La gestione degli incendi boschivi non si affronta solo con i "canadair". Questa strategia ha costi elevati e non mette al sicuro da stagioni estreme come quella del 2007, quando il Gargano è tristemente bruciato. Si può fare di più?
Pensate a un caminetto e alla ricetta per accenderlo: carta asciutta, pezzetti di legno secco e infine tronchetti più grossi... quindi si dà fuoco alla carta. Se togliamo la carta è quasi impossibile accendere il camino!
Noi studiamo metodi efficaci e sostenibili per togliere la "carta" dal bosco, senza però toccare "legnetti" e "tronchetti", ovvero il suolo, il sottobosco, gli alberi e gli animali che vivono nella foresta. Se ci riusciamo, gli incendi saranno meno intensi e dannosi e più facili da spegnere.
Come fare però? Si ricorre al "paradosso del fuoco", ovvero si applica preventivamente il fuoco per consumare la "carta" prima che si verifichi un incendio dannoso. Ma lo si fa in modo scientifico, per non alterare i processi ecologici del bosco. Il termine tecnico è "fuoco prescritto", uno strumento che il DISAFA ha iniziato a sperimentare nel 2004 in foreste, arbusteti e praterie alpine e mediterranee, per valutarne l'efficacia e monitorarne gli effetti.
Tutto questo in collaborazione con chi lavora sul territorio, come i servizi forestali regionali e dello Stato, volontari antincendio e Protezione Civile, contribuendo alla formazione di professionisti che oggi progettano e applicano il fuoco prescritto in modo esperto e sicuro.