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Neuroscienze e Malattie neurologiche

Dalla pedagogia un aiuto concreto per le persone affette da diabete di tipo 2

Marc Chagall, Sulla città, 1918

Il nostro studio ha unito pedagogisti, medici, infermieri e dietisti per accompagnare il paziente affetto da diabete di tipo 2 in un percorso di quattro anni che li ha portati ad assumere maggiore consapevolezza sull’importanza di una corretta gestione della malattia. Rispetto a un gruppo di controllo, a cui non è stato somministrato l’intervento educativo, i pazienti che hanno seguito il percorso educativo hanno fatto registrare un netto miglioramento degli esiti degli esami di controllo.

Si rallegra ogni core.
Sì dolce, si gradita
Quand’è, com’or, la vita?
Quando con tanto amore
L’uomo a’ suoi studi intende?
o torna all’opre? Co cosa nova imprende?

Tratto da La quiete dopo la tempesta, Giacomo Leopardi

Lo studio che stiamo per raccontare si muove su un terreno di confine tra differenti discipline, quella pedagogica e quella delle scienze mediche: ciascuna si apre a riflessioni operative e metodologiche per la pratica educativa in sanità. Si tratta di un modello del tutto innovativo sviluppato per aiutare le persone affette da malattie croniche, il diabete in particolare, e che nasce nei primi anni ‘90 presso l'attuale Dipartimento di Scienze Mediche. Il modello, che prende il nome di Group care, ha lo scopo di promuovere l’apprendimento e la responsabilizzazione verso l’assunzione di comportamenti che evitino l’insorgere di complicanze future, legate alla patologia, e consentano alla persona di ritrovare una propria progettualità esistenziale.

Un nostro studio recente riguarda in particolare il diabete tipo 2 che rimane una delle patologie a più ampia diffusione nel mondo e costituisce una delle più rilevanti e costose malattie sociali, soprattutto per il suo carattere di cronicità e per la tendenza a determinare complicanze nel lungo periodo. La malattia rappresenta una sfida per le persone che ne sono affette ma anche per i medici e gli altri professionisti che devono diagnosticarla, monitorarla e trattarla conoscendone le innumerevoli sfaccettature e garantendo l’accesso alle cure migliori e all’innovazione, nel rispetto della sostenibilità e dei principi di equità e uguaglianza.
L’attenzione riposta nel metodo e nelle procedure della ricerca scientifica in educazione e nella clinica caratterizza questo percorso, che ha permesso di pensare a soluzioni operative per l’educazione del paziente andando a costruire un intervento in grado di favorire l’apprendimento di nuove condotte di salute tra le persone con diabete tipo 2 per favorire il miglioramento del compenso metabolico, qualità e stile di vita.

Lo studio clinico, della durata di quattro anni, voleva verificare quali potessero essere gli effetti dell’intervento educativo, in termini di compenso metabolico e pressorio e adesione alla terapia da parte delle persone con diabete tipo 2. Dobbiamo ricordare che gli studi clinici controllati randomizzati (randomized controlled trial, RCT) sono studi sperimentali che permettono di valutare l'efficacia di uno specifico trattamento in una determinata popolazione. L'ipotesi di lavoro per questo nuovo studio era che una più lunga interazione dei pazienti tra loro e con gli operatori sanitari all'interno di un gruppo strutturato potesse modificare favorevolmente lo stile di vita.

Le attività svolte con i pazienti prevedono un percorso di apprendimento in merito all’alimentazione, a come svolgere l’attività fisica, a comprendere l’utilità delle visite di controllo, adottare uno stile di vita adeguato. Questi risultati si possono raggiungere avvalendosi di approcci educativi volti a sviluppare il senso di autoefficacia - quella consapevolezza di essere capace di dominare specifiche attività, situazioni o aspetti del proprio funzionamento psicologico o sociale - attraverso percorsi terapeutici strutturati, spesso in piccolo gruppo, che si avvalgono di metodologie scelte sulla base degli obiettivi e dei bisogni del paziente, ma soprattutto che garantiscano una presa in carico del paziente garantendo la continuità terapeutica.

I risultati di questo studio, recentemente pubblicato sulla rivista Nutrition, Metabolism and Cardiovascular Diseases, dimostrano che mediante percorsi educativi all’interno di una équipe multidisciplinare formata da pedagogisti, medici, infermieri e dietisti è possibile aiutare le persone a ridurre la pressione arteriosa sistolica e diastolica, a migliorare il peso corporeo, l’indice di Massa Corporea o BMI (Body Mass Index), l’emoglobina glicata (HbA1c), un parametro che indica l’andamento del glucosio nel sangue (glicemia) negli ultimi tre mesi.
Tutto questo avveniva senza modificare la prescrizione delle compresse ipolipemizzanti e antipertensive, che cioè tengono sotto controllo rispettivamente il colesterolo e la pressione sanguigna. Mediante una ulteriore analisi statistica si rilevava che il miglioramento della pressione sanguigna tra i pazienti in Group Care era indipendente dal calo del BMI, dalla durata del diabete e dai farmaci antipertensivi, suggerendo un effetto diretto dell'educazione: grazie al percorso educativo e al supporto del personale sanitario, i pazienti assumevano maggiore consapevolezza sull’importanza e il valore della corretta gestione della malattia anche assumendo più regolarmente i farmaci.

Possiamo quindi concludere che con un approccio di tipo multidisciplinare e il supporto educativo alla comprensione della malattia è possibile aiutare le persone con diabete tipo 2 a seguire correttamente le prescrizioni farmacologiche e aderire a uno stile di vita più adeguato e salutare, migliorando in tal modo gli esiti degli esami di controllo.

Gruppo di lavoro: Marina Trento, Paolo Fornengo, Marta Franceschini, Lucia Tricarico, Cristina Amione, Martina Salassa, Mario Chiesa, Franco Cavallo, Lorena Charrier, Massimo Porta.

Questo progetto di ricerca è stato finanziato con fondi del Ministero della Salute Italiana Ricerca Finalizzata RF-2016-02362234, (Responsabile Scientifico Prof. Massimo Porta) e un Finanziamento dell’European Foundation for the Study of Diabetes. Intense Project-EFSD 2019 denominato: Ambient Intelligence for Long-term diabetes Care (Amilcare), (Responsabile Scientifica Dott.ssa Marina Trento).

Questa storia di ricerca si trova in:


un racconto di
Marina Trento
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

02 dicembre 2021

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