Bambine e bambini all’Università: le sorprese che ti riserva la vita

Mariagrazia Pellerino e Maria Lodovica Gullino raccontano le loro esperienze con le scuole e la nascita del progetto Bambine e bambini. Un giorno all’Università, con cui ogni anno, a partire dal 2014, il nostro Ateneo accoglie nelle sue aule e laboratori centinaia di studenti delle scuole elementari. L’obiettivo? Costruire un immaginario in cui l’Università non sia percepita come astratta e lontana, ma come un luogo aperto e raggiungibile.

Non abbiamo avuto figli e, forse proprio per questo, abbiamo sempre ammirato coloro che, per lavoro, si occupano con infinita pazienza di bambini. Ammirazione che cresce con il decrescere dell’età dei bambini. Fino a una ventina di anni fa, a dire il vero, mai avremmo immaginato di appassionarci ad attività che avessero come protagonisti bambine e bambini!

Per Mariagrazia l’avventura comincia dall’incontro con un dato: l’Italia è il paese d’Europa con il minor numero di laureati; l’accesso all’alta formazione è purtroppo ancora riservato se non a pochi neppure a molti. In quel periodo Mariagrazia è Presidente dell’Edisu Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario e questa situazione le ricorda quando da piccola, nella sua famiglia che non aveva laureati, si nominava l’Università come un luogo inaccessibile e i cui costi per le famiglie erano molto onerosi. Questi racconti dell’infanzia sfidano la determinazione di Mariagrazia che fin da piccola decide che all’Università lei ci andrà.

Per Maria Lodovica lo stimolo iniziale arriva, intorno al 2008, da una bravissima maestra elementare casalese, Silvia Balbo, che dopo anni di appassionato insegnamento, una volta in pensione, aveva riaperto la biblioteca di un piccolo paese (Serralunga di Crea) stimolando alla lettura i bambini e le loro famiglie, avviando nelle scuole veri e propri programmi di scrittura con tanto di cerimonia di premiazione finale. Nel 2008 la maestra Balbo invita Maria Lodovica a fare parte della giuria che avrebbe dovuto valutare gli scritti dei bambini delle elementari. Maria Lodovica, stupita, cerca di resistere, convinta che non avrebbe potuto dare nessun contributo. Anzi. Ma la maestra Balbo insiste e la convince, con una frase molto semplice, accompagnata da un bel sorriso: “Gli scritti dei bambini ti stupiranno”.

E così è stato. Tanto che da quel giorno comincia l’avventura di Maria Lodovica con le scuole elementari, a partire da quelle di Grugliasco, visto che il Centro Agroinnova, di cui è direttrice, opera in questo comune. Il campus inizia ad aprire le sue porte a moltissimi bambini e bambine, accompagnati da genitori e nonni. Sono migliaia quelli che abbiamo accolto nei laboratori e nelle serre di Agroinnova, a partire dal 2010, grazie alla collaborazione entusiastica dei docenti e dei giovani ricercatori del Centro.


Mariagrazia e Maria Lodovica si conoscono e frequentano rispettivamente come Assessora alle Politiche Educative della Città di Torino e vice-rettore dell’Università, ed è durante uno degli incontri istituzionali che nasce e matura, con grande rapidità, l’idea di Bambine e Bambini. Un giorno all’Università.

Mariagrazia, come Assessora, tornando con il pensiero alla sua infanzia e alla constatazione del basso numero di laureati desiderava rendere l’Università un luogo accessibile nell’immaginario delle bambine e dei bambini, un luogo accogliente dove da grandi si poteva andare a studiare o anche solo ad ascoltare una conferenza. Ma lo scopo del progetto era anche avvicinare le bambine e ai bambini al valore e all’importanza della ricerca. In Mariagrazia vi era anche l’idea di creare delle politiche che tenessero insieme e integrassero tutta la filiera educativa dall’infanzia all’Università, creando un’unica comunità discente e docente.

Maria Lodovica era reduce dall’esperienza maturata a Grugliasco. Fu facile e rapido avviare il progetto a Torino. Un progetto ovviamente più ampio, perché coinvolgeva ambiti disciplinari diversi. I bambini e le bambine delle scuole primarie rappresentano un target formidabile, un substrato incredibile. La capacità di assorbire informazioni, la curiosità di quegli anni è impareggiabile. Senza nascondere l’entusiasmo con cui essi seguono le attività, l’appropriatezza delle loro osservazioni, l’acutezza di alcune domande.


Avviato nel 2014 con 13 dipartimenti e centri coinvolti, 28 attività proposte e 48 classi accolte, il progetto ha visto crescere i suoi numeri anche grazie al supporto dell’attuale sezione Valorizzazione della Ricerca e Public Engagement di UniTo, che ha seguito direttamente il progetto negli anni successivi. Tanto che nel 2019 l’iniziativa ha visto coinvolti 26 dipartimenti e centri, con 39 attività proposte e 141 classi accolte.
Ovviamente l’epidemia di Covid-19 del 2020 ha bloccato le attività. Siamo però certi che il nostro entusiasmo non si fermerà qui. Perché crediamo che con Bambine e bambini. Un giorno all’Università si riesca veramente a fare percepire ad alunne, alunni, ai loro docenti e alle loro famiglie che l’Università non è una realtà astratta, ma è qualcosa di vicino e raggiungibile che, con l’apertura di molte sue strutture, si mostra ai più piccoli, avvicinandoli al misterioso e affascinante mondo della ricerca. 


Le fotografie inserite in questo racconto sono state scattate presso il Centro Agroinnova (Grugliasco, TO) durante i laboratori Bambine e bambini. Un giorno all'Università

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un racconto di

Maria Lodovica Gullino

Mariagrazia Pellerino
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Pubblicato il

14 ottobre 2020

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