozzi, acque superficiali, vegetazione e copertura del suolo, durata della stagione delle piogge, percezione degli effetti del cambiamento climatico, …).
Il questionario è stato rivolto ai rappresentanti dei 30 capoluoghi presenti nella regione e poi agli abitanti di tutti i villaggi abitati da almeno 300 persone, in modo da ottenere una descrizione capillare del territorio.
Una prima informazione emerge dalla distribuzione di questi villaggi, che è strettamente legata alle caratteristiche ambientali del territorio (figura 2). La regione, infatti, è divisa in due da una ripida scarpata che delimita un altopiano a est da un’ampia area pianeggiante a ovest. In quest’area pianeggiante si concentra la maggior parte delle risorse idriche superficiali (anche se spesso si tratta di fiumi o laghi effimeri, che si prosciugano quasi completamente durante la stagione secca). Di conseguenza, la maggior parte dei villaggi si trova qui, e in particolare proprio a ridosso del limite dell’altopiano, dove si convogliano le acque che scendono dalle quote più alte.
Un’altra informazione interessante riguarda le distanze e la loro percezione (figura 3). Una delle domande del questionario riguardava infatti la distanza dal capoluogo più vicino,dove recarsi per avere accesso ai servizi assenti in loco, quali ad esempio ospedali o i mercati generali. Problematica risulta però non solo la distanza in sé, ma anche la possibilità di percorrerla. In molti dei villaggi, soprattutto quelli situati nelle zone più popolose (ovvero quelle più ricche di acqua) ci è stato indicato che, durante la stagione delle piogge, le strade possono rimanere chiuse anche per più di 30 giorni! (figura 4)
Le distanze e la possibilità di percorrerle risultano un elemento fondamentale anche in relazione alle strutture sanitarie (ospedali o centri medici più piccoli, come ad esempio infermerie). Nei villaggi in cui un tale servizio è assente, abbiamo chiesto quanto distasse la struttura più vicina e anche quale mezzo di trasporto fosse eventualmente disponibile per raggiungerla. In alcuni casi, il mezzo più efficace è risultato essere “a dorso d’asino o di cammello”! (figura 5 e figura 6)
Per quanto riguarda la percezione dei cambiamenti climatici, nella quasi totalità dei casi, le persone intervistate hanno segnalato che, rispetto a 10 anni fa, la stagione secca si è allungata, mentre quella delle piogge si è abbreviata, oltre ad essere caratterizzata da piogge meno frequenti ma più intense, con un conseguente aumento dei fenomeni di siccità prolungata e danni ad essa legati.
Una curiosità riguarda, infine, il fatto che alcuni dei villaggi considerati sono... in Mali! Questi villaggi, infatti, si trovano a sud della linea di confine (uno addirittura a 2 km di distanza!), eppure sono villaggi Mauri a tutti gli effetti, si considerano in Mauritania, osservano le leggi della Mauritania (niente birra!) e usano la moneta della Mauritania, in barba a confini amministrativi tracciati “a tavolino” nel XIX secolo seguendo i meridiani o i paralleli geografici. Confini amministrativi ben teorici, dal momento che l'amministrazione dei villaggi Mauri in Mali è completamente mauritana. Parlando con i locali, appare chiaro come questa incongruenza rispetto al confine nazionale non risulti un problema né per i mauritani né per i maliani, che non risulta si siano mai lamentati di trovarsi dei mauritani entro i loro confini. Come quasi sempre succede, infatti, ci sono territori in cui le etnie si fondono e si confondono al punto da non sentirsi reciprocamente straniere.