Sentirsi sicuri in un mercato del lavoro incerto? Questione di prospettive e di politiche
Come è emerso da un nostro recente studio, le nostre decisioni di vita e professionali si basano sulla percezione soggettiva, oltre che su quella oggettiva, della nostra condizione lavorativa. Le politiche del lavoro non possono non tenerne conto, ancor di più oggi, all'alba di una nuova crisi economica.
Uno dei filoni della nostra ricerca recente si è concentrato sullo studio dell’insicurezza dei lavoratori nel mercato del lavoro. Ne è emerso che l’insicurezza percepita dai lavoratori è determinata non solo dalla dimensione oggettiva della nostra condizione lavorativa, per esempio il tipo di contratto con cui lavoriamo, ma è anche fondamentale la dimensione soggettiva, cioè la percezione della nostra posizione lavorativa - se avremo o meno il rinnovo del contratto, se il nostro datore di lavoro non lo interromperà. Questo perché gli individui combinano le informazioni che provengono da diversi livelli (individuale, aziendale e di contesto istituzionale) ed elaborano una propria percezione che tiene conto di fattori oggettivi (come ad esempio il tipo di contratto, il tasso di disoccupazione in una regione) ma anche soggettivi (la presenza di una rete familiare, tratti della personalità). Così può succedere che di fronte a condizioni oggettive di certezza lavorativa vi sia la percezione soggettiva di una mancanza di certezza in merito al proprio futuro lavorativo. O viceversa: di fronte a condizioni oggettive precarie e instabili si può comunque essere fiduciosi e ottimisti in relazione al proprio futuro lavorativo.
Perché questo risultato è importante? Perché spesso è proprio sulla base della percezione soggettiva della nostra condizione lavorativa che prendiamo le nostre decisioni di vita e professionali. Scegliamo un lavoro piuttosto che un altro perché lo reputiamo più o meno sicuro. Per esempio posso rinunciare alle mie aspirazioni professionali di diventare ricercatore, avvocato, giornalista, perché so che quel percorso comporta molti anni di insicurezza, o posso decidere di non avere un figlio perché reputo la mia situazione professionale insicura dal punto di vista del reddito. In generale, questi fattori sono molto importanti nel definire le decisioni di transizione alla vita adulta dei giovani, come abbiamo raccontato qui.
La ricerca dimostra che la percezione soggettiva dell’insicurezza lavorativa da un punto di vista macro è correlata con l’andamento economico, con la struttura del mercato del lavoro, ma anche con il sistema di welfare e le politiche del lavoro e sociali del proprio paese. È quindi importante che questi aspetti vengano tenuti in considerazione quando si progettano le politiche: non esiste la ricetta ideale, ma è importante tenere a mente che la percezione di insicurezza dipende dalla combinazione di fattori percepiti a livello micro, quindi dai singoli individui, ma anche di fattori che fanno riferimento al contesto nazionale, come le politiche e le strutture del mercato del lavoro. Per esempio, è stato rilevato che sia i giovani danesi sia i giovani statunitensi si sentono relativamente sicuri rispetto ai loro coetanei in altri paesi. Infatti, seppure i due contesti nazionali siano molto differenti, la bassa percezione di insicurezza è legata alla percezione ed esistenza di alte probabilità di re-impiego, seppure per ragioni molto diverse: politiche del lavoro generose e inclusive in Danimarca, elevato dinamismo del mercato del lavoro negli Stati Uniti.
Quale indicazione si può trarre da queste ricerche? Che le strategie degli individui sono un mix di informazioni provenienti da diversi livelli (micro, meso, macro) e che vengono processate anche tenendo in considerazione aspetti più personali, collegati alla sfera personale e soggettiva. Formulare provvedimenti, politiche, ma anche progettare la comunicazione, tenendo in considerazione solo uno dei due aspetti può portare a risultati parziali e fuorvianti. Ancora più oggi e nell’immediato futuro, quando dovremo far fronte a una forte crisi economica e del lavoro, sarà importante tenerlo presente.