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Economia, Finanza e Management

Prezzi alle stelle: i cinici meccanismi del mercato in tempo di pandemia

Photo by Kelly Sikkema on Unsplash

La crisi attuale ha messo a nudo l’essenza della teoria economica: la scarsità. Nella logica di mercato è questa, oltre che l’utilità di un bene, a influenzarne il valore, che si tratti di posti in terapia intensiva, mascherine o gel igienizzante. Oggi più che mai il fine ultimo dell’economia è gestire risorse scarse: si possono così capire gli effetti economici della pandemia, scoprendo anche il ruolo determinante dell’incertezza.

Febbraio 2020. Coronavirus, Amuchina a prezzi stellari, mascherine a 40 euro. Consumatori: "Speculazione vergognosa. È il titolo di uno degli articoli del quotidiano online la Repubblica.

Quali sono i perversi meccanismi economici che portano alla formazione di tali prezzi? Qual è il senso della parola “speculazione”? Da studioso di efficienza dei mercati e delle conseguenze delle discrasie dei mercati finanziari (ad esempio bolle speculative o crisi), proverò a rispondere a questi interrogativi. Ma prima dobbiamo fare un passo indietro, un passo molto lungo.

È il 1776. Adam Smith, padre dell’economia classica presenta il notorio “paradosso del valore”: niente è più utile dell’acqua, eppure con essa difficilmente si riuscirà a ottenere qualcosa in cambio, mentre un bene “inutile” come un diamante ha un enorme valore. Come si giustifica questo nell’ottica di un mercato ben funzionante? Una risposta soddisfacente viene data da Ferdinando Galiani, economista italiano coevo a Smith, che osserva che le determinanti del valore sono due: utilità, “l'attitudine che ha una cosa a procurarci la felicità”, e rarità, “la proporzione che è fra la quantità d'una cosa, e l'uso che n'è fatto”. Galiani intuisce che l’utilità è un concetto che varia in base allo stato delle persone: per il conte Ugolino, rinchiuso in una torre senza cibo, nessuna quantità di oro avrebbe eguagliato l’utilità di un tozzo di pane. Allo stesso modo l’utilità di una mascherina o di un flacone di gel disinfettante dipendono drasticamente dallo stato di una persona e, durante una pandemia, questi beni avranno sicuramente un maggiore valore. Ma come viene determinato precisamente il prezzo di mercato?

Dipende dal rapporto tra domanda e offerta esemplificato dal grafico in figura 1: il prezzo di un bene è determinato dall’incontro tra la curva di domanda e la curva di offerta, che nel grafico, per semplicità, sono rappresentate da linee rette e indicate rispettivamente con D ed S. La loro inclinazione risponde a una ben precisa logica economica, ma per la nostra discussione basta sapere che la quantità e il prezzo di equilibrio, Q* e P*, sono determinati dall’incontro fra le due curve.

Diciamo che Q* e P* sono quantità e prezzi pre-pandemia. Scoppia la pandemia. Ed ecco che la curva di domanda, per esempio di gel disinfettante, si sposta verso l’alto (D’): si parla in questo caso di shock di domanda (e ci concentreremo solo su questo). Da cosa dipende?
È successo che i consumatori hanno rivalutato l’importanza del bene gel disinfettante nel contesto di pandemia, questo li porta a domandare più gel disinfettante rispetto a prima. A questo punto entra in gioco anche l’incertezza. I consumatori non sanno quanto durerà la pandemia e se le scorte di gel disinfettante basteranno. Il timore che le scorte si esauriscano presto o che in futuro la penuria di gel disinfettante determinerà prezzi eccessivamente alti comporta un aumento nella domanda e questo determina il nuovo e più alto prezzo P’.

In altre parole, l’aumento di prezzo è la naturale risposta del mercato a un incremento della domanda, un modo per allocare un bene diventato momentaneamente scarso a chi lo valuta di più. Ma quanto di questo aumento è conseguenza della virtù dei mercati, che hanno lo scopo di gestire la scarsità, e quanto invece è dovuto all’avidità dei venditori? Quello che in economia chiamiamo price gouging è probabilmente l'espressione che più si avvicina a ciò che i giornalisti chiamano “speculazione”: tale espressione indica uno spropositato aumento dei prezzi. Il valore attribuito a un bene manifesta la volontà di pagare una certa somma per ottenere quel bene.

Al di là dell’efficienza o meno di questo meccanismo, bisogna però distinguere la volontà dalla capacità di pagare tale somma. Se immaginiamo di applicare questo ragionamento ai posti in terapia intensiva, anche se il mercato riuscisse ad allocarli efficientemente, in quanti potrebbero pagarne il prezzo altissimo che con tutta probabilità si verrebbe a determinare? Per questo motivo il price gouging non può e non deve essere applicato a tutti i beni e servizi e in ogni situazione. E se, come abbiamo riscoperto in questi drammatici giorni, la vera essenza dell’economia è suggerire come allocare beni e servizi scarsi, il mercato lasciato a sé stesso è un cinico decisore. Spetta quindi a noi, agenti economici, dare il giusto valore alle cose.

Fonti
Adam Smith (1776), An Inquiry into the Nature and Causes of the Wealth of Nations.
Ferdinando Galiani (1751), Della Moneta.
Lionel Robbins (1932), An Essay on the Nature and Significance of Economic Science.


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Questa storia di ricerca si trova in:


un racconto di
Giuseppe Pernagallo
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

29 aprile 2020

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