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Culture, Produzione culturale e artistica, Filosofia

Le ultime tonnare del Mediterraneo, tra storie antiche e nuove sfide

Un grande tonno issato sul vascello durante una mattanza presso la tonnara di Carloforte. Foto: Ambra Zambernardi, 2017.

Il mare, attraverso l’attività di pesca, offre un contributo non solo strumentale, ma anche culturale: una civiltà marittima di lunghissima durata e di estesa diffusione - quella delle tonnare - si è sviluppata a partire dai saperi dei pescatori sul mare e dai suoi abitanti non-umani.

La tonnara è un sistema di pesca costiera locale, fissa e passiva, al Thunnus thynnus, più noto come tonno rosso atlantico (BFTE - Eastern Atlantic Bluefin Tuna), il più grande pesce osseo del mar Mediterraneo. Il Thunnus thynnus è una specie di prestigio, tutelata dalla Commissione Internazionale per la Conservazione dei Tonnidi dell’Atlantico (ICCAT), soggetta a quote di pesca e oggetto di un vero e proprio culto gastronomico dall’Atlantico, al Mediterraneo, fino al Giappone. Tuttavia delle oltre cinquecento tonnare che hanno operato lungo le coste mediterranee, fin dall’epoca fenicia, oggi ne rimangono in funzione solo una ventina tra Sardegna, Andalusia, Algarve e costa atlantica del Marocco. In effetti, quest’arte alieutica estremamente complessa e raffinata, di origine remota e diffusasi nel tempo su gran parte delle coste mediterranee, è ormai quasi scomparsa, a vantaggio di sistemi mobili e meno eco-sostenibili.

La tonnara non è soltanto un’ingegnosa e virtuosa tecnica di pesca, ma un vero e proprio sistema culturale specificamente mediterraneo, un esempio pratico di come è andata costruendosi una regione, dal punto di vista del mare e degli uomini che lo hanno attraversato, vissuto, rispettato. A questa cultura del mare (maricultura) pan-mediterranea sono sottesi caratteri e valori espressi dalle società che l’hanno prodotta e diffusa in un continuo scambio interculturale e diacronico di tecniche, strumenti, gesti e gerghi specialistici: una certa forma di intelligenza pratica e astuta (metis), una sapienza alieutica - relativa cioè alle tecniche di pesca - fatta di un pensiero denso e lungimirante (halieusophia), un discorso sull’essere umano in rapporto al suo ambiente e a tutte le forme biotiche e abiotiche a lui compresenti (eco-logos).

La tonnara è un sistema di pesca considerato altamente virtuoso da numerosi esperti e istituzioni, nonché dagli organismi internazionali preposti, tra i quali la Commissione Internazionale per la Conservazione dei Tonnidi dell’Atlantico (ICCAT), la Direzione Generale per gli Affari Marittimi e la Pesca dell'Unione Europea, e la Commissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo della FAO (GFCM); essi auspicano e raccomandano infatti la difesa e riattivazione di questa tecnica ecologicamente sostenibile (collettiva, stagionale, selettiva e a basso impatto) non solo per la sua gestione responsabile della risorsa ma anche per l'opportunità, che questo sistema fisso fornisce, di osservatorio privilegiato per la biomassa alieutica e lo stock assessment, nonché di conservazione del patrimonio culturale di saperi altamente specializzati dei pescatori.

Questa cultura dunque, pur raccogliendo una sapienza di vertiginosa profondità storica e culturale, solleva questioni molto urgenti e rilevanti nel panorama più ampio delle politiche di gestione della pesca in Mediterraneo, che affrontano nodi estremamente attuali quali inquinamento, sovrapesca, depauperamento degli stock ittici, mantenimento della biodiversità, riconoscimento e valorizzazione dei saperi locali dei pescatori. Lo studio, dal punto di vista antropologico, delle tonnare rimaste in funzione costituisce, in questo momento storico, uno sguardo su un presente vivo e trascurato, nonché una risorsa per il futuro, in termini di conoscenza, ricerca e valorizzazione intorno alle tecniche di pesca e alle culture marinare del Mediterraneo centrale e occidentale.

Per quanto riguarda le tonnare in attività, ho avviato un progetto di ricerca multidisciplinare (in corso dal 2014) dal titolo Calar tonnara, che include la tesi di dottorato (2020), un archivio digitale che contiene foto, video e trascrizioni per violino dei canti di tonnara (2014-21), un laboratorio e performance di danza (2017-21), una mostra fotografica (2020), un sito internet e un libro illustrato (in corso). Per approfondire questo tema, ecco, qui di seguito, alcune referenze recenti.


Referenze
2021 (in pubblicazione), Florido Del Corral D. & Zambernardi A., El hurto en las almadrabas del Sur de Europa: entre la reciprocidad negativa, la reivindicación política y la economía moral, Disparidades. Revista de Antropología.
2020, Zambernardi A., Calar tonnara. Etnografia di una maricultura mediterranea, Tesi di Dottorato in Scienze Antropologiche, Università di Torino e Universidad de Sevilla.
2018, Zambernardi A., “Les derniers « Paysans de la mer ». La pêche au thon rouge par la madrague en mer Méditerranéeˮ, in Buti G., Faget D., Raveux O., Rivoal S., (a cura di), Moissonner la mer. Économies, sociétés et pratiques halieutiques méditerranéennes (XVe s.- XXIe s.), Éditions Karthala - Maison Méditerranéenne des Sciences de l'Homme, Aix-en-Provence.


IMMAGINI

Questa storia di ricerca si trova in:


un racconto di
Ambra Zambernardi
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

19 marzo 2021

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