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Culture, Produzione culturale e artistica, Filosofia

CLAPie: voci e pratiche passate e presenti nelle Alpi piemontesi

La ricerca ha portato allo sviluppo di una piattaforma informatica in cui far dialogare dati etnolinguistici e antropologici per studiare le dinamiche di conservazione e/o innovazione nell’ambito delle pratiche e della terminologia dell’alpicoltura in alcune vallate alpine del Piemonte

Il progetto Culture e Lingue delle Alpi del Piemonte: atlanti linguistici, musei etnografici, percorsi multimediali per l’educazione al territorio alpino (CLAPie) è stato sviluppato da un gruppo di dialettologi e antropologi per studiare le ricadute sul piano linguistico e culturale della recente ripresa demografica in atto presso le comunità di montagna delle Alpi Occidentali. Per elaborare il modello di analisi la ricerca si è concentrata sull’attività dell’alpicoltura ed è stata circoscritta all’area-pilota delle cosiddette Valli Valdesi, ovvero la Val Pellice, la Val Germanasca e la bassa Val Chisone, in provincia di Torino. La prima fase del progetto ha riguardato l’allestimento di uno spazio multimediale in cui far interagire e dialogare testimonianze linguistiche, etnografiche e antropologiche del passato e del presente, anche in forma di documenti audiovisivi e fotografici. Si è poi provveduto alla selezione e alla progressiva immissione nel data base dei dati degli atlanti linguistici che hanno esplorato il territorio alpino piemontese con inchieste svolte tra la fine dell’Ottocento e gli anni Novanta del secolo scorso.

In parallelo si è proceduto alla mappatura della rete museale relativa all’area indagata per individuare le sezioni e gli oggetti espositivi coerenti al tema della ricerca, successivamente inseriti nel data base. La documentazione linguistica e etnografica è stata infine arricchita con dati etnolinguistici e antropologici raccolti svolgendo apposite inchieste sul campo in alcune località dell’area indagata. L’organizzazione dei dati etnolinguistici e antropologici all’interno della piattaforma CLAPie ha permesso di far emergere, attraverso il collegamento e l’interrelazione tra documenti non eterogenei, aspetti di continuità/conservazione e di innovazione nell’ambito degli strumenti, dei cicli lavorativi e della terminologia dell’alpicoltura.

In particolare, nell’area-pilota indagata si è osservata una sostanziale permanenza dei termini originari probabilmente favorita, da un lato, dal fatto che l’alpicoltura è ancora praticata da famiglie indigene, dall’altro, dalla connotazione fortemente positiva dell’immagine dell’alpigiano presso le ultime generazioni, avvalorata dalla presenza di diversi giovani intenzionati a proseguire l’attività di famiglia. Qui infatti le istituzioni locali sostengono gli allevatori residenti e autoctoni con efficaci politiche di gestione degli alpeggi di proprietà comunale, mentre gli edifici posti su di essi sono spesso di proprietà privata e vengono tramandati di generazione in generazione. Con l’immissione nella piattaforma CLAPie dei dati riguardanti altre vallate alpine del Piemonte sarà possibile studiare le dinamiche del cambiamento linguistico e culturale delle singole realtà territoriali, anche per individuare le strategie più consone alla loro salvaguardia e rivitalizzazione.

Questa storia di ricerca si trova in:


un racconto di
Federica Cugno
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

02 agosto 2018

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