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Epidemiologia, Terapie e Politiche sanitarie

Progettare il verde urbano per promuovere benessere e Salute Pubblica

Foto: Leah Kelley / pexels.com

Organizzare le città per salvaguardare la salute dei cittadini significa renderle sostenibili, come anche indicato dagli Obiettivi dell’Agenda ONU. E in questo sappiamo che le piante, e il verde in genere, ci sono alleati. Ecco perché abbiamo svolto uno studio, che ha coinvolto oltre 200 torinesi, per valutare l’effetto del verde sui livelli di stress ossidativo, che pur non essendo una patologia di per sé può essere considerato una concausa. Quindi agire per ridurlo significa svolgere un’azione preventiva nei confronti di patologie future.

Oggi, nel mondo, 4 miliardi di persone vivono in città e si stima che, nel 2050, circa il 70% della popolazione mondiale vivrà in un’area urbanizzata. Le città possono contribuire positivamente alla salute e al benessere dei cittadini perché forniscono un maggior numero di servizi, migliori reti socio-sanitarie, assistenziali e culturali. Tuttavia permangono alcune problematiche intrinseche, soprattutto in riferimento alla qualità dell’aria, al rumore e alle isole di calore. Riconoscendo l’attualità del tema e l’importanza che le città possono rivestire in ambito di prevenzione primaria e salute pubblica, abbiamo intrapreso un progetto di ricerca multidisciplinare e in armonia con alcuni degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

Avevamo già parlato dell’importanza della disponibilità del verde urbano per la salute respiratoria dei bambini nella città di Torino. Nel corso del 2020 abbiamo condotto ulteriori indagini approfondendo un aspetto, apparentemente astratto e insolito, che in realtà riveste un ruolo centrale per la prevenzione di moltissime patologie: lo stress ossidativo. Si tratta di uno squilibrio biochimico derivante dalla produzione incontrollata di specie reattive (principalmente dell’ossigeno), come i radicali liberi. Non si tratta di una patologia, anzi, la produzione di specie reattive è un meccanismo ben conservato negli esseri viventi poiché esse sono coinvolte in una moltitudine di processi fisiologici, come  la contrazione muscolare e la modulazione delle risposte del sistema immunitario, e hanno un ruolo importante in diverse vie di segnalazione cellulare, come quelle che regolano la crescita o l’omeostasi. Tuttavia, l’eccessivo accumulo di tali specie può portare a uno squilibrio che, se non controbilanciato dalle difese antiossidanti dell’organismo, può danneggiare le principali macromolecole. Se marcato e protratto nel tempo, lo stress ossidativo può essere coinvolto nella patogenesi o nell’esacerbazione di diverse malattie principalmente neurodegenerative - come il Parkinson e l'Alzheimer -, cardiovascolari, respiratorie e persino neoplasie maligne. Agire per ridurre lo stress ossidativo significa, dunque, prevenire.

Il nostro studio, pubblicato di recente su Environmental Research ha indagato l'associazione tra il verde urbano e lo stress ossidativo in una popolazione di 207 giovani torinesi al fine di produrre nuove linee preventive utili per i decisori politici, per gli altri ricercatori e per la popolazione generale. Infatti, grazie alla collaborazione scientifica che ha coinvolto due Dipartimenti di UniTo (DSSPP e DISAFA), abbiamo innanzitutto indagato l’associazione tra un indice che quantifica il verde (SAVI: Soil Adjusted Vegetation Index, Fig. 1) e un biomarker urinario di stress ossidativo (chiamato isoprostano); quindi abbiamo valutato l’associazione tra l’esposizione individuale alla vegetazione sempreverde e/o caducifoglia e i livelli di stress ossidativo; infine abbiamo sviluppato una mappa prototipale che, tenendo conto delle stime sul maggior rischio di stress ossidativo in base al verde di Torino (punto 1, Fig. 2), individuasse le aree della città che necessitassero una riqualificazione del verde per ridurre lo stress ossidativo dei bambini ivi residenti.
È così emerso che una maggiore esposizione al verde è significativamente e positivamente associata a un ridotto stress ossidativo e che gli alberi sempreverdi determinano un effetto positivo più marcato rispetto a quelli a foglie caduche. Inoltre è stato sviluppato il prototipo di cui sopra che, se ulteriormente validato, potrà supportare le politiche di gestione del verde urbano, al fine di garantire - grazie alla riduzione dello stress ossidativo - una migliore prevenzione delle patologie, e quindi un migliore stato di salute e un incrementato del benessere e nei giovani torinesi.

Gruppo di ricerca: Roberto Bono e Giulia Squillacioti (Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche); Enrico Corrado Borgogno Mondino e Samuele de Petris (Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari).


IMMAGINI

Questa storia di ricerca si trova in:


un racconto di
Giulia Squillacioti
Roberto Bono
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

12 aprile 2021

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