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Studio del passato dell'umanità

La conservazione del patrimonio culturale? Un gioco di squadra multidisciplinare!

Foto: Martin Sanchez / Unsplash

Il lavoro multidisciplinare è una condizione indispensabile per la conservazione del patrimonio culturale. Fare in modo che professionisti, accademici e tecnici di differenti ambiti collaborino e si scambino informazioni può fare la differenza quando si devono prendere decisioni sulla conservazione. Un fattore cruciale è valutare la qualità dei contributi individuali e trovare i modi per combinarli efficacemente.

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Dall'architettura monumentale alle opere d'arte storiche fino ai manufatti archeologici, il patrimonio tangibile racchiude valori intangibili essenziali legati alla cultura, alla religione, all'estetica e alle tecniche di produzione di un periodo storico. L'importanza della conservazione del patrimonio deriva dalla necessità di preservare questi valori tangibili e intangibili e il significato identitario che essi lasciano alle generazioni future. Soprattutto i beni tangibili che costituiscono il patrimonio sono soggetti a deterioramenti e modificazioni che possono derivare dall'interazione con l'ambiente e dall'attività umana. Per assicurare la loro conservazione, e di conseguenza anche la conservazione dei valori intangibili a esso legati, è necessario documentare, valutare e monitorare questi danni nel tempo in modo da contribuire efficacemente al processo decisionale sulla conservazione.


Le organizzazioni internazionali e le azioni proposte per assicurare la sostenibilità del patrimonio, così come decenni di esperienza internazionale nella conservazione,  suggeriscono che, per documentare correttamente il patrimonio tangibile, è necessario che specialisti di diversa estrazione imparino a lavorare in modo integrato, producendo  informazioni e interpretazioni multidisciplinari. Le informazioni raccolte sul patrimonio possono riguardare caratteristiche storiche, architettoniche,  geometriche, strutturali, chimiche, ambientali e di altro tipo, e possono presentarsi in molte forme: testi scritti, schizzi, disegni, foto, misure e modelli digitali. Spesso, questi dati non sono analizzati nel loro insieme da un team multidisciplinare, ma sono studiati separatamente, e questo può portare a interpretazioni errate delle reali condizioni di un manufatto.


Lo scopo della mia ricerca - che si svolge nell'ambito del programma Tech4Culture* " consiste nell’indagare le caratteristiche dei diversi tipi di dati che un gruppo multidisciplinare produce quando documenta lo stato di un bene culturale e proporre le migliori modalità per integrarli all’interno di un unico sistema di rappresentazione spaziale al fine di aumentare l'efficienza di ogni singola informazione e limitare interpretazioni parziali che possono portare a conclusioni non congruenti tra loro. I dati con cui ho a che fare più  frequentemente sono immagini fotografiche, misure termiche, dati tridimensionali sulla geometria e descrizioni di materiali e relativi danni. Per farli "interagire" e descrivere al meglio lo stato del patrimonio, come “linguaggio comune” uso le proprietà che i diversi tipi di dati hanno tra loro in comune, come la loro posizione nello spazio 3D, pur tenendo presente che sono informazioni di diverso tipo raccolte con tecniche molto differenti, che quindi devono essere prima corrette in vari modi per diventare compatibili.

Poi, seguendo i consigli dei diversi professionisti su come interpretare i risultati secondo le loro diverse competenze, utilizzo i dati combinati collettivamente in un ambiente digitale 3D per trarre conclusioni sullo stato di conservazione del patrimonio. Grazie a questo lavoro produco modelli digitali 3D, dove i vari danni (crepe, perdita di materiali autentici, alterazione dei colori, croste e altre irregolarità della superficie) sono evidenziati in modi diversi, oppure mappe 2D che rappresentano tutte queste alterazioni in una modalità più tradizionale. In passato ci sono stati molti esempi di documentazioni incomplete (soprattutto del patrimonio lapideo) che non sono state condotte da team multidisciplinari, portando quindi a risultati non oggettivi sullo stato di conservazione e di conseguenza a decisioni errate sul restauro. In svariate occasioni, questi interventi basati su documentazioni non sufficientemente complete, hanno peggiorato lo stato del patrimonio invece di consentirne la conservazione.
Il garantire che i gruppi di esperti della conservazione siano composti da specialisti delle diverse tecnologie utili alla comprensione dei fenomeni di degrado e delle loro cause, in grado di comunicare efficacemente tramite uno strumento di sintesi delle diverse analisi condiviso è punto di partenza fondamentale per l’adozione di politiche di conservazione del patrimonio culturale efficienti ed efficaci.


*Il progetto T4C (Technologies for Cultural Heritage) è finanziato dal programma Horizon 2020 per la Ricerca e Innovazione dell'Unione Europea, in accordo con il Marie Skłodowska-Curie grant agreement N. 754511.


IMMAGINI

Questa storia di ricerca si trova in:


un racconto di
Efstathios Adamopoulos
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

15 febbraio 2021

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