Brand
Studio del passato dell'umanità

La storia degli imperi passati nella luce imprigionata dai minerali

Foto: Bhautik Andhariya / Unsplash

I brought it to about a glimmering light, bringing it to bed with me and holding it a good while to a warm part of my naked body. È uno dei commenti dello scienziato Robert Boyle riguardo una delle prime osservazioni della luminescenza. Si tratta di un fenomeno che descrive la capacità di alcuni minerali di intrappolare energia dall'ambiente circostante e successivamente rilasciarla sotto forma di luce. La luminescenza emessa brilla brevemente e fiocamente, ma cosa ci dice?

English version

La datazione a luminescenza è un metodo usato per stabilire l'ultima volta in cui un minerale è stato esposto alla luce o al calore prima di essere interrato. Ogni granello di sedimento racconta la meravigliosa storia di come ha viaggiato attraverso deserti, catene montuose, fiumi, ghiacciai, e di come ha assistito all'ascesa e alla caduta di re, imperi e civiltà. Ma soprattutto ci dice quando questo è successo. Si può immaginare uno di questi granelli come la batteria del telefono: quando è sotto terra viene "caricato" dalle radiazioni naturali dell'ambiente circostante ma, appena viene esposto alla luce o riscaldato, la carica inizia a essere emessa sotto forma di luce.
Possiamo determinarne l'età se riusciamo a calcolare quanta carica è stata accumulata durante la sepoltura, osservando la luce che il granello sta emettendo e dividendola per il tasso di carica per anno. Si tratta di un'operazione molto delicata poiché i minerali, come i telefoni, sono diversi l'uno dall'altro: è quindi importante classificarli opportunamente, utilizzando procedure chimiche e fisiche. La datazione a luminescenza è applicabile a sedimenti, ceramiche e sedimenti riscaldati come ad esempio i mattoni, per citarne alcuni.

La mia ricerca, che si svolge nell'ambito del ptogramma T4C*, si concentra sulla Valle di Orkhon, in Mongolia. Un territorio ricco dal punto di vista archeologico, sede di molte culture nomadi che si sono susseguite e che, dalle origini preistoriche, si sono evolute in armonia con il paesaggio naturale delle steppe. Un paesaggio che per secoli è stato lo scenario delle principali attività politiche, commerciali, culturali e religiose. Il dominio sulla valle di Orkhon - considerata il “centro del mondo” - legittimava il potere su tutti gli altri popoli nomadi. Tra i numerosi siti e luoghi di sepoltura ci sono diverse città imperiali nomadi come "Luu khot" degli Xiongnu (1° secolo a.C.), Karabalgasun (745-840 d.C.) degli Uiguri e Karakorum (1220-1380 d.C.) dei Mongoli. È in questi siti che preleveremo campioni da analizzare in laboratori appositi - con bassa illuminazione - per misurarne la luminescenza e interpretarne l'età.

Quando pensiamo a un popolo nomade, non lo associamo a un grande insediamento urbano. Cosa li ha spinti a cambiare il loro stile di vita per uno nuovo e più stanziale? Uno degli aspetti principali da considerare quando si osserva un grande insediamento è stabilire quali costruzioni furono erette per prime, perché ciò dà un’idea di quali fossero le priorità nell’insediamento. Ed è qui che la datazione a luminescenza può venirci in aiuto. Era il tempio religioso? O il municipio centrale che serviva come centro di distribuzione per l'amministrazione imperiale? Altre considerazioni interessanti che possono emergere grazie a questo metodo sono, per esempio, la possibilità di scoprire se una città sia costruita sulle fondamenta di un insediamento precedente che è stato distrutto, o vedere  se una tomba è stata saccheggiata. Se supponiamo che alcuni granelli abbiano perso la loro carica e altri l'abbiano conservata, si potrebbero potenzialmente individuare due distinte datazioni, formando così una narrazione. In un certo senso il problema maggiore della datazione a luminescenza (essere più volte esposti alla luce, perdendo la “carica”) può quindi rivelarsi vantaggioso. Tuttavia si tratta di un'arma a doppio taglio: trovare prove concrete di tali eventi richiede molte misurazioni e analisi statistiche, ma la ricompensa in termini di conoscenza è maggiore.

Quindi cosa può mostrarci una breve luce fioca? Il tempo di sepoltura di un granello. Con questa informazione possiamo mettere insieme la storia degli imperi.

*Il progetto T4C (Technologies for Cultural Heritage) è finanziato dal programma Horizon 2020 per la Ricerca e Innovazione dell'Unione Europea, in accordo con il Marie Skłodowska-Curie grant agreement N. 754511

Questa storia di ricerca si trova in:


un racconto di
Tengis Saran
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

08 febbraio 2021

condividi

approfondimenti

potrebbero interessarti anche