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La mente umana e la sua complessità, Educazione e Linguaggio

Costruire memorie: il digital storytelling al servizio dei vissuti di malattia

I digital storytelling sono cristalli di memoria, reificazione di ricordi personali che si trasformano in memoria sociale. Nella mia ricerca analizzerò i significati metaforici presenti nei video-racconti dei professionisti della cura e di quelle persone, che con un vissuto di malattia alle spalle, si raccontano offrendo il proprio punto di vista

Il modo in cui ci appropriamo della realtà e la conserviamo dentro di noi per orientare i nostri futuri comportamenti è di natura prevalentemente narrativa, e cioè fatto di storie che assumono forme e sfumature diverse. Questa proiezione verso il futuro, tipica del ricordo narrativo, trova una sua esemplificazione nell’album fotografico in cui le pagine dedicate alle nostre foto del passato e a quelle del presente fanno da prologo alle pagine bianche che si riempiranno di ricordi del domani. Le foto che disponiamo nell’album sono destinate a rievocare le emozioni forti che ci hanno reso ciò che siamo e che danno forma a ciò che saremo.

Questo vale anche per le emozioni legate al dolore. Le persone con alle spalle un vissuto di malattia talvolta faticano a riconoscersi nell’immagine che lo specchio del presente restituisce loro, un’immagine così diversa da quella che vedevano riflessa in passato; questa differenza tra le due auto-rappresentazioni può costituire una difficoltà aggiuntiva nel passaggio dalla malattia alla guarigione. Così, la narrazione diventa un modo per iniziare a decostruire quel passato, a spezzettarlo, a sparpagliarne i pezzi e a ricomporlo alla luce di nuove esperienze. Quando le parole non bastano immagini e testo possono diventare due facce della stessa medaglia. Tra le modalità che permettono di combinare questi e altri linguaggi vi è il digital storytelling (dst).

Presso il Nuovo Ospedale degli Infermi di Biella si va verso questa direzione: proporre e promuovere il dst come pratica narrativa per costruire memorie future con pazienti e professionisti della cura. Gli artefatti prodotti sono il frutto della collaborazione tra il Servizio Formazione e Sviluppo Risorse Umane della ASL BI e il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell'Educazione di Torino. I video racconti finali, che includono immagini, musica, testo e voce narrante, sono in realtà il risultato di un processo di ri-costruzione identitaria e sociale, di messa in discussione di se stessi e di apprendimento di nuove modalità di agire nel mondo. Inoltre, la storia è raccontata da un punto di vista personale e la multimedialità consente di rappresentare delle esperienze sotto forma di flusso narrativo, favorendo la loro permanenza nella memoria individuale e in quella collettiva. La memoria di sé acquista un nuovo significato, con un passato che in quanto tale non si può cambiare, ma che può essere vissuto come strumento per superare i limiti imposti dalla nostra nuova condizione.

Di queste memorie narrative io sono attualmente la custode. A me è stato assegnato il compito di analizzarle. La parte più importante di questa analisi consiste nella classificazione delle immagini scelte per autorappresentarsi e delle metafore impiegate per esprimere il vissuto di chi narra. Come lo strutturalismo ha mostrato che dietro la multiforme varietà delle storie letterarie esistono schemi comuni, così intendo mostrare che dietro alla singolarità e alla varietà dei racconti personali esistono delle costanti nella scelta degli elementi che costituiscono il tessuto narrativo. Da questa ricerca emergeranno linee guida che aiuteranno altri studiosi e professionisti della cura a comprendere i significati delle metafore utilizzate nei dst e a legarli ai vissuti dei narratori. 

Questa storia di ricerca si trova in:


un racconto di
Melania Talarico
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

08 maggio 2020

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