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Epidemiologia, Terapie e Politiche sanitarie

Quello che le (future) mamme mangiano

Foto: Michael Fallon / Unsplash

Alla luce dei molti studi condotti nell’ambito del progetto NINFEA, da quindici anni in esplorazione nel vasto territorio della life-course epidemiology, potremmo azzardare a parafrasare Ludwig Feuerbach, affermando che noi siamo quello che le nostre mamme hanno mangiato, prima ancora della nostra nascita: non solo cosa, ma anche quanto e come, senza tuttavia mai dimenticare il ruolo svolto dagli stili di vita e dalla genetica nel determinare le traiettorie di salute di ognuno di noi.

È ormai noto che esposizioni precoci (legate all’ambiente, agli stili di vita, allo stato socioeconomico ecc.), che agiscono durante la gravidanza e nei primi anni di vita, possono avere effetti a lungo termine sulla salute delle persone: per esempio quella cardiometabolica, respiratoria, neurocognitiva e muscoloscheletrica.
La ricerca NINFEA, di cui vi abbiamo raccontato qui, si inserisce in questo contesto concentrandosi su diversi temi che riguardano la vita intrauterina e tra le esposizioni indagate ve ne sono alcune legate all’alimentazione, come il peso pre-gravidanza della donna, l'aumento di peso durante la gravidanza, i disturbi del comportamento alimentare.

L'indagine condotta sull’Indice di Massa Corporea (IMC) materno pre-gravidanza, alla quale NINFEA ha partecipato nell’ambito del progetto europeo LifeCycle, ha evidenziato che i valori dell’IMC materno pre-gravidanza e di incremento del peso gestazionale sono direttamente associati a un rischio più alto di sovrappeso/obesità nell'infanzia, ma anche a un aumento del rischio di ipertensione in gravidanza, diabete gestazionale ed elevato peso alla nascita. In particolare il 23,9% di complicazioni della gravidanza sono attribuibili a un elevato IMC materno pre-gravidanza, mentre il rischio di sovrappeso/obesità infantile attribuibile a sovrappeso/obesità della mamma e incremento eccessivo del peso gestazionale va dal 10,2% al 21,6%.
Al contrario, i neonati di madri sottopeso e con basso incremento di peso gestazionale presentano un rischio più elevato di nascere piccoli per la loro età gestazionale (SGA, small for gestational age).

Negli ultimi anni è cresciuta l'attenzione verso i disturbi del comportamento alimentare (DCA) e la loro influenza sulla salute delle donne in gravidanza e dei loro figli. I disturbi del comportamento alimentare, che precedenti studi avevano già associato a esiti avversi perinatali e postnatali (come il parto pretermine o ritardi della crescita fetale e infantile) sono stati studiati nel NINFEA prima e durante la gravidanza in associazione alla presenza di wheezing (respiro sibilante) nei bambini.
I bambini nati da madri che hanno sofferto di DCA (bulimia nervosa, anoressia nervosa, comportamenti purgativi) prima della gravidanza vanno incontro a un rischio maggiore di wheezing e questo rischio aumenta ulteriormente nel caso di disturbo attivo durante la gravidanza. Inoltre, si è visto che bulimia e anoressia nervosa durante la gravidanza sono associate a diversi fattori di rischio per il wheezing, quali fumo materno, esiti avversi di gravidanza, durata inferiore di allattamento.

Per quanto riguarda nello specifico la coorte NINFEA, i dati raccolti nel tempo - consultabili in modalità open qui - rivelano i seguenti valori di IMC materno pre-gravidanza: il 72,6% delle partecipanti è normopeso, il 14,1% è sovrappeso, l’8,6% è sottopeso, il 4,7% è obeso. Sono diversi i dati forniti dalla nostra coorte in tema di alimentazione: il consumo medio settimanale di pasta, pesce, carne bianca/rossa, verdura cruda/cotta, frutta e dolci durante il primo trimestre della gravidanza oltre che su diete vegana e vegetariana. Tuttavia, va sottolineato che questi dati non siano da considerarsi rappresentativi della popolazione nazionale, quanto piuttosto della coorte in sé.

NINFEA, partecipando a LifeCycle, contribuisce a consolidare tra gli operatori e i decisori in campo sanitario la crescente consapevolezza della necessità di tutelare la salute fisica e psicologica delle donne e promuovere un'alimentazione sana e adeguata prima del concepimento, a vantaggio non solo delle future mamme, ma anche delle prossime generazioni.

Questa storia di ricerca si trova in:


un racconto di
Elena Isaevska
Chiara Moccia
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

04 dicembre 2020

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