Riccio europeo, dal mondo delle favole al rischio di estinzione
Il riccio europeo è un piccolo mammifero, soggetto di molti racconti fiabeschi, il cui numero di esemplari si è drasticamente ridotto negli ultimi anni. Farlo conoscere, curarlo e monitorarne le patologie, soprattutto in ottica "One Health", è compito dei veterinari clinici, infettivologi e patologi dell’Università di Torino.
Da sempre presenti tra i protagonisti delle favole per bambini, i ricci sono piccoli mammiferi, notturni e solitari, che si nutrono di insetti - anche infestanti - e di topi. Benché protetti dagli aculei, sono molto vulnerabili e spesso vittima di incidenti causati dall’uomo o preda di cani, volpi, tassi e uccelli rapaci. Sono purtroppo a rischio di estinzione, a causa dell’urbanizzazione, dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento: non di rado vengono trovati in difficoltà dai cittadini e portati presso i centri di recupero, dove veterinari e volontari si impegnano con dedizione a curarli e nutrirli, per poi reinserirli nel loro habitat naturale.
Purtroppo però, le informazioni disponibili sulla gestione degli esemplari feriti sono ancora scarse e le ricerche e le pubblicazioni utili in tal senso piuttosto frammentarie. Come veterinari clinici, infettivologi e patologi, il nostro compito è quello di approfondire le conoscenze sulle malattie che affliggono i ricci e in particolare monitorare le infezioni che li colpiscono, non solo in quanto pericolose per la loro salute, ma anche perché alcune di queste potrebbero essere trasmesse all’essere umano. Dobbiamo dunque agire nella moderna prospettiva “One Health”, riconoscendo che la salute umana, la salute animale e la salute dell’ecosistema sono legate indissolubilmente.
Il Centro Animali Non Convenzionali (CANC) del Dipartimento di Scienze Veterinarie è una struttura ospedaliera deputata alla cura e riabilitazione degli animali selvatici, di cui parliamo anche nel racconto Io sono Bat! Cura e sorveglianza dei piccoli eroi della notte, sulla tutela dei pipistrelli. Gli esemplari vengono recuperati sul territorio nell’ambito del progetto “Salviamoli insieme” in essere con la Città Metropolitana di Torino e di un’analoga collaborazione con la Provincia di Biella.
Il nostro gruppo di lavoro, composto da docenti universitari con competenze veterinarie specifiche e diversificate (clinica: Mitzy Mauthe von Degerfeld; patologica: Maria Teresa Capucchio e infettivologica: Luigi Bertolotti), si dedica assiduamente alla gestione dei ricci, nella convinzione che il rispetto di ogni forma di vita sia essenziale per l’equilibrio ambientale. La sinergia degli specialisti è fondamentale per approfondire le conoscenze sulle malattie di questi piccoli animali, sia per indagare gli agenti biologici eventualmente veicolati, che per curarli meglio e reinserirli più rapidamente nell'ambiente. Rilevante è anche l’interazione con gli Istituti Zooprofilattici del territorio e in particolare con il Centro di Referenza Nazionale per le Malattie degli Animali Selvatici di Aosta (CeRMAS).
Attualmente, il gruppo sta allargando i propri orizzonti con una collaborazione con il Centro Recupero Ricci La Ninna (CRRN) di Novello (CN), in virtù dell’amicizia di lunga data e la condivisione di intenti tra il medico veterinario Massimo Vacchetta, che ne coordina l’attività e Maria Teresa Capucchio. Lo scopo è la messa a punto di strategie gestionali e terapeutiche comuni tra CANC e CRRN, oltre che all’identificazione delle più comuni cause di morte dei ricci, con particolare riguardo a quelle infettive e parassitarie, per preservare il loro benessere e tutelare l’ambiente e la salute umana. L’attività vuole infine rivolgersi anche alla comunità, con l’intento di incrementare le conoscenze sul riccio e stimolare l’interesse verso la sua tutela e la salvaguardia dell’ambiente.