Molti nomi di luogo sono modificati o storpiati dalle fonti ufficiali, rendendone oscuro il senso: è quanto successo con Granta Parèi "grande parete", restituito da qualche ignoto cartografo del secolo scorso come Gran Paradiso, nonché con il Monte Rosa, erroneamente interpretato partendo da rouése o rouja che però nella parlata locale significa "ghiacciaio" e non "rosa". Ed ancora l'originale Sèr Véi "ripiano vecchio" ha dato il grottesco Cervelli (borgata di Coazze - Val Sangone) o lou Col 'd l'Arcano "il colle dell'ocra" (colle presso Massello - Val Germanasca), interpretato come "colle dell'arcano".
Oggi molti toponimi tramandati oralmente da secoli nelle aree montane vanno irreversibilmente perdendosi, minacciati dallo spopolamento, dall'abbandono delle attività produttive e dal regredire delle parlate dialettali che ne possono far travisare, come abbiamo visto, il significato.
L'ATPM dal 1983 coordina la raccolta, attraverso il lavoro capillare di raccoglitori locali, dell'intera rete di nomi dati nel tempo a singoli elementi del territorio (rilievi, acque, insediamenti, manufatti, vie di comunicazione), direttamente dalla voce degli abitanti della montagna piemontese.
Ogni toponimo raccolto viene schedato, tradotto, arricchito di dati e memorie (leggende, proverbi), localizzato su basi cartografiche e dotato di registrazione sonora, per poi confluire in un archivio elettronico che gestisce ora oltre 70.000 toponimi provenienti da più di 200 località montane.