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La mente umana e la sua complessità, Educazione e Linguaggio

La psicologia clinica in oncologia: ripensare la cura tra corpo, mente e ambiente

Foto: pexels.com

La malattia oncologica costituisce un’esperienza particolarmente complessa da affrontare per i malati, i familiari e anche per i Servizi Sanitari che della patologia si prendono carico. Emerge la necessità di politiche sanitarie che tengano in considerazione la qualità dei servizi erogati e allo stesso tempo il contenimento dei costi. Per far fronte a tale complessità è importante promuovere la realizzazione di protocolli di cura multidisciplinari che prestino un'adeguata attenzione all’interrelazione tra le componenti corporee, mentali e ambientali dell’esperienza di malattia.

La comunicazione di diagnosi di tumore può avere un impatto traumatico sia per il paziente sia per i suoi familiari, costretti a confrontarsi con sentimenti di impotenza e vulnerabilità e con le intense angosce connesse al lutto e alla morte. Per quanto riguarda i pazienti, possono emergere sintomatologia ansiosa e depressiva, elevato distress e preoccupazioni connesse al proprio Sé corporeo. Il vissuto traumatico e la minaccia percepita, insieme alla necessità di affrontare trattamenti talora invasivi e invalidanti, possono generare forti angosce, connesse anche alla recidivanza. Il dolore provato, dunque, non è solo quello del corpo, ma è anche un dolore della mente, una ferita inflitta alla propria soggettività e al proprio senso di integrità.

Allo stesso modo, l’impatto della patologia oncologica è rilevante anche per i familiari, che si trovano a dover rispondere ai bisogni del paziente a diversi livelli, quali quello sanitario, emotivo, finanziario e spirituale, lungo tutte le fasi della malattia. Sia per i malati sia per i familiari la paura di non possedere risorse sufficienti ad affrontare la malattia mina la capacità del soggetto di dare senso all’evento e comporta la compromissione di quelle funzioni della mente fondamentali per l’attribuzione di significato alla propria vita.

In un ambito di promozione e tutela della salute psicologica, è fondamentale individuare i fattori di diagnosi, prognosi e cura per gli individui e le famiglie toccate da una diagnosi oncologica, investendo su interventi sostenibili ed efficaci che consentano la costruzione di uno spazio in cui è possibile per il malato e per i suoi cari affrontare la malattia e il suo impatto somato-psichico.

Sono molteplici le finalità della ricerca psicologico-clinica in oncologia fra cui:

  • la valutazione dell’impatto psicologico della malattia oncologica nei pazienti e nei loro familiari, al fine di individuare i casi di maggiore criticità, declinare il trattamento terapeutico e ottimizzare la presa in carico multidisciplinare;
  • la strutturazione di interventi psicologico-clinici specialistici rivolti a pazienti e familiari, con l’obiettivo di accogliere i vissuti emotivi connessi alla diagnosi, promuovere la capacità di pensiero, incrementare l’aderenza al trattamento e far emergere possibili scelte future per la cura. Ne sono un esempio gli interventi di psicoterapia gruppale breve a orientamento psicoanalitico (Brief Psychoanalytic Group - BPG) rivolti a pazienti affetti da mesotelioma maligno e loro familiari, ideati dal il Gruppo di Ricerca-Intervento “Valutazione psicologica e presa in carico globale della persona affetta da mesotelioma”, coordinato dalla prof.ssa Antonella Granieri.
  • la valutazione dell’efficacia degli interventi;
  • la realizzazione di percorsi di formazione e informazione per gli operatori sanitari e la popolazione generale.

In questa direzione diventano quanto mai indispensabili percorsi di cura che integrino quindi ricerca e intervento, con lo scopo di ottenere una ricca e dettagliata descrizione della complessa natura dinamica dell’esperienza di malattia.

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