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Malattie e prevenzione

Sindrome metabolica? Potenziamo i trasporti… del glucosio!

Foto: freepik

La prevenzione delle disfunzioni metaboliche si basa sull’adozione di un corretto stile di vita, in cui un ruolo chiave è svolto dalla dieta, che può essere integrata con molecole vegetali dalle note proprietà salutari. Il nostro gruppo di ricerca in particolare sta testando un terpene vegetale, detto sesquiterpene, rispetto alla sua capacità di aumentare il trasporto di glucosio nelle cellule muscolari, contrastando l’iperglicemia e le disfunzioni ad essa correlate.

“Coloro che sono, per costituzione, assai grassi, muoiono più presto di coloro che sono magri” diceva Ippocrate. A distanza di oltre 2000 anni, è nota la stretta correlazione tra l’eccessivo accumulo di tessuto adiposo e l’insorgenza di dislipidemie (alterati valori di lipidi nel sangue), diabete mellito e ipertensione arteriosa, che caratterizzano il quadro della sindrome metabolica e che sono considerati fattori di rischio per l’insorgenza di patologie cardiovascolari, a loro volta causa principale di mortalità nei paesi più ricchi. Secondo i dati dell’Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare, in Italia il 10% degli uomini e il 7% delle donne è diabetico, l’8% degli uomini e il 4% delle donne ha un’intolleranza al glucosio e il 23% degli uomini e il 21% delle donne è affetto da sindrome metabolica. Questi numeri hanno chiaramente un grande impatto sia sul sistema sanitario nazionale, sia sulla qualità della vita dei pazienti e dei loro famigliari.

Cosa succede al nostro corpo quando c’è un eccesso di tessuto adiposo? Oltre a essere una sede di deposito di energia sotto forma di trigliceridi, il tessuto adiposo è da immaginare come una grande ghiandola endocrina; esso produce infatti degli ormoni, definite “adipochine” che regolano diversi processi fisiologici dell’organismo, tra cui il dispendio energetico, l’omeostasi glucidica e l’infiammazione. In particolare questi ormoni partecipano al mantenimento dell’equilibrio metabolico modulando l’azione dell’insulina. Alterazioni della proliferazione e delle funzioni biologiche degli adipociti, come quelle che si verificano in condizioni di obesità, sono associate all’insorgenza di insulino-resistenza, iperglicemia e di conseguenza alla predisposizione al diabete di tipo II. In particolare l’iperglicemia protratta nel tempo è alla base di danni multiorgano (retina, cuore, reni, sistema nervoso). È evidente quindi l’importanza di mantenere la glicemia nel range fisiologico, anche attraverso una costante attività fisica e una dieta sana ed equilibrata. Quest’ultima poi può essere integrata e supportata con prodotti vegetali contenenti metaboliti bioattivi, con proprietà potenzialmente benefiche nei confronti dell’iperglicemia e in generale delle disfunzioni metaboliche.

In collaborazione con i gruppi di ricerca di Anatomia Comparata della professoressa Patrizia Bovolin e di Fisiologia Vegetale del professor Massimo Maffei, negli ultimi anni il nostro team si è occupato di studiare l’azione di una sostanza della famiglia dei terpeni, il sesquiterpene, estratta da oli essenziali di molteplici piante officinali come il pepe nero, sul trasporto di glucosio in un modello sperimentale di cellule muscolari di topo.
Attraverso indagini di microscopia confocale, abbiamo osservato un’azione insulino-mimetica del metabolita, il quale quindi conferisce alle cellule muscolari un’aumentata capacità di “catturare” il glucosio, tramite un trasportatore di membrana, con un’azione simile a quella dell’insulina. Questo trasportatore del glucosio è infatti solitamente immagazzinato in vescicole intracellulari e, quando stimolato dall’insulina - o come nel nostro caso dal metabolita - viene traslocato sulla membrana cellulare, favorendo così l’ingresso di glucosio nelle cellule e il suo utilizzo. È noto che i livelli di questo trasportatore sono significativamente diminuiti nel muscolo scheletrico di pazienti affetti da diabete di tipo II, quindi lo studio di composti terapeutici, tra cui anche molecole di origine vegetale, in grado di aumentarne la funzionalità, è sicuramente un bel traguardo contro la sindrome metabolica!

Gruppo di ricerca:
Maria Pia Gallo, Susanna Antoniotti, Giulia Querio e Federica Geddo


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Questa storia di ricerca si trova in:


un racconto di
Federica Geddo
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

16 dicembre 2020

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