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Infezioni e difese

Chiedi ai veterinari! La ricerca risponde ai tuoi dubbi su Covid e mondo animale

Avete curiosità sul mondo veterinario e degli animali in relazione al Covid-19? Le ricercatrici e i ricercatori del Dipartimento di Scienze Veterinarie sono a disposizione! Consapevoli della necessaria cautela nel rispondere a questioni legate a una infezione di cui pochi sanno ancora troppo poco, e volendosi concentrare sulla loro area di competenza - gli animali e le relazioni con l’essere umano - ricercatori e ricercatrici intendono mettere a disposizione la competenza propria e di tante e tanti autorevoli studiose e studiosi della comunità scientifica.

HAI DOMANDE DA PORRE? SCRIVILE QUI E I VETERINARI TI RISPONDERANNO AL PIÙ PRESTO.

Abbiamo raccolto le vostre domande dividendole in tre macro-aree: virologia, veterinaria clinica e sicurezza alimentare.
Qui di seguito trovi le risposte relative al secondo tema: i nostri animali da compagnia.
Qui e qui trovi domande e risposte relative agli altri due temi.

Posso contrarre l’infezione dal mio animale da compagnia?
Antonio Borrelli: Non esiste alcuna evidenza che gli animali domestici giochino un ruolo nella diffusione di SARS-CoV-2 che riconosce, invece, nel contagio interumano la via principale di trasmissione. Tuttavia, poiché la sorveglianza veterinaria e gli studi sperimentali suggeriscono che gli animali domestici siano, occasionalmente, suscettibili a SARS-CoV-2, è importante proteggere gli animali dei pazienti affetti da Covid-19 (la malattia che il virus provoca, ndr.), limitando la loro esposizione. Si raccomanda di lavare le mani frequentemente con acqua e sapone o usando soluzioni alcoliche prima e dopo essere stati a contatto con gli animali, con la lettiera o la scodella del cibo.

Quali sono gli accorgimenti da attuare al ritorno della passeggiata con il mio cane?
Antonio Borrelli: Nel rispetto delle misure precauzionali previste dalle recenti disposizione normative, puoi portare il tuo cane fuori per le sue necessità. Al ritorno dalle passeggiate, per proteggerlo è opportuno provvedere alla sua igiene, pulire le zampe evitando prodotti aggressivi e quelli a base alcolica che possono indurre fenomeni irritativi, provocando prurito e usando invece prodotti senza aggiunta di profumo (es. acqua e sapone neutro). Per il mantello si consiglia di spazzolarlo e poi passare un panno umido. In questo periodo in cui siamo costretti a stare in casa e anche le passeggiate durano meno tempo, per distrarre il nostro amico possiamo fargli fare esercizi di concentrazione ad esempio nascondere croccantini, biscottini e i suoi giochi preferiti.

Ci sono particolari accorgimenti da usare per la pulizia delle zampe degli animali domestici?
Antonio Borrelli: Come indicato in un articolo del portale FNOVI, al momento non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino la sopravvivenza di materiale virale sulle zampe di un cane o un gatto che fosse entrato in contatto con asfalto o altra superficie contaminata da gocce di aerosol (tosse, starnuti) provenienti da una persona ammalata di Covid-19. In base alle conoscenze scientifiche attuali, è quindi altamente improbabile che le zampe del cane possano veicolare quantità di virus tali da infettare altri esseri viventi. Tuttavia, non ha particolari controindicazioni l'abitudine di igienizzare le zampe al ritorno da una passeggiata, con una premessa sempre valida: gli animali si leccano tutte le parti raggiungibili con la lingua e di conseguenza non vanno usate sostanze irritanti per le mucose della bocca. Sebbene le soluzioni di ipoclorito di sodio, ad esempio Amuchina®, sono una opzione riportata come efficace nella letteratura scientifica, va ricordato che il semplice sapone disgrega le proteine di superficie del virus, il risciacquo elimina i residui e l'asciugatura conclusiva rappresentano un metodo di pulizia delle zampe efficace quanto innocuo per gli animali.

Esiste una maggior tolleranza all'infezione da Covid-19 per chi è a contatto con cani o bovini?
Claudio Bellino e Antonio D'Angelo: Come tutte le domande che riguardano la pandemia da Covid-19 la risposta deve essere, allo stato attuale, molto prudente perché al momento su questo virus si sa poco. In ogni caso è già circolata notizia dei risultati preliminari di alcune ricerche come quella che vede coinvolti ricercatori e ricercatrici di diversi istituti italiani, pubblicata su Microbes and Infection, la rivista dell’Istituto Pasteur di Parigi. La ricerca si concentra sugli epitopi (in grado di stimolare la reazione immunitaria dell’organismo) della proteina spike che permette al virus di entrare nelle cellule che aggredisce. L’evidenza da cui si parte è che alcuni di questi epitopi sono molto simili nei vari tipi di coronavirus umani, di cane e di bovino. Visto che i coronavirus di questi animali non sono in grado di provocare malattia nell’essere umano l’ipotesi, al momento ancora tutta da dimostrare, è che chi ci vive vicino potrebbe essere stimolato, se questi fossero infetti dal loro coronavirus, a dotarsi di difese immunitarie “naturali”, in grado di attenuare i sintomi di un’eventuale infezione da Covid-19. Sottolineando che l’ipotesi è tutt’ora da dimostrare, la ricerca è molto interessante.

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Intervista a

Antonio Borrelli
Claudio Bellino
Antonio D'Angelo
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

A cura di

Redazione FRidA
Pubblicato il

07 maggio 2020

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