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Malattie e prevenzione

Tutti per uno e uno per tutti! Il lavoro di squadra per combattere il tumore al seno

Foto: gettyimages.it

Dal momento in cui viene riconosciuta la presenza di un tumore alla mammella si attiva un’equipe multidisciplinare di specialisti per identificare, nella maniera più precisa, il tipo di tumore e la sua reazione alle terapie. Il lavoro di squadra è un elemento essenziale per poter curare le pazienti in modo efficace e il meno invasivo possibile. Qui la figura chiave è l'anatomopatologo, che in costante aggiornamento delle tecniche più avanguardistiche, identifica le caratteristiche del singolo tumore per garantire terapie sempre più personalizzate.

I numeri del cancro in Italia del 2020 parlano chiaro: il carcinoma mammario è la neoplasia più diagnosticata nelle donne, per le quali circa un tumore maligno ogni tre è un tumore mammario.

Per sconfiggere sul nascere questa malattia è necessario un lavoro di squadra e la prima figura coinvolta è la paziente stessa! Infatti la diagnosi di questa patologia è diventata sempre più accurata e spetta alla cittadina sottoporsi regolarmente ai test per poter cogliere in tempo eventuali segnali.

Una volta individuata la presenza del tumore, si rende necessario studiare non solo il carico tumorale (quante cellule tumorali sono presenti nel corpo del paziente), ma anche il tipo di carico tumorale. I progressi della ricerca hanno dimostrato che è sempre più importante individuare il tipo di carico tumorale, in modo da comprendere i fattori che indicano l’aggressività del tumore e studiare soluzioni ad hoc per il singolo caso. Per farlo è necessario formare una squadra con diverse competenze, composta da medici, anatomopatologi, biologi molecolari e altre figure professionali, che devono coordinarsi per arrivare alla diagnosi.

Procedere in maniera multidisciplinare è determinante sia per definire l’andamento di una patologia indipendentemente dalla terapia (i cosiddetti fattori prognostici), sia per predire la risposta a una terapia specifica, i fattori predittivi. Oggi più che mai vengono analizzati diversi fattori che sono in continua evoluzione e diventano sempre più numerosi: in queste analisi la figura chiave è l’anatomopatologo. Questa figura ha il compito di esaminare le alterazioni dovute alle malattie allo scopo di confermare le diagnosi. Questo mestiere sta cambiando nel tempo: una volta era solo lo/la specialista che guardava le cellule per descriverne la crescita, mentre adesso, oltre a mantenere il ruolo di classificatore, deve mettere sempre più in evidenza tutti i fattori che caratterizzano il singolo caso: è qui il senso della medicina di precisione che va cucita addosso alla singola paziente.

Chi è specializzato nei tumori alla mammella è dunque ben consapevole che occorre essere sempre più attenti e precisi nella determinazione dei marcatori che ci permettono di individuare questi fattori, perché più informazioni vengono raccolte dalla biologia tumorale (ovvero sul tipo di tumore), poi integrate con quelle raccolte con tecniche radiologiche (sul carico tumorale), e meglio ci si potrà prendere cura delle pazienti fin dall’inizio. Stoccaggio, trasporto, archiviazione: il cammino che il tessuto biologico fa prima di arrivare sotto al microscopio e dopo l’analisi è normato a livello ministeriale. Anche questa parte è svolta da una squadra che si deve coordinare per poter permettere l’analisi dei campioni.

A questo punto l’anatomopatologo/a deve riconoscere, avvalendosi dell’aiuto di altri specialisti e specialiste, di che tipo di tumore si tratta. Si consideri che i due terzi dei casi di tumori al seno sono i cosiddetti HR positivi, ovvero tumori che possiedono molte molecole, dette recettori, in grado di legarsi ad alcuni ormoni femminili. Gli HR positivi, a loro volta, si dividono in altri due gruppi: i tumori luminali A e tumori luminali B. Questi ultimi hanno più alto rischio di recidiva e prognosi più sfavorevole.

Malgrado nuovi marcatori e nuove tecniche siano ormai entrate nei laboratori di anatomia patologica, esistono spesso delle situazioni grigie, in cui serve l’ausilio dell’analisi molecolare per determinare la terapia da seguire; in questo modo si possono stratificare le pazienti in categorie ad alto e a basso rischio, evidenziando chi è più eleggibile alla chemioterapia e per chi l’ormonoterapia è sufficiente, informazione essenziale per evitare cicli di chemioterapia a pazienti che non ne trarrebbero alcun giovamento.

Una potente arma dei tumori è proprio la loro eterogeneità, che conduce alla necessità di elaborare trattamenti specifici. Anche contro il tumore alla mammella sono stati fatti grandi passi avanti sia nello svolgimento delle analisi per riconoscere le caratteristiche del singolo caso, sia nella realizzazione di terapie personalizzate, sia nel riconoscere per tempo l’insorgenza della malattia, passi compiuti grazie alla sinergia di tutti gli specialisti coinvolti e delle pazienti.

Questa storia di ricerca si trova in:


un racconto di
Isabella Castellano
Enrica Favaro
Alberto Agostoni
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

04 novembre 2021

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