Storie di ricerca

Cooperare o competere? Cercare il giusto equilibrio tra performance e benessere

Quando due persone mirano allo stesso traguardo è più vantaggioso collaborare o competere? Un recente studio condotto dal nostro gruppo di ricerca ha cercato di rispondere a questo dilemma. Attraverso una serie di esperimenti immersivi in realtà virtuale - che hanno coinvolto oltre 100 partecipanti - realizzati nel nostro  Social Interaction Lab, abbiamo esaminato le dinamiche e le caratteristiche della cooperazione e della competizione, aspetti fondamentali delle interazioni umane, e siamo giunte a una risposta.

Dalla preistoria, la cooperazione e la competizione sono state strategie cruciali per la sopravvivenza e l'adattamento nelle comunità umane, necessarie per ottenere risorse, definire gerarchie sociali e gestire le varie sfide ambientali. Oggi, sebbene il contesto sia profondamente cambiato, queste dinamiche sociali restano pilastri fondamentali dell’interazione sociale. 

Sappiamo che svolgere un compito in cooperazione o in competizione migliora la nostra performance rispetto a quando lo stesso compito viene eseguito in autonomia. Ma è vero che cooperazione e competizione possono spingerci allo stesso modo a dare il meglio? Finora, la comunità scientifica non ha fornito una risposta definitiva. Nonostante sia noto che cooperazione e competizione offrano vantaggi in diversi contesti, le ricerche precedenti hanno spesso incontrato problemi metodologici, rendendo difficile stabilire quale dei due approcci possa definirsi più vantaggioso e in quale misura.

Oggi, la Realtà Virtuale (VR) offre la possibilità di creare ambienti controllati e ripetibili, ideali per simulare processi sociali complessi. In un recente studio condotto in collaborazione con il gruppo di ricerca guidato dal professor Andrea Bottino, del Dipartimento di Automatica e Informatica del Politecnico di Torino, la VR è stata utilizzata per esplorare l'impatto della competizione e della cooperazione non solo sulle performance degli individui, ma anche sul loro stato psicofisico. La tecnologia ha permesso anche di analizzare con precisione l’influenza dei due meccanismi sul  comportamento umano in un ambiente controllato.

Esperimento in realtà virtuale nel Social Interaction Lab
Esperimento con realtà virtuale nel Social Interaction Lab - Università di Torino

Nello studio che ho condotto con la supervisione della professoressa Dal Monte, i partecipanti hanno svolto il test di Stroop, un task molto noto in psicologia per misurare l’attenzione. Il test presenta parole che indicano colori, come "rosso" o "verde" scritte però con un inchiostro diverso dal loro significato. La parola "rosso" scritta con l’inchiostro giallo, per esempio. Il partecipante al test deve indicare il colore con cui è scritta la parola, ignorando il significato della parola stessa. Un compito per niente facile! La difficoltà del test nasce proprio dal conflitto tra la lettura automatica della parola e il riconoscimento del colore a livello visivo. I partecipanti di questa ricerca hanno completato il test di Stroop in tre contesti diversi: da soli, in cooperazione e in competizione con un avatar virtuale. Tramite un algoritmo, i partner o gli avversari virtuali - nel caso si trattasse di cooperazione o di competizione -erano programmati per essere più o meno abili rispetto al partecipante.

I risultati hanno dimostrato che sia la cooperazione che la competizione migliorano le performance rispetto a quando un individuo si trova a svolgere un compito da solo. In particolare, quando si compete con un avversario più abile, la performance tende a migliorare ulteriormente. Al contrario, nella cooperazione, i partecipanti raggiungono risultati migliori quando lavorano con un partner meno capace; probabilmente proprio per compensare lo scarso rendimento dell’altro. 

Risultati del test di Stroop
I nostri risultati del test di Scroop

Questo permetterebbe di comprendere  più chiaramente l’effetto di cooperazione e competizione sulla nostra performance. Ma che impatto hanno sul nostro benessere psicofisico?
Nonostante la competizione e la cooperazione possano entrambe portare a ottime performance, solo la competizione è associata a un aumento significativo dello stress percepito e fisiologico (con un aumento del battito cardiaco). Questo effetto si mantiene anche con l’esposizione prolungata ai contesti competitivi, suggerendo che la cooperazione rappresenta una scelta più salutare nel lungo termine.

Se da un lato, quindi, la competizione può incentivare la performance, dall'altro la cooperazione offre un miglior equilibrio tra successo e benessere psicofisico. 

Anche se in alcuni casi la competizione è inevitabile, lo studio evidenzia che collaborare verso un obiettivo comune è sicuramente preferibile per ottenere ottimi risultati senza compromettere la salute.
Aver fatto chiarezza su queste due importanti dinamiche sociali può avere risvolti su diversi aspetti della nostra vita quotidiana, specie in ambito scolastico e lavorativo: la cooperazione infatti non solo riduce lo stress, ma migliora anche le prestazioni, creando ambienti di lavoro più produttivi e psicologicamente sostenibili.