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La mente umana e la sua complessità, Educazione e Linguaggio

Ciao mamma, guarda come mi distinguo! Già da neonati ci percepiamo separati dall'esterno

Credit: Manibus Lab

Sono nati ieri, eppure già a poche ore dalla nascita i neonati sono in grado di associare efficacemente un suono a un tocco. Questo meccanismo, che nell’essere umano si sviluppa così precocemente rispetto ad altre specie, ci dimostra come i neonati siano già in grado di distinguere il loro corpo dal mondo esterno. È il risultato di un nostro studio recente pubblicato su PNAS e condotto insieme all’Università di Losanna e alla Neonatologia Universitaria della Città della Salute e della Scienza di Torino.

Come abbiamo già raccontato qui e qui, nella vita di tutti giorni essere in grado di integrare stimoli sensoriali di modalità differenti in un evento coerente è un'abilità fondamentale, come ad esempio associare una voce a un viso noto o ricollegare il suono della sirena all'immagine di una ambulanza in arrivo. Si tratta di una abilità comune a tutti gli animali, ma quando questa abilità si sviluppi nell’essere umano rappresentava ancora un tema controverso.

Realizzato dal Manibus Lab del Dipartimento di Psicologia di UniTo, grazie a una collaborazione internazionale con la Neonatologia Universitaria della Città della Salute e della Scienza di Torino, il MySpace Lab (Department of Clinical Neurosciences, University of Lausanne) e il Center for Neural Science (New York University), lo studio, pubblicato su PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences) dimostra che pochi giorni di vita sono sufficienti per sviluppare una integrazione multisensoriale efficiente. Per la prima volta, grazie all'elettroencefalografia (una tecnica di neuroimmagine non invasiva) è stato possibile misurare il correlato neurale di questo fenomeno.

Nello studio abbiamo coinvolto 25 adulti e 25 neonati, e progettato un protocollo sperimentale multisensoriale composto da stimoli uditivi (suoni) che potevano occorrere vicino o lontano dal corpo e da stimoli tattili dati sul dorso della mano destra. Ciascuno stimolo poteva essere somministrato da solo (ad es. un singolo stimolo tattile) o in combinazione con un altro (ad es. uno stimolo uditivo e uno stimolo tattile somministrati simultaneamente). Abbiamo scoperto che le risposte alle condizioni multisensoriali, in cui tatto e suono erano dati insieme, erano significativamente più grandi della somma delle risposte ai due stimoli presentati in isolamento.

Questo risultato è molto importante perché dimostra che, a differenza di quanto accade per altri mammiferi, per cui si osserva uno sviluppo lento dell’integrazione multisensoriale, i neonati umani sono in grado di associare efficacemente un suono a un tocco a poche ore dalla nascita. Non solo, le risposte neurali osservate permettono anche di distinguere se il suono viene dato vicino o lontano dal corpo del bimbo. Questo risultato suggerisce che a poche ore dalla nascita i neonati siano in grado di identificare il loro corpo come un'entità separata dal mondo esterno e di possedere una prima forma di codifica dello spazio. Lo sviluppo precoce di questo fenomeno rappresenta il prerequisito fondamentale per l’emergere di comportamenti di difesa e di interazione con il mondo esterno, che non possono prescindere da una mappatura preliminare del corpo e dello spazio che lo circonda.

Questa scoperta non fa che riaffermare l’importanza delle interazioni, della presenza di un ambiente sensoriale ricco di stimoli e delle relazioni sociali nei primi giorni di vita: il breve momento in cui questo meccanismo di integrazione multisensoriale si sviluppa.

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