Ambiente,Energia e Sostenibilità
SeaPaCS, il progetto di citizen science contro la plastica in mare

Coinvolgimento delle comunità locali e di pescatori, interviste, analisi scientifiche e produzione di documentari per accrescere la sensibilità dell’opinione pubblica. Tutto questo è SeaPaCS, un progetto di citizen science ambizioso e altamente interdisciplinare che mira a sensibilizzare sulle conseguenze dell’inquinamento marino da plastica sulla biodiversità locale e a incoraggiare la cittadinanza ad adottare comportamenti sostenibili.


Gorgonia bicolore, Anzio (RM) [foto Giuseppe Lupinacci /Raw-News]

“Grazie, oggi mi sono sentito una persona importante”. Queste sono state le parole di gratitudine sincera di Massimiliano, un giovane pescatore appartenente alla comunità del porto di Anzio dopo l’uscita “Fishing for Plastic”, una giornata di pesca intensiva per documentare la presenza di plastica nel Mediterraneo centrale organizzata da SeaPaCS (Cittadin*-Scienziat* contro la Plastica in Mare).

SeaPaCS è un progetto ambizioso di citizen science che coinvolge diversi gruppi: cooperative di pescatori, marinai, migranti, sub, studentesse e studenti, videomaker e comunità scientifica, e si pone l'obiettivo di rispondere a due domande di ricerca complementari:

1) Che tipo di plastiche sono presenti in mare nell’area di interesse, e quali sono i microrganismi che vivono su questi frammenti (la cosiddetta "plastisfera")?
2) In che modo l’esperienza dei lavoratori marittimi e dei dilettanti può contribuire a ridurre l’inquinamento da plastica e promuovere comportamenti sostenibili?


Campionamento delle microplastiche in barca a vela con Neuston-net, Anzio (RM) [foto Giuseppe Lupinacci /Raw-News]

Per rispondere alla prima domanda, nel luglio 2023, cittadini e cittadine sono state coinvolte attivamente nel campionamento delle microplastiche e dei rifiuti marini a bordo di una barca a vela, la “Lady X”, utilizzando una rete professionale progettata per campionare gli organismi della superficie marina. Ogni “calata” è stata accuratamente registrata, tenendo conto delle coordinate geografiche di partenza e arrivo, velocità di navigazione, quantità d’acqua filtrata.
Tornati in porto, i partecipanti hanno poi aiutato a catalogare i frammenti di plastica raccolti in base a dimensioni, forma e colore che sono stati poi inviati in un laboratorio per l’analisi del DNA che permetterà di conoscere la composizione della comunità microbica che risiede sui detriti plastici marini e sugli impatti che la plastica può avere sull’ecosistema locale. I frammenti di plastica sono inoltre analizzati per studiarne la composizione, e potenzialmente anche l’origine.

Oltre ai preziosi dati scientifici - ancora in fase di analisi - raccolti dai cittadini-scienziati, SeaPaCS ha colto l’interesse generale delle persone verso la salute dei nostri mari.
I pescatori delle cooperative di Anzio, intervistati durante queste attività di “pesca speciale”, hanno espresso la loro preoccupazione per il destino del Mar Mediterraneo e della sua incredibile biodiversità, gravemente minacciata dalla combinazione di tipi di inquinamento interconnessi, dal cambiamento climatico e dall’eccessivo sfruttamento delle risorse marine. In particolare è diffusa una forte preoccupazione per l’inquinamento e per come questo influisce sulla qualità del pesce catturato considerando l’elevata quantità di detriti marini catturati nelle reti da pesca (che raggiungono fino al 70% del peso totale del pescato nella stagione invernale).

Poiché uno degli obiettivi principali di SeaPaCS è la sensibilizzazione sull’inquinamento marino, con l’aiuto dell’agenzia di comunicazione Raw-News abbiamo prodotto tre video documentari e tre mostre fotografiche che propongono una prospettiva non convenzionale sull’inquinamento marino da plastica, perché indagano visivamente le nuove ecologie ibride che emergono sul collettivo degli organismi che colonizzano la plastica.


Preparazione dei campioni di microplastiche, Anzio (RM) [foto Giuseppe Lupinacci /Raw-News]

La documentazione e le opinioni dei lavoratori del mare e della cittadinanza raccolte hanno offerto lo spunto per una riflessione collettiva sulla gestione efficiente e sostenibile della plastica pescata in mare che ha portato all’avvio di un processo di bonifica senza precedenti. L’area portuale di Anzio è stata completamente trasformata grazie alla rimozione di olii minerali esausti, scarti di reti da pesca e cime abbandonate, con il risultato non solo di avere contribuito in modo significativo alla salvaguardia dell’ambiente marino, ma anche di restituire un’importante risorsa cittadina a tutta la popolazione di Anzio.

Mentre il progetto SeaPaCS si avvia alla sua conclusione, il lavoro non si ferma qui. Il nostro team sta attualmente lavorando per analizzare i dati raccolti, compresi i risultati delle interviste e dei campionamenti. Questa analisi dettagliata fornirà una panoramica più completa dell’entità dell’inquinamento da plastica nelle acque marine di Anzio e delle sue implicazioni sulla biodiversità e sugli ecosistemi locali. I risultati di questa ricerca saranno resi disponibili sul sito web del progetto, insieme a iniziative di follow-up pensate per coinvolgere ulteriormente la comunità locale e i nuovi partecipanti. La diffusione delle informazioni e la sensibilizzazione continueranno a essere fondamentali per promuovere un impegno continuo per la protezione e la conservazione dei nostri mari e degli oceani, garantendo così un ambiente marino sano e sostenibile per le generazioni future.


Selezione dei detriti plastici nel pescato su peschereccio, Anzio (RM) [foto Giuseppe Lupinacci /Raw-News]

Il progetto SeaPaCS (Cittadin*-Scienziat* contro la Plastica in Mare), sostenuto dai fondi europei del progetto IMPETUS4CS (WIDERA 2021-ERA-01, No. 101058677), è un progetto di citizen science della durata di sei mesi nella città di Anzio, ed è coordinato da Chiara Certomà (laboratorio DIGGEO@ESOMAS, Università di Torino) e co-coordinato da Federico Fornaro (Lega Navale Italiana Anzio) e Luisa Galgani (Divisione di Oceanografia Biologica del GEOMAR Helmholtz Centre for Ocean Research di Kiel, Germania, e Università degli Studi di Siena, DBCF). Il team conta anche uno Youtuber, Saverio Lalli, che ha pubblicato video sul progetto, fra i quali un tutorial su come costruire un dispositivo di campionamento di microplastiche fai-da-te chiamato “LADI” (Low-Tech Aquatic Debris Instrument).

Video:
SeaPaCS Teaser | Extreme heatwaves affects seawater temperatures | In search of plastic | SeaPaCS The Video 

Mostre:
Resistant Ecologies of the Mediterranean Sea | Explorations of the Plastisphere | Oceanic Assemblages

Bibliografia:
Zettler et al., 2013: Erik R. Zettler, Tracy J. Mincer e Linda A. Amaral-Zettler, «Life in the "Plastisphere": Microbial Communities on Plastic Marine Debris», Environmental Science & Technology 2013 47 (13), 7137-7146, https://doi.org/10.1021/es401288x

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un racconto di

Chiara Certomà

Alessio Corsi
dipartimento / struttura

rivolto a

TIPO DI ATTIVITÀ

Pubblicato il

21 novembre 2023

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