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Sulle Alpi c’è posto per tutti! Convivenza sostenibile tra essere umano e lupo

Un esemplare in condizioni controllate che è ospitato presso l'area faunistica del Centro Uomini e Lupi a Entracque (CN). Foto: Francesco Panuello, Archivio Aree Protette Alpi Marittime.

L’essere umano, il lupo, le Alpi. È veramente possibile promuovere la coesistenza tra le entità di questo sistema? Il progetto europeo LIFE WolfAlps EU raccoglie questa sfida secolare, per promuovere la conservazione a lungo termine del lupo su tutto l’arco alpino. Questo è possibile se non si trascurano i bisogni delle comunità montane, disseminando buone pratiche e offrendo opportunità di sviluppo sostenibile.

Dopo un secolo dalla completa estinzione dall'arco alpino, il lupo sta ricolonizzando in modo naturale il territorio da cui era stato eradicato. In questo contesto, il progetto LIFE Wolfalps EU (LWA-EU), finanziato dal programma europeo LIFE, promuove “azioni coordinate per migliorare la coesistenza tra il lupo e le attività umane a livello di popolazione alpina”, e lo fa attraverso una duplice anima, quella del lupo e quella dell’essere umano, che si incontrano come facce della stessa medaglia. Il progetto coinvolge venti partner distribuiti nei quattro Paesi alpini della Comunità Europea: Italia, Francia, Austria e Slovenia.

L’obiettivo primario del progetto è accrescere la nostra le conoscenze sul lupo, condizione imprescindibile per la conservazione e gestione di qualsiasi specie selvatica. Per questo è stato impostato un monitoraggio scientifico standardizzato e coordinato a livello internazionale, per stimare la distribuzione e la consistenza numerica della specie, per la prima volta a livello dell’intera popolazione alpina.

Ma il ritorno di un predatore selvatico ha delle ricadute sulle comunità montane. Lo sanno bene i pastori, che nelle nuove zone di ricolonizzazione devono adeguare le tecniche di allevamento al “fattore lupo”, che può causare importanti perdite per le aziende agricole. Per questo LWA-EU fornisce assistenza ai pastori attraverso l’ideazione e la costituzione di speciali squadre di pronto intervento, per un affiancamento nella prevenzione dai danni causati da questo animale.

Conservare il lupo significa anche proteggerlo dalle uccisioni da parte dell’essere umano sia non intenzionali, dovute essenzialmente agli incidenti lungo le strade e le linee ferroviarie, sia intenzionali, ossia con l’impiego illegale di esche avvelenate. LWA-EU ha infatti adottato misure per aumentare il controllo e la prevenzione di questo fenomeno estremamente dannoso, grazie al coordinamento delle polizie giudiziarie in materia ambientale e all’impiego di squadre cinofile antiveleno.

Ma la presenza del lupo può suscitare il disappunto del mondo venatorio: talvolta i cacciatori attribuiscono al selvatico la responsabilità della riduzione delle specie di interesse venatorio. In realtà, poiché le dinamiche che intercorrono tra il lupo, le specie preda e il cacciatore non sono mai state indagate con approccio oggettivo e rigoroso in ambito alpino è stato ideato uno studio internazionale di ricerca scientifica applicata, teso a valutare le relazioni che intercorrono nel sistema tra questo predatore selvatico, le sue prede e i cacciatori.

Questa specie straordinaria ha alle spalle secoli di cultura europea, dove racconti, miti e leggende hanno simbolizzato il lupo, stereotipandolo come essere maligno. Ciò determina un forte giudizio negativo che sopravvive ancora in tempi moderni e suscita ostilità soprattutto negli abitanti delle zone rurali. È quindi necessario riportare la narrazione del lupo a una dimensione razionale, ma come? Nell’era dei social network il primo passo da compiere è quello di trasmettere informazioni oggettive e corrette, tramite azioni di public engagement e diffusione dei risultati scientifici alla società.

Con LWA-EU, la Comunità Europea si impegna dunque nel proporre innovazioni e buone pratiche per migliorare la convivenza tra l’essere umano e il predatore selvatico. Si tratta di un grande sforzo collettivo, teso al miglioramento della governance nella gestione della specie a scala alpina, ma anche nel determinare impatti positivi nelle realtà economiche locali. Infatti, il progetto sta lavorando alla messa in rete di prodotti artigianali wolf-friendly e allo sviluppo locale di pacchetti eco-turistici, dedicati anche alle famiglie e alle nuove generazioni, nell’ottica dello sviluppo sostenibile.


IMMAGINI

Questa storia di ricerca si trova in:


un racconto di
Francesca Marucco
Serena Domenica Perrone
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

29 marzo 2022

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