Storie di ricerca

Tumore della prostata, un nuovo approccio per orientare il percorso terapeutico

È il tumore maschile più diagnosticato in Italia e il più comune in Europa in termini di incidenza: parliamo del tumore alla prostata, la cui valutazione prognostica è essenziale per orientare il percorso terapeutico. Lo studio di coorte TPCP che coinvolge 800 pazienti in un periodo di tempo di quattro anni punta a sviluppare un modello prognostico per il tumore della prostata tramite un nuovo approccio integrato.
 

Dipartimento / Struttura
Scienze Mediche
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In Italia le neoplasie prostatiche sono le più frequenti nel maschio costituendo il 19% del totale delle diagnosi. Secondo i dati AIOM tratti dal report “I numeri del cancro in Italia 2020” nel 2020 sono stati stimati 6800 decessi per tumore alla prostata e sono 564 mila gli italiani che convivono con una diagnosi di tumore alla prostata. La sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi è del 92%.

Partendo da una revisione sistematica dei modelli che predicono la sopravvivenza del paziente e che guidano il processo decisionale sul trattamento della malattia ci siamo resi conto che ne esistono pochi di validati su casistiche italiane. Abbiamo dunque capito che ottimizzare questi modelli testandoli su un ampio numero di casi concreti porta a migliorare la valutazione della prognosi con ricadute positive sia in termini di sopravvivenza sia sotto il profilo della qualità di vita dei pazienti. Questo vuol dire offrire, da una parte, un trattamento curativo in caso di tumore aggressivo potenzialmente letale e, dall’altra, evitare trattamenti che possono avere effetti collaterali importanti in pazienti con un tumore a lenta progressione che possono per questo essere seguiti con protocolli di sorveglianza.

È questo l’obiettivo della coorte Turin Prostate Cancer Prognostication (TPCP), uno studio osservazionale promosso dal Dipartimento di Scienze Mediche (DSM) dell’Università degli Studi di Torino (UniTO), finanziato dalla Fondazione AIRC per la ricerca sul Cancro e avviato nel corso di quest’anno presso l’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, che coinvolge un solido team multidisciplinare composto da epidemiologi, biostatistici, biologi molecolari, uropatologi, bioinformatici, urologi, oncologi e informatici provenienti da diverse strutture ed enti di ricerca1.

Per sviluppare questi nuovi modelli prognostici lo studio intende utilizzare un approccio integrato che includa diverse caratteristiche cliniche, biologiche e istopatologiche (del tessuto tumorale) e che tenga conto dei rischi competitivi, cioè del fatto che la sopravvivenza dei pazienti, spesso anziani, dipende anche dalla mortalità dovuta alle altre malattie concomitanti.

A tale scopo abbiamo dato vita a una coorte retrospettiva formata da circa 800 pazienti a cui sia stato diagnosticato un tumore della prostata, tra il 2008 e il 2012, presso le strutture di Anatomia Patologica dell'AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, a seguito di una biopsia prostatica. L’utilizzo di un disegno retrospettivo, infatti, permette il follow-up per oltre 10 anni sia per la mortalità specifica per tumore prostatico sia per la mortalità complessiva.

Dai partecipanti allo studio saranno acquisite informazioni cliniche e patologiche, immagini digitalizzate dei vetrini diagnostici, informazioni sul trattamento chirurgico dopo la diagnosi di tumore e informazioni epigenetiche del tessuto tumorale. Dati e campioni raccolti saranno gestiti tramite le infrastrutture della biobanca TESEO, progetto d’eccellenza del Dipartimento di scienze mediche di UniTO.

Tra gli obiettivi dello studio TPCP vi è quello di testare e calibrare il nomogramma pre-trattamento ideato dal Memorial Sloan Kettering Cancer Center (MSKCC), il modello che si è rivelato migliore nel discriminare la mortalità specifica per il tumore della prostata. Oltre a questo, ci proponiamo di analizzare il contributo prognostico di nuove caratteristiche istopatologiche, che vengono valutate tramite il sistema di microscopia virtuale e aggiunte al modello MSKCC. Infine intendiamo sviluppare un modello che includa tutte le variabili utilizzate e valutare il miglioramento apportato al modello dall'inclusione di più fonti di informazione rispetto al solo modello MSKCC.

Allo scopo di rendere trasparente l’attività di ricerca svolta e di condividere con la comunità scientifica i risultati raggiunti è stato creato un sito web che sarà implementato nel corso dello svolgimento dell’attività di ricerca, anche con la pubblicazione di documenti e protocolli.

1.Gli esperti coinvolti provengono dalle seguenti strutture ed enti di ricerca: Azienda Ospedaliero-Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino - SC Epidemiologia dei Tumori CRPT U, SC Anatomia e Istologia Patologica 1 U, SC Anatomia e Istologia Patologica 2 U, SC Urologia U; Centro di Riferimento per l'Epidemiologia e la Prevenzione Oncologica in Piemonte; Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale dell'Università di Bologna; Azienda Unità Sanitaria Locale di Bologna - UO Anatomia Patologica; Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna Policlinico Sant'Orsola-Malpighi - UOA Anatomia, Istologia Patologica; Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna (CRS4) - Settore Visual and Data-Intensive Computing