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Salute e Medicina

Nuove armi farmacologiche per i tumori più refrattari

Fotografia: Jason Leung / Unsplash

“Che cosa ricercate tutto il giorno?" È la domanda più frequente che i nostri amici pongono a noi ricercatori. Tutti voi sapete che ci sono i tumori - rispondo - e che fortunatamente ci sono anche tante terapie utili a sconfiggerli o a tenerli sotto controllo il più possibile. Purtroppo però circa le metà dei tumori sono resistenti alle terapie. Comprendere perché questo avviene e identificare nuove armi farmacologiche per avere la meglio anche sui tumori più refrattari è il nostro obiettivo.

Quand’ero bambina mi dicevo che avrei trovato “la” cura del cancro. Il mio sogno di bambina ha iniziato a realizzarsi quando all’università ho incontrato docenti che mi hanno fatto appassionare alla ricerca di base, ed è così che, dopo la laurea in medicina, ho appeso lo stetoscopio al chiodo per impugnare pipette e piastre di Petri.
Ora so bene che non troverò “la” cura, perché non c’è “il” cancro ma diversi tipi di cancro, non tutti sensibili alle terapie. Molti hanno una strabiliante capacità di adattarsi ad ambienti ostili e resistere a stress che uccidono qualunque cellula sana, come la chemioterapia, la radioterapia o l'attacco del sistema immunitario. Non solo. I tumori spesso sviluppano multiple resistenze in contemporanea: un aspetto che complica la nostra lotta da un lato, ma dall'altro fa sperare di poter trovare uno o più target da colpire, per rendere il tumore nuovamente sensibile alle terapie.

Capire i meccanismi e trovare possibili nuove terapie è il nostro leitmotif. E a volte scopriamo che fattori considerati protettivi per il cuore, come il colesterolo HDL, sono alleati in questa lotta e che terapie messe a punto per altre patologie possono essere utili a indebolire il tumore, come raccontiamo qui (link al racconto di ricerca).
La ricerca è poi fatta di collaborazioni e continui confronti con i colleghi in una dimensione internazionale e multidisciplinare: è il caso del progetto Stratagem che riunisce oltre 150 ricercatori europei.
Il percorso non è facile. Le giornate in laboratorio comportano più delusioni e insuccessi che belle notizie. Ma a volte succede che una tua intuizione è supportata da prove sperimentali, un lavoro scientifico viene accettato, ricevi approvazione e stima dalla comunità scientifica, vedi la possibilità di traslare sui pazienti le tue ricerche. E allora una gioia di pochi minuti può davvero ricompensare intere giornate grigie.


impatto sulla società

La resistenza agli antitumorali riguarda circa la metà dei tumori, soprattutto quelli che recidivano. Scontrarsi con un tumore resistente riduce le aspettative di vita dei pazienti e peggiora la loro qualità di vita. Noi cerchiamo di ri-sensibilizzare i tumori alle armi farmacologiche che abbiamo. Il nostro scopo a medio-lungo termine è di migliorare le prospettive di vita di un sempre maggiore numero di pazienti oncologici.



referente

Chiara Riganti
gruppo di lavoro

Joanna Kopecka
dipartimento

partner


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