Del nostro Pianeta noi vediamo solo la parte superficiale e, non avendo accesso diretto agli strati sottostanti la crosta, possiamo solo limitarci a ricostruire in modo indiretto la sua struttura e la sua dinamica in profondità, in quelle zone (il mantello terrestre) dove originano i fenomeni alla base della tettonica a placche (che sposta i continenti) e dell'attività sismica.
Per la costruzione dei modelli che descrivano il funzionamento del Pianeta, abbiamo bisogno di dati riguardanti la sua composizione chimica e mineralogica a diverse profondità, e le caratteristiche "elastiche" dei minerali che si suppone siano presenti. Queste caratteristiche elastiche (per esempio, la compressibilità), insieme con la densità dei minerali, dipendono dalle pressioni e dalle temperature che, a loro volta, variano con la profondità sotto la crosta terrestre. Tali grandezze concorrono a determinare le velocità delle onde sismiche, per cui, mettendo insieme quanto viene misurato o calcolato relativamente alle proprietà dei vari minerali in funzione della profondità, con i profili di velocità delle onde sismiche, arriviamo alla costruzione di modelli consistenti dell'interno del Pianeta.
Misurare in modo accurato la compressibilità di un minerale in condizioni di contemporanea alta temperatura e pressione, può essere difficile; in tali casi si può ricorrere a tecniche di calcolo da principi primi che si dimostrano essere molto accurate, e questo è proprio l'oggetto delle nostre ricerche.