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La Costituzione a scuola, seconda parte: apprendisti linguisti all’opera!

 Foto: Marten Newhall / Unsplash

Un percorso intrapreso con due istituti superiori di Torino per sviluppare capacità di comprensione, uso e analisi dei linguaggi specialistici, a partire da quello della nostra Costituzione. Tra software di analisi linguistica e inchieste sociolinguistiche ai loro coetanei e famigliari, i nostri “investigatori” hanno imparato la metodologia della ricerca linguistica. Noi, un modo di fare didattica innovativo e stimolante.

Il progetto Lingua e diritto: la Costituzione a scuola si proponeva di esplorare le sfumature della lingua della Costituzione, mettendone in luce le peculiarità del suo lessico e della sua sintassi, quegli elementi che sembrano così ovvi e conosciuti, ma che a ben guardare si rivelano propri di una dimensione a sé stante che sembra essere a portata di mano ma che sfugge proprio quando gli ci si avvicina. Sì, perché anche quando abbiamo sotto mano un documento all'apparenza così “facile” (e la sua stessa storia ci dice perché è - o dovrebbe essere - alla portata di tutti), ci ritroviamo a riflettere su come è espresso un certo concetto o qual è il significato di un certo termine.
Si tratta di una situazione tipica e ricorrente quando si ha a che fare con un linguaggio specialistico (quello che gli studiosi chiamano anche sottocodice o microlingua): sembra di capire tutto, ma a ben guardare non è poi tutto così chiaro…

Se il primo progetto si proponeva di creare materiali che facessero capire come i principi della Costituzione sono stati tradotti in parole e quali scelte linguistiche definiscono il documento sul quale si fonda il nostro Stato, il nuovo progetto fa un passo in avanti e porta a scuola, insieme a queste riflessioni, la metodologia che guida la ricerca e l’analisi della lingua.
È nato così un percorso per le competenze trasversali e per l'orientamento (PCTO, la vecchia Alternanza scuola-lavoro) che ha visto protagoniste due classi di due istituti superiori, l’IIS Giulio di Torino e il liceo N. Rosa di Susa.

L’obiettivo era quello di far diventare gli studenti degli “investigatori della lingua” che sperimentassero i metodi di ricerca degli studiosi del campo, introducendoli all'analisi corpus-based (lo studio della lingua a partire da grandi collezioni di testi “etichettati” per parti del discorso) e alla riflessione sul ruolo dei codici e dei sottocodici della lingua nella società contemporanea.

Le ragazze e i ragazzi hanno seguito lezioni universitarie di linguistica teorica e imparato ad usare i corpora e i software di analisi linguistica alla ricerca di concordanze e hanno capito come interpretare i dati e dedurne il comportamento delle parole e i legami tra esse. In classe, con la guida del docente universitario e del tutor e servendosi di strumenti informatici, hanno analizzato la lingua della Costituzione, scoprendo che ci sono moltissime parole polisemiche e tecnicismi collaterali (parole d’uso comune entrate nella lingua specialistica) come materia, esercizio, forma, sentire… e collocazioni specifiche come emanare un decreto e promulgare una legge dove i verbi non sono intercambiabili ma fanno parte di una costruzione verbo+nome fissa, in gergo ristretta.

Infine hanno realizzato dei reportage-inchiesta sociolinguistica alla scoperta di quanto le persone nella loro cerchia di conoscenze sanno della lingua della Costituzione. Le interviste mettono bene in luce come, anche tra i più preparati, alcune strutture siano poco familiari e ci siano molti dubbi su quale verbo si accompagna a un certo nome (ad es. nella Costituzione un pensiero si manifesta e non si esprime, gli ostacoli di ordine sociale devono essere rimossi e non eliminati o superati), su qual è l’accezione contestuale di un termine (l’ufficio non è un organo o un’autorità bensì un incarico) o su quale preposizione deve essere usata in una data costruzione (si approva a maggioranza e non con maggioranza).

A guardarsi indietro ci si rende conto di come di fatto si sia trattato un percorso di ricerca a più livelli: ricerca per gli studenti “apprendisti linguisti”, ricerca-azione per il personale universitario e i docenti della scuola, che hanno potuto sperimentare metodologie didattiche innovative e motivanti.

Il progetto si inserisce nel quadro più ampio di una proposta dell’Ateneo coordinata dal Dipartimento di Giurisprudenza e finanziata dalla Fondazione CRT per gli anni 2018-20.


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