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La mente umana e la sua complessità, Educazione e Linguaggio

Violenza maschile sulle donne: cosa ne pensano le nuove generazioni?

Manifestazione contro la violenza sulle donne, Roma, 2018. (foto: agf) 

In alcune date dell’anno si riparla della questione femminile (come l’8 marzo e il 25 novembre), citando le diverse forme di violenza subite dalle donne. C’è ancora bisogno, nel Terzo Millennio, di ricordare che lo stupro non dovrebbe mai essere giustificato? Per avere una risposta abbiamo svolto un’indagine tra studenti e studentesse di UniTO

Antonio (nome di fantasia), uomo di circa 40 anni, tecnologico, moderno, con modalità relazionali semplici e dirette, quello che si potrebbe definire “una persona normale, dei nostri giorni”. Si discute del più e del meno, quando a un certo punto ci troviamo a discutere di un evento di cronaca: l’ennesima violenza sessuale a danno di una 16enne romana. Non posso credere a quello che mi dice: “Se l’è andata a cercare perché a 16 anni non sei in giro per la città alle 10 di sera… e la colpa è anche di sua madre che le concede queste libertà”. Siamo alle solite: le donne sono responsabili anche delle violenze che subiscono. 

Si tratta di un atteggiamento di Antonio, che mi ha voluto provocare, o è ancora presente un clima culturale che tende a biasimare la vittima di stupro? Qual è l’opinione delle giovani generazioni che, si spera, sono cresciute in un clima culturale diverso da quello di Antonio? L’occasione per rispondere mi viene offerta dal progetto Europeo USV Re-Act (Università a supporto delle vittime di violenza sessuale) a cui il CIRSDe, che partecipa, mi affida la responsabilità scientifica. Con la preziosa collaborazione di Mara Martina decidiamo di proporre, nell’ambito del progetto, una ricerca su questo tema rivolta a studenti e studentesse. 

Abbiamo proposto un questionario on-line, inviato a tutti gli iscritti e iscritte all’Università di Torino, a cui hanno risposto 3043 persone di cui 2342 femmine.
Cosa ci raccontano i dati? A prima vista si osserva una generale tendenza a condannare le forme di violenza e di sopruso e a ritenere che il nostro contesto sociale non offra pari opportunità a uomini e donne. Indagando più nel dettaglio, i dati rilevano che quasi un terzo degli uomini (contro un quinto delle donne), ritiene che “In generale le relazioni tra uomini e donne sono eque” e che permane, seppure in forme velate, un atteggiamento volto a giustificare l’atto violento, come ad esempio: “Uno stupro si verifica quando un ragazzo non riesce a controllare il proprio impulso sessuale” (d’accordo il 23,6% del totale dei/lle rispondenti); “Molte volte le ragazze che dicono di essere state stuprate hanno lasciato fare il ragazzo e poi se ne sono pentite” (per il 9,6% dei soggetti). I dati ci raccontano anche altro ma qui ci limitiamo a riportare alcune riflessioni di sintesi.
Innanzi tutto si sono rilevate differenze statisticamente significative tra uomini e donne: i primi dimostrano maggiori atteggiamenti “giustificazionisti” nel caso di stupro e tendono a sottovalutare le ineguaglianze di genere. Gli schemi mentali, con cui leggere il mondo e percepire le forme di manifestazione della violenza sessuale, anche nelle sue espressioni sottili, sono, per uomini e donne, differenti.
Inoltre i nostri dati, in linea con un’ampia letteratura internazionale, dimostrano che chi stigmatizza con più forza le violenze sessuali è anche maggiormente pronto a contrastarla attivamente (e, ovviamente, viceversa).
Quindi? Quindi Antonio non è purtroppo un caso isolato, ma esprime un pensiero ancora presente nel nostro contesto culturale.

Quindi sì, occorre ancora riflettere e sviluppare sensibilità (forse specialmente nei maschi?) volte a contrastare gli stereotipi di genere. Purtroppo il gap di genere continua a esistere in diversi ambiti della vita professionale e famigliare e la violenza sessuale continua a essere presente in tutto il mondo (qui e qui alcuni dati).


Questa storia di ricerca si trova in:


un racconto di
Norma De Piccoli
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

12 marzo 2019

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