Brand
Culture, Produzione culturale e artistica, Filosofia

Dall’Italia verso la Via della Seta, tra mappe interattive e realtà aumentata

Shah-i-Zinda, Samarcanda, Uzbekistan. Foto: Priyanka Sethy / Unsplash

È un reticolo, di circa 8mila km, tra terra mari e fiumi la via che collegava l’Impero Romano e la Cina. Oggi, quei cammini tornano a essere percorsi grazie a SERICA, il progetto multidisciplinare congiunto delle Università di Torino e Pisa finanziato dal MUR, con lo scopo di costruire un portale per la fruizione di documenti e mappe interattive, anche con il supporto della realtà aumentata. Mostre e momenti di incontro saranno organizzati per far rivivere alla comunità l’emozione di quei viaggi, con una particolare attenzione alle scuole.

Il progetto SERICA (Sino-European Religious Intersections in Central Asia. Interactive Texts and Intelligent Networks) nasce dalla scommessa di riunire studiosi di discipline umanistiche e scientifiche attorno all’idea di rendere in qualche modo “virtualmente tangibile” la cosiddetta Via della Seta (o, più propriamente, Seidenstraße, dato che il termine fu coniato verso fine Ottocento dal geografo tedesco Ferdinand von Richthofen nell'introduzione all'opera Tagebücher aus China - "Diario dalla Cina"), una fitta rete di vie di comunicazione, commerci e relazioni che tentarono di unire Europa e Asia a partire dalla spedizione di Alessandro Magno (IV sec. a.C.), passando per il Medioevo fino all’età moderna.

L’obiettivo è offrire, per la prima volta, un racconto esauriente e analitico di questa esperienza, che ha lasciato molte tracce all’interno della memoria culturale del Vicino Oriente, dell’India, dell’Asia Centrale e della Cina, dall’antichità al XVIII secolo. La bibliografia in merito è piuttosto ampia, a partire dalle raccolte di fonti latine e greche sui rapporti con l’Oriente (G. Coedès, Texts of Greek and Latin Authors on the Far East. From the 4th C. B.C.E. to the 14th C. C.E., Turnhout 2010) o alla ricezione dell’antico in Oriente (A.-B. Renger, Xin Fan (eds.), Receptions of Greek and Roman Antiquity in East Asia, Leiden 2018) per passare a studi veri e propri sulle connessioni eurasiatiche (J. Gunn, First Globalization: The Eurasian Exchange 1500-1800, Lanham 2005 M. Nicolini Zani, La via radiosa per l’Oriente, Magnano (BI), 2006), fino ad arrivare allo studio dell’entrata della cultura occidentale in Cina (D.E. Mungello, The Great Encounter of China and the West 1550-1800, Lanham 2005). L’ambizione di questo progetto è quella di fornire un approccio globale e unitario, che prenda in esame le fonti, le persone che hanno rappresentato un simbolo di tale percorso (da Giovanni dal Pian del Carpine a Matteo Ricci) e le idee che tali persone hanno veicolato nel mondo.

Durante il progetto, che avrà inizio nella primavera del 2021 e durerà fino a giugno del 2023, saranno raccolte, studiate, tradotte, commentate e pubblicate fonti letterarie e documentarie per costruire una mappa interattiva, contenente elementi di realtà aumentata e di geolocalizzazione dei luoghi centrali della Via della Seta. Nel portale - che sarà costruito con la collaborazione del Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa e grazie alle relazioni avviate con il progetto ELA (Eurasian Latin Archive) dell’Università di Siena - saranno realizzate massicce digitalizzazioni di testi antichi e moderni in varie lingue (latino, cinese, lingue indiane, persiano) che permetteranno un’ampia fruizione dei materiali librari precedentemente poco o nulla accessibili e la loro interrogazione con ricerche testuali raffinate e complesse.

Accanto a questa attività, che si concretizzerà in pubblicazioni e darà spazio a convegni e a workshop nazionali e internazionali, sono previste anche mostre virtuali e fisiche (se la situazione sanitaria lo consentirà) in collaborazione con il MAO - Museo d'Arte Orientale di Torino e con altre istituzioni culturali pisane. Queste attività si inquadrano anche all’interno di un programma ampio di disseminazione e di terza missione, che va nella direzione di una forte apertura verso l’Oriente e l’Asia, che l’Università di Torino sta già perseguendo da anni. Il gruppo di ricerca prevede anche di agire in stretta sinergia con altri enti territoriali come biblioteche e diversi centri di ricerca che saranno contattati nei prossimi mesi, dedicando una notevole attenzione soprattutto al mondo della scuola.

L’unità di Torino, diretta da me, comprende sinologi e storici della Cina moderna (Stefania Stafutti e Monica De Togni), indologi (Alberto Pelissero), filologi classici e papirologi (Rosa Maria Piccione), tutti afferenti al Dipartimento di Studi Umanistici, oltre a storici della tardoantichità (Maria Goretti Castello), del Dipartimento di Studi Storici. Insieme a loro parteciperanno assegnisti e borsisti dell’ateneo torinese. L’unità di Pisa è invece diretta dalla prof. ssa Chiara Ombretta Tommasi Moreschini.

un racconto di
Andrea Balbo
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

01 marzo 2021

condividi

LE MIE STORIE DI RICERCA

potrebbero interessarti anche