Caro amico, ti scrivo… Modelli e scambi culturali nell’Europa del Rinascimento
Come circolava la cultura nel Rinascimento? Quale ruolo ebbero gli intellettuali religiosi e laici, i diplomatici, i mercanti? Attraverso uno studio approfondito degli scambi epistolari, con il progetto EuroCult indagherò le relazioni che si stabilirono tra le reti intellettuali e le comunità di sapere e quale funzione ebbero la lingua e i modelli letterari latini. Protagonista delle mie ricerche sarà una delle personalità più influenti del XV secolo: Enea Silvio Piccolomini, futuro papa Pio II.
Il movimento intellettuale dell’Umanesimo-Rinascimento prese avvio dalla metà del XIV secolo e coinvolse, nel corso del XV e del XVI secolo, molteplici ambiti culturali come letteratura, filosofia e arte. Peculiare di quest’epoca è il confronto con i valori e la cultura del mondo antico da cui derivò la capacità, nuova rispetto ai secoli precedenti, di mettere in discussione le idee e di verificarne l’autenticità ponendole in relazione al periodo storico.
Tale processo fu possibile grazie alla riscoperta di alcuni testi antichi da parte di diversi studiosi. Il primo ad appassionarsi fu Francesco Petrarca, che coinvolse subito i suoi discepoli: da Firenze, nel corso del XV secolo, il fenomeno si propagò nell’intera penisola e poi in Europa.
Ma, quali meccanismi favorirono gli scambi culturali durante quei decenni, ancora legati ai libri copiati a mano e agli albori della stampa? Quali relazioni si stabilirono tra gli scambi culturali, le reti intellettuali e le comunità di sapere? Quale ruolo svolsero non solo gli intellettuali, religiosi e laici, ma anche i diplomatici, i mercanti e le donne? Quale funzione ebbero la lingua e i modelli letterari latini in questo contesto?
Questi sono alcuni dei quesiti sui quali intende indagare EuroCult (Cultural exchanges, network and community in early humanist Europe. The case of Aeneas Silvius Piccolomini), il progetto per cui ho ottenuto un finanziamento Marie Skłodowska-Curie (Individual Fellowship) e il cui acronimo vuole sottolineare proprio la diffusione europea del movimento umanistico-rinascimentale.
Molte risposte sono racchiuse nelle lettere degli umanisti, per i quali l’epistola, sull’onda delle ritrovate lettere ciceroniane, fu il genere letterario privilegiato per la condivisione delle proprie idee. La lettera permetteva il confronto con altri intellettuali, la formulazione di richieste culturali e materiali secondo il duplice filone della lingua latina e di quella volgare. Tuttavia, almeno nei primi decenni, fu il latino a favorire la discussione e la diffusione della cultura a livello europeo.
EuroCult porrà l’attenzione su una eminente personalità dell’epoca, Enea Silvio Piccolomini (1405-1464), futuro papa Pio II (1458), il quale esemplifica bene la condizione socio-culturale del suo tempo perché, proprio grazie al suo ruolo e alle lettere, strinse legami, non solo politico-religiosi ma anche culturali, con intellettuali, segretari, uomini politici e religiosi tra Italia ed Europa centro-settentrionale. Le sue epistole, le opere storiche e quelle letterarie - tutte in latino - vennero copiate, stampate, lette e imitate anche nel secolo successivo.
Da giovane fu segretario, pressoché sconosciuto ma brillante, di alcuni prelati durante il Concilio di Basilea (1431-1449). Divenne in seguito diplomatico e segretario dell’imperatore, vescovo e cardinale e viaggiò per tutta la vita, visitando molti paesi europei (Germania, Austria, Boemia e Inghilterra) e dimostrando particolare attenzione per gli usi e i costumi dei diversi popoli. Nei sei anni del suo pontificato indisse l’ultima crociata, che avrebbe dovuto respingere i turchi ottomani dall'Impero bizantino, ma morì proprio mentre ne organizzava la partenza.
Dopo aver vissuto la prima parte della vita in modo avventuroso e spregiudicato, mettendo in discussione persino la figura del pontefice, il Piccolomini intraprese un cammino di conversione che lo portò ad accostarsi alla Chiesa e, come lui stesso scrisse, ad abbandonare il virgiliano “Enea Silvio” per l’altrettanto virgiliano, ma anche cristiano, “Pio”.
Con il progetto EuroCult, che svilupperò nel triennio 2022-2025 in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’educazione dell’Università di Torino e il Department of Italian Studies dell’Università di Toronto, individuerò i corrispondenti del Piccolomini, i dedicatari delle sue opere e i possessori dei suoi scritti e analizzerò la tradizione manoscritta e a stampa delle sue opere, con particolare riguardo alle lettere. L’obiettivo è comprendere quali furono le comunità in cui esse circolarono, per quali aspetti furono apprezzate e quali elementi di discussione generarono, illuminando nuove e inattese sfaccettature della cultura europea del XV e XVI secolo.