Biologi all'ascolto: il canto del pinguino africano e la tutela di una specie in pericolo
I pinguini africani, originari delle coste del Sudafrica, sono in pericolo di estinzione. Sono animali fortemente sociali, che vivono in colonie e comunicano scambiandosi richiami vocali complessi. Come biologi marini, studiamo i processi di riconoscimento sociale negli esemplari di pinguino africano presenti negli zoo per acquisire strumenti con cui monitorare quelli che vivono in natura, con l’obiettivo di tutelare una specie fortemente minacciata.
Ad oggi sono state identificate 18 specie di pinguino: alcune contano milioni di individui, mentre altre, come il pinguino africano (Spheniscus demersus), solo poche migliaia. Questa specie è infatti inserita nella lista rossa della IUCN (International Union for Conservation of Nature) sotto la categoria “EN” - endangered - ossia “in pericolo di estinzione”.
La sopravvivenza del pinguino africano è messa a rischio da diverse problematiche ambientali collegate alle attività antropiche, tra cui la pesca intensiva, la perdita dell’habitat, l’introduzione di specie aliene invasive e gli sversamenti di idrocarburi. La popolazione globale si è ridotta circa del 98% dall’inizio del ‘900, rendendo necessarie misure tempestive per la loro conservazione.
Due organizzazioni internazionali, l’European Association of Zoos and Aquaria (EAZA) e il Southern African Foundation for the Conservation of Coastal Birds (SANCCOB) hanno indicato alcuni obiettivi chiave per la loro salvaguardia. Da una parte è necessario incrementare le conoscenze sulla biologia e l’ecologia di questa specie con progetti di ricerca mirati e avviare programmi di educazione e sensibilizzazione del grande pubblico. Dall’altra bisogna contribuire attivamente ai progetti di conservazione in natura e di gestione delle emergenze ambientali che spesso si verificano nei loro habitat con raccolte fondi e supporto operativo. In questo contesto si è inserito il lungo lavoro del gruppo di ricerca di biologia marina dell’Università di Torino.
I pinguini africani, detti anche pinguini asino per la loro tipica vocalizzazione che ricorda un “raglio”, esprimono la loro fedeltà al partner per tutta la vita e intrattengono rapporti di buon vicinato nelle colonie, scambiandosi richiami vocali.
Gli studi di bioacustica che abbiamo finora realizzato evidenziano la possibilità di riconoscere i singoli individui dalle loro “voci”, con meccanismi simili a quelli della voce umana. A questo scopo abbiamo registrato e analizzato sia le cosiddette “contact calls”, ossia le vocalizzazioni utilizzate per tenersi in contatto tra membri di una stessa unità sociale, sia le “ecstatic display songs”, cioè quei richiami complessi emessi dai maschi all’inizio della stagione riproduttiva per attrarre le femmine e difendere il nido.
In questo modo abbiamo definito alcune caratteristiche acustiche importanti per il riconoscimento individuale e abbiamo dimostrato che questi tratti rimangono stabili negli anni. Gli studi sono stati effettuati sia in ambiente controllato, in diversi zoo italiani, sia in natura, in Sudafrica.
Ci siamo chiesti, inoltre, se fosse possibile ampliare la ricerca anche al riconoscimento visivo e alle capacità cognitive di questi animali. I risultati suggeriscono che i pinguini africani, così come altre specie di animali, sono in grado di riconoscersi sia grazie all’udito che grazie alla vista e che questa capacità può essere influenzata dal livello di familiarità tra gli individui.
In modo simile agli esseri umani, questi pinguini sono capaci di immaginare il suono della voce di un individuo a loro caro soltanto guardando la sua faccia. Questa capacità di riconoscimento individuale estremamente flessibile risulta vantaggiosa in un ambiente turbolento, dove i soli caratteri morfologici potrebbero essere difficili da percepire.
Ognuno di noi, nel proprio piccolo, può far parte del cambiamento e contribuire alla tutela delle specie con scelte quotidiane consapevoli orientate alla sostenibilità. La comunità scientifica, però, ha la responsabilità di incrementare le conoscenze sulla biologia, l’ecologia e l’etologia delle specie a rischio estinzione, al fine di trovare soluzioni e attuare interventi rapidi ed efficaci.
Le conoscenze acquisite sul repertorio e sull’individualità vocale, sul comportamento sociale e sulla cognizione di questi pinguini ex situ, cioè negli zoo, stanno ora diventando uno strumento fondamentale per il monitoraggio non invasivo degli esemplari in situ, ossia che vivono in natura, e rappresentano un elemento chiave per contribuire alla tutela di una specie fortemente minacciata.
Gruppo di lavoro:
Livio Favaro, Francesca Terranova, Luigi Baciadonna (Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi, UniTo), Cristina Pilenga (Zoomarine)