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La missione archeologica italiana torna finalmente a Seleucia, Iraq

Seleucia, Iraq. Scavo nella trincea T1.

Era la capitale dell’Oriente ellenistico e i suoi scavi hanno ancora molto da dirci dell’incontro fra Oriente e Occidente: è Seleucia al Tigri, nell’attuale Iraq, dove ora, dopo le guerre e le tensioni politiche che hanno interessato l’area negli ultimi trent’anni, finalmente torna la missione archeologica del CRAST e di UniTO. Possono così riprendere le ricerche che conduciamo da quasi sessant’anni su questo sito.

Dopo un’interruzione di circa trent’anni, dovuta alle travagliate vicende che hanno riguardato la storia recente dell’Iraq, è nuovamente operativa la Missione Archeologica Italiana del CRAST (Centro Ricerche Archeologiche e scavi di Torino per il Medio Oriente e l’Asia) e dell’Università di Torino a Seleucia al Tigri.

Si tratta di uno scavo di grande rilevanza, iniziato nel 1963 e interrotto dalla prima guerra del Golfo. L’unica altra missione archeologica che ha operato sul sito, condotta dall’Università del Michigan, risale agli anni ‘30 del secolo scorso. Siamo orgogliosi di aver ripreso una tradizione così importante per Torino grazie al CRAST (. La missione IAES - Italian Archaeological Expedition at Seleucia, composta da specialisti di UniTo e PoliTo, da dottorandi e studenti UniTo della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici “Giorgio Gullini”, resterà sul sito per circa un mese, con la prospettiva in futuro di missioni più lunghe.

Seleucia è stata la capitale dell’Oriente ellenistico, tra la fine del IV sec. a.C. e il II sec. d.C. Fu una cosmopoli come Alessandria e Roma che, a differenza di queste ultime, non ha conosciuto sovrapposizioni urbane di età moderna. Il sito ha dimensioni eccezionali, paragonabili a quelle di una capitale europea della fine del XVIII secolo, estendendosi per oltre 600 ettari. Le architetture, i materiali, la cultura della città, in parte note grazie a scavi pregressi, testimoniano l’incontro fra Oriente e Occidente.

La nostra è una ricerca archeologica interdisciplinare che, anche con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, intende individuare gli edifici monumentali della città. Ricognizioni con UAV [velivoli senza pilota, NdR] dotati di sensori multispettrali, acquisizioni tramite telerilevamento con la tecnica LIDAR e approcci più tradizionali, incluso lo scavo stratigrafico in estensione, ci permetteranno di individuare le aree pubbliche e di comprendere l’impatto che una fondazione di questo tipo ebbe sul territorio circostante. Sul piano storico, sarà inoltre possibile interpretare le politiche d’intervento di un apparato di potere creato per rispondere alle esigenze di una società già globalizzata grazie alla propensione iper-connettiva del mondo ellenistico.

Il nostro è però anche un progetto di archeologia pubblica, volto alla formazione e alla tutela di un patrimonio costantemente minacciato. Ricordiamo tutti le terribili immagini dei bulldozer del DAESH a Ninive, Nimrud e Hatra: quelle immagini ci hanno segnato profondamente. Il patrimonio irachenoappartiene a tutti noi perché restituisce una storia della quale facciamo parte nel lungo cammino della civiltà, una storia nella quale ognuno di noi può rispecchiarsi. L'Italia e il CRAST in particolare hanno avviato da lungo tempo azioni di tutela. Molto è stato fatto, molto resta da fare. Durante e subito dopo la seconda guerra del golfo il CRAST ha collaborato con i Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale alla compilazione di un database degli oggetti trafugati da musei e siti iracheni e ha contribuito al recupero di centinaia di reperti che stavano lasciando illegalmente il Paese.

Negli ultimi 15 anni il Centro, e in particolare in anni più recenti con il supporto di UniTo, ha coordinato il riallestimento di molte sale dell’Iraq Museum di Baghdad, uno dei più grandi e importanti al mondo. In questo contesto, abbiamo organizzato corsi di formazione e strategie di community engagement rivolte alla sensibilizzazione soprattutto dei più giovani. In particolare, grazie a un co-finanziamento del MAECI e di Unito (Grant for Internationalization) nella primavera 2023, abbiamo dato il via a “Archeologia in aree di conflitto” e “Attività di formazione presso il Centro Culturale Italo-Iracheno per le scienze archeologiche e il restauro di Baghdad”: si tratta di due progetti complementari che hanno permesso di offrire workshop e corsi di formazione a funzionari iracheni della Direzione delle Antichità e dell’Iraq Museum di Baghdad. Gli argomenti trattati spaziano dalla classica metodologia di scavo archeologico all’utilizzo di nuove tecnologie fino all’applicazione della geofisica in campo archeologico.

I corsi continueranno sia in Italia che in Iraq nell’autunno e inverno 2023, su tematiche relative al restauro, alle tecniche di scavo e documentazione, alla conservazione del mattone crudo e alla disseminazione e divulgazione di tematiche archeologiche per i più giovani (public archaeology). Prevediamo anche un corso di lingua italiana per adulti tenuto da un docente dell’università di Baghdad.

Unitamente al nostro programma di ricerca, (nell'autunno 2023 la missione torinese aprirà due settori di scavo a Seleucia) continueremo a sviluppare progetti di formazione e awareness raising, poiché la migliore strategia di tutela in questi casi è quella che conduce al coinvolgimento delle comunità locali nella consapevolezza di dover proteggere e trasmettere un patrimonio che non è solo identitario.

Membri della missione (oltre agli autori di questo articolo e co-direttori della missione)
novembre 2022:
Prof.ssa Alessandra Cellerino (UniTo, Dipartimento di Studi Storici)
Prof.ssa Antonia Teresa Spanò (PoliTo, Dipartimento di Architettura e Design)
Dott. Giacomo Patrucco (PoliTo, Dipartimento di Architettura e Design)
Dott. Enrico Foietta (UniTo, Dipartimento di Studi Storici)
Dott.ssa Valentina Gallerani (UniTo, Dottorato in Scienze archeologiche, storiche e storico-artistiche)
Dott.ssa Elena Vasirani (UniTo, Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici “Giorgio Gullini”)
Dott. Mauro Como (UniTo, Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici “Giorgio Gullini”)

Per la parte irachena: Mr. Usham F. Abbas, Mr. Ibrahim H. Faraj, Mrs. Marwa J. Neama and Mr. Karrar I. Imra (State Board of Antiquities and Heritage of Iraq)

aprile 2023:
Prof. Dr. Jörg W. Fassbinder (Università di Monaco)
Dott.ssa Serap -zer (Università di Monaco)
Dott.ssa Angela Pietrafesa (UniTo, Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici “Giorgio Gullini”)
Dott.ssa Federica Belotti (UniTo, Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici “Giorgio Gullini”)
Virginia Pelissero (Unito, Dipartimento di Studi Storici)

Per la parte irachena: Mrs. Marwa J. Neama, Mr. Qassai Jasim Khalil, Mr. Jafar Sadia Zabun and Mrs Jinan W. Hussen (State Board of Antiquities and Heritage of Iraq


Il racconto originale, pubblicato il 25 gennaio 2023, è stato aggiornato il 7 luglio 2023


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