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Studio del passato dell'umanità

Tra schiavitù e cittadinanza: i liberi di colore nel mondo atlantico

Utilizzando fonti d’archivio e concentrandosi sulla categoria dei liberi di colore, questa ricerca ha analizzato la relazione tra razza e cittadinanza nelle società coloniali e post-coloniali del mondo atlantico prima dell’abolizione della schiavitù

La ricerca ha analizzato lo status dei liberi di colore in diversi territori dell’America spagnola (Colombia, Cuba, Ecuador, Messico e Argentina), tra la fine del XVIII secolo e la prima metà del XIX. Utilizzando fonti essenzialmente giuridiche, - le petizioni per il riconoscimento della legittimità, le richieste di riconoscimento del privilegio militare e della cittadinanza, i testamenti - ha dimostrato l’importanza dei liberi di colore per ripensare al rapporto tra schiavitù e cittadinanza nel mondo atlantico. Si tratta di uomini e donne di ascendenza africana (in tutto o in parte), legalmente liberi in quanto affrancati dalla schiavitù o liberi della nascita. L’esistenza di questa categoria minava il vincolo, presente in tutte le società del mondo atlantico, tra la discendenza africana e lo status di schiavo, creando di fatto un gruppo intermedio in quello che era generalmente considerato un ordine dicotomico di proprietari bianchi e schiavi neri o, per le società ispanoamericane, di bianchi, indigeni e schiavi.

Diversamente dalla maggior parte degli studi sui liberi di colore, che si focalizzano su temi e aspetti essenzialmente sociali della loro vita - i meccanismi di manomissione, i tassi di riproduzione, le attività svolte, il patrimonio - questa ricerca ha messo l’accento sulle loro strategie giuridiche, ossia sui ricorsi individuali e collettivi a giudici e tribunali per il riconoscimento dei loro diritti. Se spesso, infatti, venivano esclusi dalla cittadinanza a causa delle loro origini africane e del loro passato di schiavi, il loro status, in epoca sia coloniale che post-coloniale, era molto incerto e in alcuni casi potevano ottenere gli stessi diritti dei bianchi. L’accento sulle strategie giuridiche dei liberi di colore ha prodotto tre risultati fondamentali:
1) ha evidenziato il loro contributo alla creazione di significati, costumi e diritti giuridici;
2) ha dimostrato la natura contingente delle classificazioni razziali;
3) ha confermato il carattere essenzialmente flessibile e comunitario del concetto di cittadinanza.

Se la razza divenne nel corso del XIX secolo, la categoria primaria nella definizione delle barriere di inclusione ed esclusione, la sua non ovvietà offrì ai liberi di colore la possibilità di mettere in scena la propria identità attraverso l’apparenza, il comportamento, le azioni. Lo status instabile dei liberi di colore li rende quindi un soggetto privilegiato per studiare il processo di negoziazione e formazione dell'identità razziale così come la definizione dei criteri di cittadinanza in contesti coloniali e post-coloniali. Infine, la metodologia utilizzata da questa ricerca, ossia l’analisi approfondita di dossier contenenti tutta una serie di documenti - da quelli che attestavano le qualità del richiedente ai pareri delle autorità giudiziarie - può suggerire un modo meno superficiale, ossia non basato esclusivamente sui requisiti formali, per studiare oggi l’ambigua relazione tra razza e cittadinanza.

un racconto di
Federica Morelli
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

29 ottobre 2018

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