La sartoria delle cellule staminali: il sogno di rifarsi il cervello
Le terapie con cellule staminali già in fase di sperimentazione clinica offrono nuove speranze per malattie come Parkinson e Huntington: esse prevedono la creazione di neuroni sani in provetta per il ripristino di circuiti cerebrali danneggiati. Sono però approcci generici, non personalizzati e non arrestano la degenerazione del cervello malato. Con il progetto CUSTOM-MADE svilupperemo terapie personalizzate combinando staminali, genomica e bioingegneria, per creare neuroni adattabili alle esigenze dei pazienti, modulando la malattia e disegnando il futuro della medicina rigenerativa.

Ci sono malattie terribili che non lasciano scampo, come il morbo di Parkinson e di Huntington. Ad oggi, non abbiamo cure capaci di fermare la morte dei neuroni e il nostro cervello ha una capacità limitata di ripararsi da solo. Ma una strada promettente è offerta dalle terapie con cellule staminali: da queste cellule "madri" possiamo ottenere in provetta nuovi neuroni umani. Una volta trapiantati nei cervelli malati, potrebbero rimpiazzare quelli perduti, ripristinare i circuiti danneggiati e le relative funzioni cerebrali.
È il sogno di un lontano futuro supertecnologico?
Non proprio, perché tutto questo è già realtà. In Europa, Stati Uniti e Giappone sono in corso sperimentazioni cliniche per testare la sicurezza e l’efficacia di trapianti di neuroni dopaminergici in pazienti con Parkinson. Questo progresso è il frutto di decenni di ricerca e degli straordinari sviluppi nella tecnologia delle cellule staminali umane.
Questi avanzamenti accendono nuove speranze, ma presentano anche chiari limiti. Infatti, gli studi clinici in corso si basano su una terapia “one-cell-fits-all” generica, come dire una sola soluzione per tutti i problemi che non tiene conto delle diverse forme della malattia e delle specifiche esigenze terapeutiche dei pazienti, dovute a variazioni dell'eziologia, quindi delle cause, o dello stadio della malattia e alle fluttuazioni giornaliere dei sintomi. Questi fattori portano anche a escludere dal trattamento molti pazienti.
Inoltre, il trapianto sostituisce i neuroni perduti, ma non ferma il processo degenerativo in corso.
Queste considerazioni impongono di cambiare prospettiva e di guardare oltre i risultati attuali. Una nuova prospettiva è ancor più importante per le malattie come il morbo di Huntington, per il quale, a differenza del Parkinson, le applicazioni sull’essere umano sono ancora in divenire.
Da oltre cinque anni, grazie a fondi europei, il mio laboratorio tra il Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi - NICO e il Dipartimento di Neuroscienze esplora come neuroni, creati con ricette sofisticate messe a punto dal laboratorio di Elena Cattaneo dell’Università di Milano, maturano e formano nuovi circuiti in modelli animali di Huntington. I risultati sono promettenti, ma rimane molto da fare, specialmente per ricostruire i complessi circuiti danneggiati nella malattia e ottenere un controllo regolato e funzionale della loro attività.

Per accelerare questa ricerca e proiettarla oltre i limiti attuali, abbiamo creato un team affiatato e interdisciplinare con le colleghe Elena Cattaneo, Malin Parmar dell’Università di Lund e Jenny Emnéus dell’Università Tecnica della Danimarca. Insieme abbiamo dato vita al progetto Custom-Made Neurons For Cell Therapy In Parkinson’s And Huntington’s Disease, finanziato dall’Unione Europea con un prestigioso Synergy Grant. Questo progetto è ora ai blocchi di partenza e terrà occupati i nostri laboratori per i prossimi 6 anni.
Miriamo a sviluppare terapie personalizzate per Parkinson e Huntington. Combinando cellule staminali, genomica e bioingegneria, vogliamo creare neuroni e cellule di sostegno capaci di rispondere alle necessità di ogni paziente.
I neuroni saranno ingegnerizzati per ricostruire con fedeltà i circuiti perduti e per modularne l’attività in base alle esigenze dei pazienti e al decorso della malattia. Saranno anche equipaggiati con meccanismi che li difendono dalla patologia e attenuano la malattia nel cervello malato.
Lavoreremo per trasformare il campo della medicina rigenerativa applicata alle malattie neurodegenerative, dirigendolo sempre di più verso terapie personalizzate e versatili. L’appuntamento è per i prossimi passi di questa avventura, dedicata ai pazienti e alle loro famiglie.
